Società

Sicurezza domestica e furti nelle abitazioni: a che punto siamo nel 2025?

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Una fotografia aggiornata della sicurezza nelle nostre case

Il tema della sicurezza domestica continua a essere centrale nel dibattito pubblico italiano, e i dati più recenti del Ministero dell’Interno, elaborati dal Sole 24 Ore, offrono uno spaccato preoccupante: i furti in abitazione sono tornati a crescere dopo il calo osservato negli anni della pandemia. Nel 2023 si sono registrati 147.660 furti denunciati, con un incremento del 10,4% rispetto al 2022, quando i casi erano stati 135.447. Il trend sembra proseguire anche nel 2024: i dati provvisori relativi al primo semestre segnalano un ulteriore aumento del 3,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Una crescita che non sorprende, ma preoccupa

L’aumento dei furti domestici può essere letto come un effetto collaterale della ripresa della normalità post-pandemica. Il ritorno a ritmi di vita più dinamici, la maggiore mobilità delle persone e l’incremento dei flussi turistici in molte città italiane hanno determinato condizioni favorevoli all’azione dei ladri. Tuttavia, nonostante la crescita, i numeri complessivi restano ancora inferiori rispetto al 2019, anno pre-Covid, con una riduzione del 4,7%. Un dato che va interpretato con cautela: se da un lato segnala che non si sono ancora raggiunti i livelli pre-pandemici, dall’altro conferma una tendenza al rialzo che potrebbe consolidarsi nei prossimi mesi.

Le città più colpite: Roma, Milano, Torino

Come accade frequentemente, sono le grandi città a essere maggiormente vulnerabili. Le prime tre città metropolitane per numero di reati denunciati registrano ciascuna oltre 6.000 casi ogni 100.000 residenti, seguite dalla città di Rimini. Confrontando i dati con il 2019, a Milano si osserva un leggero incremento del 4,9%, mentre a Roma l’aumento è stato più marcato, con un +16,7%. A Firenze si è verificato un notevole incremento delle rapine. Le aree metropolitane rappresentano un contesto favorevole per i criminali, grazie all’anonimato garantito, all’elevata densità di popolazione e alla continua mobilità degli abitanti.

Tuttavia, i numeri assoluti non restituiscono sempre un quadro preciso dell’impatto reale del fenomeno sulla cittadinanza. Per questa ragione, è utile analizzare il numero di furti in relazione al numero degli abitanti.

Profile view of a man with a hoodie trying to pick a lock in a house and forcing his entry

Le province con la maggiore incidenza

Nel 2023, le province con il più alto tasso di furti in rapporto alla popolazione sono state:

Pisa, con 48,1 furti ogni 10.000 abitanti,
Firenze con 43,3,
e Lucca con 42,7.

Questi dati dimostrano che anche le zone non metropolitane possono diventare obiettivi frequenti per i ladri, spesso a causa della presenza di seconde abitazioni, aree turistiche o case isolate, più facili da raggiungere e violare.

Ancor più rilevanti sono le variazioni percentuali rispetto all’anno precedente. Alcune province hanno registrato aumenti considerevoli nei furti:


Trieste ha segnato un +57,5%,
Pesaro Urbino un +56,8%,
e L’Aquila un +55,6%.

Queste impennate indicano fenomeni nuovi o cambiamenti nei comportamenti della criminalità locale. Le ragioni possono essere diverse: maggiore esposizione del territorio, lacune nei sistemi di sorveglianza o un calo nella capacità di prevenzione.

Le cause del fenomeno: mobilità, turismo e vulnerabilità

Diversi fattori concorrono a spiegare la ripresa dei furti domestici. In primis, la maggiore mobilità: con il ritorno al lavoro in presenza, molte abitazioni rimangono disabitate per lunghi periodi della giornata, diventando facili obiettivi. A ciò si aggiunge la crescente presenza turistica, soprattutto nelle città d’arte e nelle località costiere, dove l’alternanza di residenti e visitatori riduce il controllo sociale e aumenta le occasioni per i ladri.

Anche la disparità nell’efficienza dei sistemi di videosorveglianza e la mancanza di adeguate misure di sicurezza in molte abitazioni, soprattutto nei piccoli centri e nelle periferie, giocano un ruolo importante. L’adeguamento tecnologico è spesso disomogeneo e dipende dalla consapevolezza dei cittadini e dalle politiche di sicurezza urbana messe in atto dalle amministrazioni locali.

Sicurezza e prevenzione: cosa si può fare?

In un contesto di crescita dei furti, è fondamentale rafforzare le strategie di prevenzione. Le soluzioni non mancano: dai sistemi di allarme smart integrati con app e videosorveglianza remota, fino a iniziative di controllo di vicinato che coinvolgono direttamente i cittadini. Secondo alcuni esperti, il primo deterrente resta la presenza fisica o percepita: un’abitazione che appare vissuta, magari dotata di luci temporizzate o sistemi intelligenti, ha meno probabilità di essere presa di mira.

Anche le forze dell’ordine giocano un ruolo chiave, ma necessitano di strumenti adeguati e di una migliore collaborazione con i Comuni. In molte città, ad esempio, sono state avviate iniziative di videosorveglianza territoriale che collegano i dati raccolti da telecamere pubbliche e private. Tuttavia, l’efficacia di questi strumenti dipende dalla qualità della rete tecnologica e dalla capacità di analizzare in tempo reale le informazioni raccolte.

Il futuro: cosa aspettarci nel 2025?

Ad oggi, non sono ancora disponibili dati consolidati sul 2025, ma il trend osservato nei primi sei mesi del 2024 – con un aumento del 3,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente – lascia intuire che la crescita potrebbe proseguire. Alcuni analisti ritengono che la tendenza sia destinata a consolidarsi, soprattutto se non verranno messe in atto politiche di prevenzione più incisive e un rafforzamento della sicurezza urbana.

Il rischio maggiore è quello di una normalizzazione del crimine domestico, dove l’aumento dei furti viene percepito come inevitabile. Per contrastare questa deriva, è essenziale che il tema della sicurezza torni al centro delle agende politiche, a livello sia locale che nazionale. Non solo con più fondi, ma con strategie coordinate e inclusive, capaci di coinvolgere cittadini, imprese, tecnici e forze dell’ordine in un’azione condivisa.

Per riassumere

I dati parlano chiaro: i furti domestici sono tornati a crescere, segnando la fine della tregua indotta dalla pandemia. Anche se i livelli pre-Covid non sono ancora stati raggiunti, la tendenza all’aumento è evidente. Le grandi città restano gli epicentri del fenomeno, ma anche le province più piccole e turistiche iniziano a mostrare segnali d’allarme.

In questo scenario, la sfida sarà duplice: da un lato rafforzare le difese tecnologiche e strutturali delle abitazioni, dall’altro promuovere una cultura della prevenzione e della collaborazione tra cittadini e istituzioni. Solo così si potrà sperare di invertire la rotta e garantire un futuro più sicuro alle nostre case.

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