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I miei dubbi sulla serie TV Netflix “Il problema dei 3 corpi”

3 corpi

di Claudio Pasqua

La serie TV e la trilogia “Il problema dei tre corpi”, basati sull’omonimo romanzo di Liu Cixin, sono opere di fantascienza che esplorano tematiche complesse come la civiltà extraterrestre, le comunicazioni interstellari e, ovviamente, il famoso problema matematico dei tre corpi. Mentre la narrazione è ricca di idee affascinanti e speculazioni scientifiche, ci sono alcuni dubbi scientifici e semplificazioni.

La Soluzione al Problema dei Tre Corpi

Nella realtà, il problema dei tre corpi non ha una soluzione generale che funzioni in tutti i casi. Esistono soluzioni per casi specifici e metodi numerici per approssimare le soluzioni, ma una formula chiusa che risolva il problema in generale non esiste, a causa della natura caotica del sistema.

Già Newton era già consapevole della complessità incrementale del problema gravitazionale quando il numero dei corpi coinvolti passava da due a tre, una sfida che non seppe superare. Non trovò un’equazione capace di descrivere accuratamente le interazioni gravitazionali tra tre corpi, un dilemma che avrebbe affascinato i matematici per secoli. Nel 1892, Henri Poincaré, un matematico francese, dimostrò che non esisteva una soluzione definitiva per il problema dei tre corpi, poiché il loro movimento risultava essere caotico e imprevedibile. Tuttavia, dobbiamo aver trovato un modo per navigare questo problema, altrimenti non saremmo in grado di prevedere le traiettorie delle sonde spaziali che orbitano intorno ai pianeti o quelle che viaggiano tra la Terra e la Luna.

Da secoli, la sfida di modellare la dinamica di sistemi con più di due corpi, come illustrato dal problema dei tre corpi, persiste. Questo problema non è solo di interesse teorico ma ha anche significative applicazioni pratiche, poiché può riferirsi tanto a tre stelle in interazione quanto a un sistema composto dal Sole, un pianeta e una sonda spaziale.

Il problema dei tre corpi rappresenta una sfida notevole per la fisica, come evidenziato anche dalle immagini della NASA. Nel 1915, Karl Sundman, un matematico finlandese, propose la prima soluzione teorica al problema. La sua scoperta non contraddiceva il lavoro di Poincaré, il quale aveva stabilito l’assenza di una soluzione chiusa, ovvero una formula che potesse descrivere il fenomeno con un numero finito di termini. Sundman offrì una soluzione sotto forma di una serie infinita di numeri, un approccio tecnicamente valido ma di limitata applicabilità pratica a causa della necessità di calcolare un numero esorbitante di termini per ottenere risultati accurati. I matematici considerano questa soluzione troppo lenta per essere utilizzata in scenari reali. Tuttavia, l’evoluzione dei computer ha in seguito aperto nuove frontiere nella gestione di tali calcoli complessi.

 

Comunicazioni Interstellari

Il modo in cui vengono gestite le comunicazioni interstellari nella serie, soprattutto la velocità con cui i messaggi vengono inviati e ricevuti tra la Terra e il sistema Trisolariano, solleva questioni. Nella realtà, anche i segnali più veloci (la luce o le onde radio, che viaggiano alla velocità della luce) impiegherebbero centinaia di anni per viaggiare tra le stelle, rendendo la comunicazione in tempo reale con civiltà extraterrestri estremamente improbabile.

Opere di fantascienza come questa spesso mescolano concetti scientifici reali con elementi di pura speculazione o fantasia per creare storie avvincenti e universi immaginari.

Le Leggi della Fisica

Alcuni elementi della storia si basano su concetti che violerebbero le leggi della fisica come le conosciamo. Ad esempio, la manipolazione dei protoni a dimensioni macroscopiche e l’uso di tecnologie che sfidano il principio di incertezza di Heisenberg o la conservazione dell’energia. Questi concetti sono affascinanti dal punto di vista della fantascienza ma rimangono ipotetici e speculativi senza basi nella scienza attuale.

La Sociologia e la Psicologia Extraterrestre

La rappresentazione delle società extraterrestri, le loro motivazioni e la psicologia presenta un’altra area di speculazione. Mentre la narrazione fa un lavoro eccellente nel creare una civiltà aliena credibile con la propria cultura e storia, la verosimiglianza di queste caratteristiche è puramente ipotetica. La comprensione umana della vita extraterrestre è limitata dalla nostra esperienza e prospettiva antropocentrica.

Questa osservazione tocca un punto cruciale della fantascienza che esplora la vita extraterrestre: ogni tentativo di rappresentare civiltà non umane è intrinsecamente filtrato attraverso l’esperienza umana, i nostri modelli culturali e il nostro modo di pensare, che sono profondamente radicati nella nostra biologia e nella storia evolutiva.

È difficile per noi concepire modi di pensare, sistemi di valori o motivazioni che si discostino radicalmente da quelli umani perché tendiamo a proiettare le nostre esperienze e il nostro modo di vedere il mondo su altri esseri intelligenti. Questo può portare a civiltà aliene che sembrano stranamente familiari o che operano secondo logiche che riflettono le dinamiche umane.

La Sociologia e la Psicologia

Per quanto riguarda l’introduzione dei personaggi degli Impenetrabili nel secondo libro e il percorso di Will nel terzo, la serie TV fa un ottimo lavoro nel rendere chiari questi punti, preparandoci però a ulteriori sviluppi inaspettati. Interessante, in particolare, è analizzare come, nel finale della prima stagione de “Il problema dei tre corpi”, venga esplorata la dinamica tra chi detiene il potere e chi è sottomesso, ma anche come chi si trova in una posizione intermedia possa rappresentare una minaccia per entrambi i gruppi. Parliamo di esseri superiori, insetti e entità parassitarie. La narrazione inizia a Pechino nel 1966, in piena Rivoluzione Culturale, dove le masse urlano contro gli “insetti” da eliminare, in un contesto che preconizza la distruzione del passato per la creazione di un nuovo mondo. Ye, marchiata come contro-rivoluzionaria dopo la morte del padre, comincia a nutrire un profondo disprezzo per l’umanità, vedendola come irredimibile. Da “insetto”, riesce a elevare sé stessa e, insieme a Mike Evans e all’ETO, si trasforma in un parassita che minaccia l’umanità dall’interno.

Siamo insetti, forse, anzi no, e allora? 

La trasformazione da vittima a agente di distruzione, guidata dall’utopia di un futuro pacifico ottenuto attraverso l’annientamento, è evidente. Al termine, emerge chiaramente che gli insetti, spesso sottovalutati e visti come inferiori sia dai rivoluzionari cinesi che dai San-Ti, sono in realtà capaci di adattarsi e sopravvivere. Ye ne è un esempio lampante, ma in senso più ampio, l’umanità stessa rappresenta l’insetto più resistente e ingegnoso del pianeta, temuto persino da civiltà aliene superiori. Questo potrebbe spiegare il persistente desiderio di eliminarli, nonostante la loro indomabile presenza. Come suggerisce Da Shi, la nostra resilienza, unità e capacità di superare ostacoli insormontabili ci definiscono. “Il problema dei tre corpi” celebra la scienza, critica l’irrazionalità della fede e trova bellezza nell’insignificante, rendendolo un racconto fondamentale. Forse questo utopico pensiero è il miglior messaggio della serie e della finzione di Liu Cixin.

Fantascienza o Fantasy?

Durante i miei corsi di giornalismo faccio sempre attenzione a spiegare la differenza tra fantascienza e narrazione fantastica. Un esempio classico: Star Trek è fantascienza, Guerre Stellari (Star Wars) è fantasy… si… proprio come Harry Potter!

La fantascienza si fonda su ipotesi scientifiche, tecnologie avanzate non ancora realizzate o teorie scientifiche estese oltre il loro attuale stato di validazione. La plausibilità scientifica, anche se speculativa, è un pilastro del genere. La narrativa fantastica invece incorpora elementi magici, mitologici o soprannaturali che non hanno spiegazioni scientifiche. Maghi, draghi, creature mitologiche o elementi sovrannaturali e poteri magici sono comuni in questo genere.

I due autori Benioff e D.B. Weiss sono attesi al varco dopo l’exploit della serie dai romanzi di George R.R. Martin e le polemiche per il finale della saga “Il trono di spade” che ha deluso alcuni spettatori. Chiedendogli un parallelo fra i due progetti D. B. Weiss risponde: “Sicuramente fantasy e fantascienza sono due generi molto diversi… stavo per dire che in questa serie non ci sono spade, ma in realtà ce n’è una e stavo per dire che non ci sono cavalli ma invece ce n’è uno… molto sfortunato. A parte queste eccezioni, diciamo che Il problema dei tre corpi è un ambiente privo di cavalli e spade… Sicuramente entrambe le serie sono dei racconti di genere e in comune hanno l’opportunità, per gli autori, di raccontare il mondo che viviamo, e le sfide che affrontiamo, attraverso la distanza della finzione. Mentre allo spettatore danno l’occasione di misurarsi con qualcosa di molto difficile, pressoché impossibile attraverso una storia. Per quel che ne sappiamo non c’è un’imminente invasione aliena, come non esiste un luogo chiamato Westeros, ma è più facile affrontare i propri problemi se visti in un altro posto e raccontati attraverso l’intrattenimento. Che ti appassiona, ma non ti toglie il sonno”.

Insomma. “Qui habet aures audiendi, audiat” che tradotto significa:  “Chi ha orecchie per intendere, intenda!” Tutto il resto… in camper!

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