Medicina

Meno ammalati oncologici in Puglia rispetto ai numeri nazionali

referto medico

Delvino: “Siamo pronti a ospitare in Istituto un comitato di oncologi esperti”
Il riscatto del paziente oncologico passa attraverso numeri incoraggianti e medicina personalizzata.

«Attraverso un incrocio di dati aggiornati al 2015, sono 20mila i pazienti oncologici pugliesi che ogni anno si ammalano; numeri che risultano, però, migliori rispetto al dato nazionale». La notizia dalla doppia faccia, ha raggiunto il pubblico venerdì mattina presso la sala convegni della fiera del Levante, per bocca di Lucia Bisceglia, coordinatrice operativa della Agenzia Regionale Sanitaria (AReS Puglia) nell’ambito del convegno dal titolo “Incidenza, mortalità e sopravvivenza nel primo Rapporto regionale Tumori”.

«Per la provincia di Bat le criticità attengono al tumore al fegato, per la provincia di Lecce e la città di Taranto il mostro ha il volto del tumore al polmone», ha continuato la Bisceglia durante il convegno organizzato dall’IRCCS Istituto Tumori Giovanni Paolo II di Bari, accreditato come Clinical Cancer Center dall’OECI (Network degli istituti europei di oncologia) e guidato dal Direttore Generale Vito Antonio Delvino.

A quest’ultimo, il compito di suonare la campanella delle proposte al fine di suggerire la «costituzione di un alto comitato di esperti che, studiando i dati contenuti nel Registro Tumori, traggano affermazioni che vengano poi declinate in raccomandazioni utili per la diagnosi e la cura dei tumori, e vincolanti per ogni struttura ospedaliera», ha lanciato il guanto di sfida il Direttore Delvino dando piena disponibilità ad ospitare il cenacolo di studiosi nell’istituto di via Orazio Flacco, in collaborazione con la direzione strategica: Giampietro Gasparini alla Direzione Scientifica, Alessandro Sansonetti alla Direzione Sanitaria, Massimo Mancini alla Direzione Amministrativa.

Oltre la terapia. La salute fisica e psicologica si ritrova anche a casa, complice un prototipo di telemonitoraggio del paziente onco-ematologico. «In istituto grazie al progetto del MIUR, “Smarth Healt 2.0”, l’unità di ematologia ha messo a punto un prototipo di assistenza domiciliare “avanzata” gettando le basi per una deospedalizzazione proficua», ha spiegato Attilio Guarini, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Ematologia, con una chiosa incoraggiante sulle malattie ematologiche. «I dati ufficiali attestano che le percentuali di risposta nei tumori ematologici della regione Puglia sono sovrapponibili se non superiori ai centri ematologici del Nord, tanto che la migrazione sanitaria per i tumori ematologici è pressoché assente».

Nel tribunale della malattia la vicinanza al paziente prevale sempre. Di questa esigenza le parole del Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sono state lo specchio: «È fondamentale mettere al centro l’ammalto, sviluppando progetti di telemedicina e deospedalizzazione», nella  «necessità di recuperare il tempo perso per giungere alla rete oncologica pugliese» di cui il Giovanni Paolo II sarà cuore pulsante.

Per disinnescare la trappola del “troppo tardi”, gli interventi del direttore del Dipartimento Salute della Regione Puglia, Giovanni Gorgoni e del Presidente nazionale della LILT, Francesco Schittulli, sono stati incentrati sulla necessità di migliorare anche l’aspetto preventivo delle malattie oncologiche nella Regione Puglia, con approcci condivisi e specialistici sull’intero territorio regionale.

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