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Che cos’è la “Teoria del Taco” e perché ha fatto infuriare Donald Trump

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L’espressione “Teoria del Taco” è stata inventata da un giornalista del Financial Times senza aspettarsi che avrebbe avuto così tanto successo sui social media da provocare l’ira del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.

Tutti conoscono i tacos, le famose tortillas messicane piegate e riempite con vari ingredienti, molto popolari negli Stati Uniti anche grazie a numerose catene di fast food. Tuttavia, non è a questo piatto che si riferiva Robert Armstrong del Financial Times quando ha coniato l’espressione. Il termine “TACO” è in realtà un acronimo che sta per “Trump Always Chickens Out”, ovvero “Trump si tira sempre indietro”. Armstrong lo ha utilizzato per spiegare la tendenza di Trump a fare marcia indietro sulle decisioni politiche quando queste iniziano a creare turbolenze nei mercati finanziari. Quando un giornalista ha chiesto al presidente cosa pensasse dell’acronimo, Trump ha reagito con evidente fastidio.

Nel suo articolo, Armstrong sosteneva che gli investitori avevano compreso come l’amministrazione statunitense fosse poco incline a sopportare le conseguenze negative di decisioni economiche, ed era quindi disposta a fare un passo indietro quando l’imposizione dei dazi creava problemi. Il pezzo era stato pubblicato all’inizio di maggio, subito dopo che i mercati azionari avevano registrato un netto rialzo grazie alla notizia della sospensione di alcuni dazi imposti a livello globale.

Le cose si sono ulteriormente complicate quando Trump, dopo aver annunciato l’entrata in vigore il 1° giugno di nuovi dazi del 50% sulle importazioni dall’Unione Europea, ha poi cambiato idea e li ha posticipati al 9 luglio.

Questo comportamento altalenante riflette la sensibilità del presidente nei confronti dei movimenti di Wall Street, una sensibilità sviluppata sin dagli anni ’80, quando era attivo come promotore immobiliare a New York. Già durante il suo primo mandato, le reazioni dei mercati finanziari avevano avuto un impatto decisivo su alcune delle sue decisioni politiche.

La teoria si diffonde nel mondo economico

Oltre all’uso iniziale sulle pagine del Financial Times, la “Teoria del Taco” si è diffusa rapidamente nel mondo della finanza, diventando un’espressione ricorrente tra gli investitori. Per molti non si tratta solo di una battuta ironica, ma di un’interpretazione concreta della strategia politica di Trump. Il presidente, dal canto suo, ha negato con forza di cambiare rotta in base alle reazioni della Borsa.

Quando un giornalista gli ha chiesto un commento sull’acronimo, Trump ha risposto con rabbia: “Tirarmi indietro? Non ne ho mai sentito parlare… non ripetere mai quello che hai appena detto, è una domanda spiacevole”. Ha poi aggiunto che il suo comportamento è parte delle normali dinamiche delle trattative internazionali: “Si chiama negoziare”, ha detto.

Secondo Steve Sosnick, analista di Interactive Brokers, la “Teoria del Taco” rappresenta un modo apolitico attraverso cui i mercati riescono a smascherare i bluff dell’amministrazione Trump.

Anche Sam Burns, di Mill Street Research, ha osservato come Wall Street sembri ormai reagire con più calma agli annunci di dazi. Un tempo, questi annunci creavano forte instabilità, ma oggi gli investitori li percepiscono come poco credibili o comunque facilmente reversibili, e quindi preferiscono non reagire impulsivamente.

Questa nuova freddezza dei mercati è stata visibile anche quando Trump ha minacciato l’Unione Europea o quando alcune decisioni giudiziarie hanno prima bloccato e poi temporaneamente riattivato i dazi: in entrambi i casi, la Borsa di New York non ha mostrato grandi scossoni.

Tuttavia, secondo Saxo Bank, le dichiarazioni imprevedibili del presidente non devono far perdere di vista il quadro generale: il protezionismo rimane un elemento chiave della sua visione economica. Si tratterebbe, secondo l’istituto, di un vero e proprio cambiamento di rotta nelle strategie economiche e industriali americane, motivato da instabilità che si aggravano da anni.

Nel frattempo, Trump ha accusato la Cina di aver “completamente violato” l’accordo commerciale con gli Stati Uniti, anche se non ha fornito dettagli specifici. La sola dichiarazione è bastata a far aprire Wall Street in territorio negativo.

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