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Nasa: escono i quattro volontari che hanno simulato per un anno la vita su Marte

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378 giorni in 157 metri quadrati. Si è recentemente conclusa la prima missione simulata di vita su Marte, denominata “Crew Health and Performance Exploration Analog” (CHAPEA), organizzata dalla NASA. La simulazione, durata 378 giorni, ha visto la partecipazione di quattro volontari – Kelly Haston, Anca Selariu, Ross Brockwell e Nathan Jones – che hanno vissuto all’interno di un habitat stampato in 3D situato presso il Johnson Space Center di Houston. L’esperienza, iniziata il 25 giugno 2023, si è conclusa il 6 luglio 2024 con l’uscita dei partecipanti dalla struttura.

 

 

Questi gli interni dell’habitat della missione CHAPEA

 

 

Durante la simulazione, l’equipaggio ha compiuto varie attività per replicare le condizioni di vita e di lavoro che si potrebbero incontrare durante una reale missione su Marte, inclusa la coltivazione di ortaggi e la manutenzione dell’habitat, oltre a simulate passeggiate spaziali. L’obiettivo di questo progetto era di esplorare e testare le dinamiche di gruppo e le strategie di sopravvivenza in un ambiente simile a quello marziano.

L’evento della loro uscita è stato trasmesso in diretta streaming su NASA TV e ha segnato un importante progresso verso il possibile insediamento umano su Marte, con le informazioni raccolte durante la simulazione destinate a migliorare le tecnologie e le procedure per supportare gli astronauti in lunghi viaggi spaziali.

La NASA ha già pianificato altre due missioni CHAPEA della durata di un anno ciascuna, con la seconda che dovrebbe iniziare nella primavera del 2025. I requisiti per i candidati a queste missioni sono piuttosto rigorosi, includendo la cittadinanza statunitense, un’età compresa tra i 30 e i 55 anni, una buona padronanza dell’inglese, un master in un campo STEM, almeno due anni di esperienza professionale, e un minimo di 1000 ore di volo o due anni di lavoro verso un dottorato in un campo STEM.

Parallelamente, l’ultimo rover della NASA continua le sue operazioni su Marte, esplorando l’antico letto fluviale che alimentava il cratere Jezero, facendo progressi significativi nella sua quarta campagna scientifica e fornendo immagini spettacolari del paesaggio marziano.

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