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Da Hollywood al Wi-Fi: la storia di Hedy Lamarr, la donna più bella del mondo

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Per Andy Warhol era la “donna più bella del mondo”. Nessuna attrice incarna meglio di Hedwig Eva Maria Kiesler, nota come Hedy Lamarr, la complessità dell’emigrazione da Vienna a Berlino e infine a Hollywood, in un periodo segnato dall’ascesa e dalla caduta del nazismo. a sua trasformazione da attrice europea a simbolo hollywoodiano, tuttavia, nasconde una storia di resilienza e ingegnosità, culminata nella sua meno conosciuta ma fondamentale invenzione che avrebbe rivoluzionato la tecnologia moderna.

 

 

Hedy Lamarr, nata come Hedwig Eva Maria Kiesler a Vienna, Austria, il 9 novembre 1914, è stata una delle figure più affascinanti e poliedriche del ventesimo secolo. Conosciuta principalmente per la sua straordinaria bellezza e per la sua carriera di attrice a Hollywood, Lamarr ha lasciato un’impronta indelebile anche nel mondo della scienza e della tecnologia. La sua vita, che si estende dallo sfarzo delle luci della ribalta alla tranquilla intensità di un laboratorio, racconta la storia di una donna che sfidò le convenzioni del suo tempo, dimostrando che bellezza e intelligenza possono andare di pari passo.

 

 

Dalle Scene Viennesi a Hollywood

La giovane Hedy mostrò sin da piccola un’inclinazione per le arti, spinta dalla passione per il cinema e dal desiderio di esprimersi. La sua carriera iniziò in Europa, dove lavorò come attrice nel cinema austriaco e tedesco. Tuttavia, fu il suo trasferimento a Hollywood negli anni ’30 che la catapultò nell’olimpo delle star. Firmato un contratto con la Metro-Goldwyn-Mayer (MGM), Lamarr divenne rapidamente un’icona del grande schermo, acclamata come “la donna più bella del mondo”. La sua bellezza mozzafiato e il talento naturale la resero protagonista di numerosi successi cinematografici, tra cui “Sansone e Dalila” (1949) e “Algiers” (1938).

Un Inganno per la Libertà

La vita di Hedy Lamarr fu segnata da un atto di coraggiosa determinazione quando, nel 1937, fuggì da un matrimonio oppressivo con Friedrich Mandl, un ricco industriale austriaco che vendeva armi ai nazisti. Lamarr lasciò l’Austria per Parigi, e da lì si imbarcò per l’America, dove avrebbe iniziato la sua nuova vita e carriera a Hollywood.

Innovatrice Nascosta

Al di là dei riflettori e della fama, Hedy Lamarr era una mente brillante con una passione per l’invenzione. Durante la Seconda Guerra Mondiale, insieme all’inventore George Antheil, sviluppò un sistema di comunicazione per guidare i siluri in modo sicuro, minimizzando il rischio di intercettazione nemica. Questa tecnologia, chiamata “frequency hopping spread spectrum” (FHSS), era basata sul principio di saltare da una frequenza all’altra in modo predeterminato, rendendo estremamente difficile per il nemico disturbare o intercettare il segnale.

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Sebbene la Marina degli Stati Uniti non adottò immediatamente l’invenzione durante la guerra, la tecnologia di Lamarr e Antheil è stata alla base di sviluppi successivi nel campo delle telecomunicazioni, inclusi il Wi-Fi, il GPS e il Bluetooth. Solo negli ultimi anni della sua vita e postumamente, il contributo di Lamarr all’ingegneria e alla scienza è stato riconosciuto e celebrato.

Eredità Duratura

Andy Warhol, nel suo film del 1966 “Hedy the Shoplifter”, rende un audace tributo a quella che era considerata “la donna più bella del mondo”, un’immagine ormai appassita di Hedy Lamarr. Tuttavia, il riconoscimento del suo genio si concretizza inaspettatamente nel 1997, quando l’Electronic Frontier Foundation le assegna il Pioneer Award. Questo premio viene conferito per la sua invenzione del “frequency hopping”, una tecnologia di salto di frequenza che Lamarr aveva brevettato oltre mezzo secolo prima e che si sarebbe poi rivelata fondamentale per lo sviluppo della moderna telefonia mobile. “Era ora”, esclama l’indomabile ottantenne. Lamarr si spegne il 19 gennaio 2000 in Florida, lasciando dietro di sé un’eredità che va ben oltre il suo volto incantevole, come pioniera in un campo tecnologico che avrebbe trasformato la comunicazione globale.

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