Medicina

Tumore al seno: l’importanza della prevenzione 

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Il tumore al seno è la forma di cancro che si riscontra con maggiore frequenza nella popolazione femminile (può colpire anche gli uomini, ma si tratta di un’evenienza piuttosto rara: 500 casi all’anno in Italia).  

Secondo quanto riportato nel recente rapporto “I numeri del cancro in Italia 2024”, curato da AIRTUM, Fondazione AIOM e PASSI, nel 2024 ci sono state 53.000 nuove diagnosi di tumore al seno, poco meno di un terzo (30,3%) di tutti i tumori che hanno colpito le donne in Italia nello stesso periodo*. 

L’incidenza di questa forma di cancro è in lieve crescita, soprattutto nelle donne più giovani. Si è però fortunatamente registrata una riduzione della mortalità complessiva nel range di età compreso tra i 20 e i 49 anni. Tuttavia, il tumore al seno resta la prima causa di morte per malattia oncologica nelle donne (31%). 

Fondamentale è la prevenzione, che si mette in pratica attraverso l’adozione di uno stile di vita sano, strategia che riduce il rischio di malattia, e con la diagnosi precoce. A questo proposito è importante sottoporsi con regolarità a controlli presso le figure professionali di riferimento, come gli specialisti in Gruppo San Donato (GSD), che rappresentano un punto di riferimento per la diagnosi e la cura delle patologie oncologiche femminili.

La prevenzione 

Come accennato, la prevenzione è la principale arma che le donne hanno a disposizione per ridurre il rischio di ammalarsi di tumore al seno. 

È fondamentale a questo riguardo seguire uno stile di vita sano, vale a dire: avere un’alimentazione equilibrata, svolgere regolarmente attività fisica, evitare il fumo, ridurre il consumo di alcolici. Una riduzione del rischio di tumore al seno è associata anche all’allattamento al seno per almeno 6 mesi. 

Risultano fondamentali, come spesso i media ricordano, i numerosi programmi di screening per la diagnosi precoce del tumore al seno. 

Molti di questi programmi sono rivolti alle donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni, anche se alcune regioni prevedono controlli su una fascia più allargata: dai 45 ai 74 anni. Al di là dei programmi, è importante confrontarsi con il proprio medico curante e con il ginecologo di fiducia. Indipendentemente dall’età, le linee guida suggeriscono un controllo una volta all’anno. 

L’autopalpazione del seno è una pratica consigliabile perché consente alla donna di individuare un eventuale cambiamento nel proprio seno. Tuttavia, è opportuno ricordare che non può sostituire le visite mediche e i controlli come la mammografia. Deve cioè essere vista come utile integrazione. 

In alcuni casi, se la storia medica familiare o personale lo suggerisce, lo specialista potrà richiedere l’esecuzione di test genetici (per verificare, per esempio, le mutazioni nei geni BRCA 1 e BRCA 2). Nel caso di positività ai test, lo specialista potrebbe suggerire di aumentare le misure di controllo, se non addirittura il ricorso alla chirurgia preventiva. 

Le percentuali di guarigione 

Considerando tutte le forme di tumore, secondo i dati riportati sul citato rapporto di AIRTUM, AIOM e PASSI**, la metà delle persone che si ammalano di cancro è destinata a guarire. 

Per quanto riguarda il tumore al seno, la percentuale di guarigione è del 73%, ma ci sono importanti differenze a seconda dello stadio in cui si interviene: 99% nello stadio I, 81% nello stadio II, 36% negli stadi III e IV. 

Questi dati numerici mostrano molto chiaramente come la prevenzione e la diagnosi precoce siano fondamentali per la sopravvivenza a una delle più gravi patologie che interessano il sesso femminile.  

* Fonte: AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro): “Tumore del seno”.

** Fonte: LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori): “Rapporto AIOM 2024: la metà delle persone guarisce dal tumore”.

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