Il vero simbolismo e significato
Secondo le istituzioni europee, il significato della bandiera è profondamente laico e universale:
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Le 12 stelle rappresentano l’unità, la solidarietà e l’armonia tra i popoli d’Europa. Il numero dodici non è legato al numero di Stati membri (che è variato nel tempo), ma è stato scelto perché simbolo di completezza e perfezione. Lo ritroviamo in molte tradizioni: dai 12 mesi dell’anno ai 12 apostoli, passando per i 12 segni zodiacali.
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Il cerchio di stelle simboleggia l’uguaglianza tra gli Stati.
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Il colore blu dello sfondo richiama il cielo e valori come la pace, la libertà e l’unità.
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L’orientamento delle stelle è con una punta rivolta verso l’alto, come se segnassero le ore 12 su un orologio, evocando slancio e progresso.
La bizzarra interpretazione di Antonio Tajani Vicepresidente del Consiglio dei ministri della Repubblica italiana
Nel quarantesimo anniversario dell’adozione della bandiera europea da parte delle Comunità Europee, Antonio Tajani, ministro degli Esteri e vicepresidente del Consiglio, ha scelto di celebrare l’occasione con un post sui social in cui attribuisce alla bandiera dell’Unione Europea un significato esplicitamente religioso. “Blu come il manto della Madonna, con le dodici stelle delle tribù d’Israele disposte in cerchio”, ha scritto Tajani, forzando una lettura confessionale che non solo è storicamente inaccurata, ma anche politicamente inopportuna.
Una lettura ideologica e fuorviante
Attribuire alla bandiera europea un’origine mariana significa distorcerne volutamente il significato, piegandolo a una visione identitaria che confonde la cultura con la religione. La bandiera dell’UE è nata per essere un simbolo laico, universale e inclusivo, e non il vessillo di una religione o di una tradizione particolare. Le parole di Tajani rappresentano un tentativo malcelato di “battezzare” l’Europa secondo una visione ideologica conservatrice che non tiene conto della pluralità di culture, fedi e visioni che compongono il continente.
I fatti: simbolismo laico, non religioso
Il progetto grafico della bandiera fu approvato nel 1955 dal Consiglio d’Europa, che voleva un simbolo capace di rappresentare l’unità tra i popoli europei, senza discriminazioni di carattere culturale o confessionale. Il numero 12 non ha nulla a che vedere con la Madonna o le tribù di Israele, ma è stato scelto per il suo significato simbolico universale di perfezione e completezza, presente in molte culture: dai 12 mesi dell’anno ai 12 segni zodiacali, dai 12 lavori di Ercole ai 12 cavalieri della Tavola Rotonda. Le stelle in cerchio simboleggiano l’uguaglianza tra gli Stati, e lo sfondo blu richiama semplicemente il cielo europeo, la pace e l’armonia.
Un simbolo pensato per unire, non per dividere
Tajani cerca di riportare l’Europa a un’identità giudaico-cristiana esclusiva, oscurando volutamente l’anima pluralista e laica dell’Unione Europea. È un’operazione ideologica, identitaria, che rischia di minare il senso stesso della bandiera: quello di unire cittadini di fedi diverse — o di nessuna fede — sotto una comune aspirazione alla democrazia, alla libertà, alla solidarietà. La bandiera dell’UE non è (e non deve essere) una bandiera cattolica, né tantomeno un simbolo religioso. È, per statuto e intenzione, un simbolo secolare.
Il pericolo di una riscrittura simbolica
Quando un ministro della Repubblica tenta di reinterpretare un simbolo collettivo alla luce di una religione specifica, non sta facendo cultura, ma appropriazione politica. È il medesimo tipo di operazione che trasforma la croce in uno strumento identitario anziché in un simbolo di fede, o che evoca radici “cristiane” d’Europa per giustificare politiche escludenti verso chi cristiano non è. È una retorica che ha poco a che fare con il pluralismo europeo e molto con la nostalgia di un’Europa etnicamente e religiosamente omogenea che non è mai esistita.
Europa è anche libertà da simboli imposti
L’Unione Europea ha scelto consapevolmente di non adottare simboli religiosi, proprio per rispettare la libertà di coscienza e il pluralismo dei suoi cittadini. Invece, Tajani propone una visione che rischia di escludere milioni di europei: atei, agnostici, musulmani, ebrei, buddisti, protestanti, ortodossi… Un’Europa che impone il blu mariano non è più l’Europa della “unità nella diversità”, ma una versione revisionista e ridotta, incapace di accogliere le complessità del nostro tempo.
La bandiera è di tutti
La bandiera europea è un simbolo condiviso, nato per essere di tutti e per tutti. Non è una reliquia né un’icona sacra, ma una rappresentazione grafica di valori moderni: pace, uguaglianza, democrazia, coesione. Strumentalizzarla per fini religiosi significa tradirne lo spirito originario.
Tajani ha diritto alle sue convinzioni religiose personali, ma non ha il diritto di reinterpretare simboli collettivi in nome di una fede, svuotandoli del loro significato pubblico e laico. Se l’Europa vuole rimanere fedele a se stessa, deve resistere a queste derive identitarie che, in nome della tradizione, cancellano la complessità e l’apertura che fanno dell’Unione una vera comunità di popoli.
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