Alimentazione

Industria alimentare. Anche l’abito fa il monaco

L’industria alimentare è quel settore del mercato che appartiene a coloro che, attraverso i loro prodotti, raccontano storie di uomini e donne che da generazioni – con caparbietà, coraggio e forza d’animo – realizzano i propri sogni portandoli sulla tavola di tutti.

L’industria alimentare è il settore del mercato che racchiude in sé tutte le imprese che si occupano della lavorazione e della trasformazione dei prodotti alimentari primari, dall’agricoltura, alla pesca o ai semilavorati. In Italia l’industria alimentare cresce a ritmo sostenuto, soprattutto per quanto riguarda alcuni alimenti come il caffè e le farine. Seguono il vino, la pasta e i surgelati. Poca fortuna invece per i salumi.

Abiti da lavoro azienda alimentare
Abiti da lavoro azienda alimentare – Credits West Rose

Ciò che oggi contribuisce senza dubbio ad aumentare la crescita dell’industria alimentare, è l’investimento sulle vendite online, spiega West Rose, azienda leader sul mercato degli abiti da lavoro che con  la sua piattaforma online distribuisce in  tutto il territorio nazionale. Purtroppo ancora oggi, è solo il 30% delle aziende che sceglie di crescere anche attraverso questo canale. Anche l’aggiunta dei nuovi strumenti tecnologi all’interno delle aziende è fondamentale.

Ciò che è certo è che lavorare sulla cresciuta dell’industria alimentare è importantissimo perché è ciò che contribuisce maggiormente alla crescita economica del Paese.

Non bisogna dimenticare che l’industria alimentare racchiude tantissime aziende, dalle più piccole ed emergenti a quelle più grandi. Tutte raccontano una storia. non bisogna mai dimenticare che, dietro ad ogni risultato importante, vi sono uomini e donne che lavorano costantemente per rendere possibile tutto ciò. Per questo motivo, abbiamo deciso di raccontarvi la storia di tre aziende alimentari italiane che hanno dato lustro non solo alle loro regioni, ma all’Italia intera.

La Ferrero, il laboratorio in via Rattazzi: dove tutto ebbe inizio

Siamo nel 1942 ad Alba in Piemonte, la guerra ha causato gravi conseguenze anche sull’industria alimentare. Infatti, gli ingredienti più semplici sono diventati ormai introvabili. In via Rattazzi, il signor Pietro Ferrero ha un laboratorio in cui ogni giorno esperimenta e inventa golosità. La moglie Piera, invece, gestisce una pasticceria in via Maestra.

I sogni di Pietro sono tanti, proprio come l’amore e la dedizione per il proprio lavoro, e non sarà di certo la guerra a impedirgli di realizzarli. Così, decide di sfruttare una delle ricchezze del suo territorio: le nocciole.

Dal suo laboratorio – ancora oggi il più grande stabilimento della Ferrero – nasce il primo prodotto firmato “Ferrero”: la Pasta Gianduja, ancor meglio conosciuta come “Giandujot”. Si tratta di una pasta a base di nocciola che ottiene subito un gran successo, fino ad arrivare alla fine del ‘46 ad una produzione di oltre mille quintali.

Grazie alla produzione così grande, aumentano anche gli operai. Il laboratorio in via Rattazzi inizia ad essere stretto, così Pietro decide di far costruire la prima fabbrica in via Vivaro ad Alba, diventata oggi la sede della Fondazione.

Grazie ad una rete di vendita molto efficiente organizzata dal fratello di Pietro, Giovanni Ferrero, la Pasta Gianduja inizia ad essere conosciuta anche al di fuori di Alba.

Nel 1956 nasce il primo stabilimento estero della Ferrero, a Stadtallendorf nell’Assia.

È la famosissima pralina Mon Chéri ha far ottenere un grandissimo successo sul mercato tedesco, e non solo, all’azienda. Da questo momento in poi, l’azienda ha continuato a crescere notevolmente di anno in anno fino a diventare quella che tutti quanti oggi conosciamo.

Il Pandoro Melegatti: “l’è proprio un pan de oro!”.

Siamo nel centro Italia, esattamente a Verona nel 1894. È Domenico Melegatti a fondare una delle aziende leader nel settore dolciario. Il frutto del successo è senza dubbio dovuto all’attenzione che, da sempre, Melegatti ha nei riguardi della qualità degli ingredienti artigianali.

Il sapore unico del Pandoro nasconde una tradizione: la notte della viglia di Natale, le donne si riunivano nelle cucine delle corti venete per far lievitare insieme un impasto di farina, latte e lieviti.

Da questa tradizione, Domenico Melegatti si lascia ispirare realizzando l’impasto del Melegatti con una lievitazione di oltre dieci ore. La tradizione vuole che un garzone, assaggiando la prima fetta del pandoro, esclamò stupito: “l’è proprio un pan de oro!”.

Inizialmente il Pandoro Melegatti era un dolce che veniva consumato sia durante le feste, che nelle domeniche. Addirittura, i medici lo consigliavano ai convalescenti “come alimento leggero e nutriente”. Il successo del Pandoro inizia ad aumentare, così viene aperto il primo stabilimento industriale. Nel ’76 appare per la prima volta in TV.

Il segreto di Melegatti? La scelta di prodotti freschi italiani e l’abbandono di aromi artificiali.

Inoltre, vi è un laboratorio di analisi interno in cui persone specializzate effettuano ricerche e monitoraggi costanti sulle materie prime, semilavorati, prodotti finiti e imballi.

Tonno Callipo: “L’azienda che ricuce un rapporto antico tra i calabresi e il mare”

Ed eccoci nel sud d’Italia nel 1913 a Pizzo. In questo periodo il calabrese Giacinto Callipo crea la prima attività in Calabria – tra le prime anche in Italia – di lavorazione e conservazione del pregiato Tonno del Mediterraneo. Una storia che viene tramandata da cinque generazioni di imprenditori che, in questi anni, sono riusciti a conciliare la tradizione con l’innovazione. Alcune fasi della lavorazione sono ancora fatte a mano, proprio come un tempo. Anche il confezionamento di alcuni formati, come ad esempio i filetti di tonno, viene fatto a mano dalle operatrici. Questo aiuta a preservare una tradizione secolare.

La filosofia dell’azienda si fonda sui valori di qualità e trasparenza. Soprattutto per quanto riguarda le fasi di lavorazione. La prima fase è il sezionamento in cui il tonno viene congelato a bordo dei pescherecci e trasferito presso lo stabilimento dove avviene il controllo sulla qualità. In seguito allo scongelamento, che avviene con acqua a temperatura ambiente, il tonno viene sezionato, tagliato e lavato. Solo dopo quest’accurata fase viene cotto a vapore per poter mantenere le proprie caratteristiche e i valori nutritivi. Da qui vi sono altre fasi molto importanti: dalla sterilizzazione, al laboratorio e controllo della qualità, al confezionamento e, infine, alla stagionatura che ha lo scopo di garantire le qualità del prodotto.

Oggi l’Azienda Callipo produce anche il gelato artigianale e ha anche creato il Popilia Resort in cui, oltre ai percorsi di benessere, è possibile gustare i suoi prodotti.

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