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Scienza sotto assedio: Trump spaventa i ricercatori

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Il 23 maggio 2025, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo intitolato “Restoring Gold Standard Science”, con l’obiettivo dichiarato di promuovere una scienza “trasparente, rigorosa e di impatto”. Tuttavia, l’iniziativa, che incarica l’Office of Science and Technology Policy (OSTP) della Casa Bianca di guidare le agenzie federali nello sviluppo di nuove politiche di integrità scientifica, ha suscitato un’ondata di proteste tra migliaia di scienziati, accademici e ricercatori. Più di 6.000 firme sono state raccolte per una lettera aperta che denuncia il rischio di un’interferenza politica senza precedenti nel mondo della ricerca scientifica. Questo articolo esplora le ragioni di questa controversia, analizzando il contesto, le implicazioni e le reazioni della comunità scientifica.

Il Contesto: Un Ordine Esecutivo Controverso

L’ordine esecutivo di Trump si propone di riformare le politiche di integrità scientifica delle agenzie federali, come il National Institutes of Health (NIH), la National Science Foundation (NSF) e l’Environmental Protection Agency (EPA), con l’obiettivo di affrontare presunti problemi di affidabilità nella ricerca, come ritrattazioni di studi e difficoltà di riproducibilità. Secondo Victoria LaCivita, portavoce dell’OSTP, l’iniziativa mira a ricostruire la fiducia tra la comunità scientifica e il pubblico attraverso “principi scientifici di buon senso”. Tuttavia, molti scienziati vedono nell’ordine un tentativo di centralizzare il controllo sulla scienza, dando ai funzionari nominati politicamente il potere di “correggere” le informazioni scientifiche, disciplinare i ricercatori e influenzare la comunicazione dei risultati.
L’ordine revoca le politiche di integrità scientifica istituite dall’amministrazione Biden nel 2021, che prevedevano la protezione degli scienziati governativi da interferenze politiche, affidando l’applicazione di tali politiche a funzionari di carriera non partigiani. Al contrario, il nuovo ordine consente ai nominati politici di assumere un ruolo centrale nella valutazione e nella gestione della ricerca, sollevando timori che le decisioni scientifiche possano essere subordinate a priorità politiche.

Le critiche della Comunità Scientifica

La comunità scientifica ha reagito con forza, denunciando l’ordine come un attacco alla libertà accademica e all’indipendenza della scienza. La lettera aperta, firmata da oltre 6.000 ricercatori, sostiene che l’iniziativa “coopta il linguaggio della scienza aperta” per implementare un sistema centralizzato che serve gli interessi politici del presidente. “La scienza è un processo decentralizzato e auto-correttivo”, si legge nella lettera. “Questo ordine, invece, promuove un sistema che risponde ai capricci di chi è al potere”.
Gli scienziati temono che l’ordine esecutivo possa:
  • Compromettere l’indipendenza scientifica: Affidando ai nominati politici il controllo sulle politiche di integrità scientifica, si rischia di subordinare la ricerca a obiettivi ideologici, come dimostrato durante il primo mandato di Trump (2017-2021), quando scienziati dell’EPA furono emarginati per favorire politiche di deregolamentazione ambientale.
  • Censurare la ricerca: L’ordine consente ai funzionari di “correggere” le informazioni scientifiche e controllare la loro comunicazione al pubblico, sollevando timori di censura, specialmente su temi sensibili come il cambiamento climatico e le disparità sanitarie.
  • Danneggiare la fiducia pubblica: Sebbene l’amministrazione affermi di voler ricostruire la fiducia nella scienza, un sondaggio del Pew Research Center del 2024 indica che il pubblico americano ha maggiore fiducia negli scienziati rispetto al governo federale, suggerendo che l’interferenza politica potrebbe ulteriormente erodere questa fiducia.

Un passato di tensioni tra Trump e la Scienza

 Le preoccupazioni della comunità scientifica non nascono dal nulla. Durante il primo mandato di Trump, l’amministrazione fu accusata di aver sistematicamente ostacolato la ricerca scientifica. Ad esempio, l’EPA tentò di limitare i dati utilizzabili per le politiche ambientali, mentre centinaia di ricercatori governativi denunciarono interferenze politiche nel loro lavoro. Inoltre, Trump impiegò quasi due anni per nominare un consigliere scientifico, un ritardo senza precedenti per un presidente americano.
Nel 2025, le azioni dell’amministrazione Trump hanno ulteriormente intensificato le tensioni. Tra queste:
  • Tagli ai finanziamenti: Miliardi di dollari in fondi per la ricerca sono stati congelati o cancellati, con la NSF che ha sospeso circa 1.040 sovvenzioni per un totale di 739 milioni di dollari. Il bilancio proposto per il 2026 prevede una riduzione del 55% per la NSF e del 44% per il NIH.
  • Licenziamenti di scienziati federali: Migliaia di ricercatori presso agenzie come l’EPA, la NOAA e il NIH hanno ricevuto notifiche di licenziamento, creando un “clima di paura” nella comunità scientifica.
  • Eliminazione di programmi scientifici: Oltre 100 studi sul cambiamento climatico sono stati interrotti, e l’amministrazione ha proposto di eliminare il 97% dei fondi per il US Global Change Research Program, fondamentale per valutare i rischi climatici.

Il ruolo di Project 2025

 Molte delle azioni dell’amministrazione Trump riflettono le raccomandazioni di Project 2025, un piano dettagliato elaborato dalla Heritage Foundation per una seconda presidenza Trump. Il progetto, che cita Trump e la sua amministrazione 300 volte, propone di smantellare l’apparato scientifico federale, accusando i funzionari di promuovere “propaganda woke” e sostenendo un maggiore controllo politico sulle agenzie scientifiche. Gli scienziati temono che queste politiche possano compromettere la capacità degli Stati Uniti di affrontare sfide globali come il cambiamento climatico e le pandemie.

La scienza politicizzata?

Le proteste contro l’ordine esecutivo si sono intensificate, con manifestazioni come i Stand Up for Science rallies in città come Washington DC e Boston, dove i ricercatori hanno espresso la loro opposizione alle politiche dell’amministrazione. Alcuni scienziati stanno anche intraprendendo azioni legali per reintegrare le sovvenzioni terminate, mentre altri avvertono che i tagli alla ricerca potrebbero spingere giovani talenti scientifici a lasciare gli Stati Uniti, compromettendo la leadership globale del paese in ambito scientifico.
Michael Kratsios, direttore dell’OSTP, ha difeso l’iniziativa, sostenendo che mira a proteggere la proprietà intellettuale americana e a promuovere aree strategiche come l’intelligenza artificiale e la tecnologia quantistica. Tuttavia, la mancanza di dettagli chiari sulle nuove politiche di integrità scientifica e l’enfasi su priorità economiche e di sicurezza nazionale sollevano ulteriori interrogativi sul futuro della ricerca fondamentale.
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L’iniziativa di Trump per un “gold standard” nella scienza, pur presentata come un tentativo di migliorare la qualità e la trasparenza della ricerca, è percepita da molti scienziati come un pericoloso tentativo di politicizzare la scienza. Con tagli ai finanziamenti, licenziamenti e un maggiore controllo politico, il rischio è che gli Stati Uniti perdano la loro posizione di leader globale nella ricerca scientifica, con conseguenze a lungo termine per l’innovazione, la salute pubblica e la lotta al cambiamento climatico. La comunità scientifica, attraverso proteste, lettere aperte e azioni legali, sta cercando di difendere l’indipendenza della scienza, ma il futuro rimane incerto. Come ha dichiarato Steven Woolf, organizzatore della lettera aperta, “questi cambiamenti avranno un impatto diretto sulla vita degli americani, dalla salute all’economia”.
Fonte: NATURE

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