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Quante sono le probabilità di andare su Marte (e sopravvivere?)

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Nel 2025, andare su Marte e sopravvivere è una scommessa ad alto rischio: le probabilità di successo sono basse (10-20% per il viaggio, 20-30% per la sopravvivenza a lungo termine), con tecnologie ancora immature e molte incognite. Tra 30 anni, nel 2055, i progressi tecnologici renderanno le missioni più fattibili (70-80% per il viaggio, 60-70% per la sopravvivenza), ma una colonia autosufficiente resterà un obiettivo complesso, con probabilità più basse.

Le visioni grandiose di certi imprenditori spaziali, pur ispirando, tendono a sottovalutare le sfide pratiche: Marte non è un posto per improvvisazioni. Per ora, meglio esercitarsi a coltivare patate in un simulatore, come in The Martian, e tenere d’occhio i progressi di SpaceX, NASA e altri.

E chissà, quando finalmente metteremo piede su Marte… Elon Musk potrebbe salutarci dalla cupola della base in forma di ologramma motivazionale (la biologia e i telomeri sono gli stessi  anche per lui), ripetendo: “Occupiamo Marte!”, con tanto di emoji 🚀 fluttuanti nel cielo polveroso.


Tecnologie attuali (2025)

Nel 2025, l’idea di andare su Marte e tornare vivi è paragonabile a organizzare un picnic in Antartide durante una bufera: teoricamente possibile, ma con rischi enormi e molte incognite. Ecco lo stato dell’arte:

Vettori di lancio

SpaceX domina la scena con Starship, un razzo riutilizzabile progettato per trasportare decine di persone e tonnellate di carico su Marte. Nel 2025, Starship ha completato voli orbitali, ma le missioni umane sono ancora in fase di pianificazione.
La NASA, con il suo Space Launch System (SLS), e altre agenzie (come la Cina con il razzo Long March) sono più caute, puntando a missioni marziane negli anni ’30.
I ritardi sono la norma: i progetti spaziali tendono a scivolare di anni, nonostante le promesse di tempistiche ambiziose.

Viaggio interplanetario

Il viaggio verso Marte dura circa 6-9 mesi, esponendo gli astronauti a radiazioni cosmiche e solari che aumentano il rischio di cancro a lungo termine.
Le capsule attuali, come quelle di SpaceX o i concept della NASA, offrono protezione limitata (scudi di polietilene o acqua), ma non sono ancora ottimizzate per equipaggi numerosi o missioni prolungate.

Sopravvivenza su Marte

Il pianeta rosso è un ambiente ostile:

  • Temperatura media di -60°C

  • Atmosfera composta al 96% da CO₂

  • Pressione bassissima

  • Radiazioni intense

  • Suolo arido

Habitat

Prototipi come HERA (NASA) o i concept di habitat gonfiabili di SpaceX esistono, ma non sono mai stati testati su Marte.
La costruzione di basi stabili richiederebbe materiali locali (regolite) e tecnologie come la stampa 3D, ancora in fase sperimentale.

Supporto vitale

Sistemi per:

  • Generare ossigeno (MOXIE, testato su Perseverance)

  • Riciclare acqua

  • Coltivare cibo (idroponica o aeroponica)

…sono promettenti, ma scalare queste soluzioni per una colonia è complesso.
L’energia (solare o nucleare) è un altro collo di bottiglia: i pannelli solari su Marte sono meno efficienti a causa della polvere e della distanza dal Sole.

Ritorno

Produrre carburante su Marte (metano e ossigeno tramite il processo Sabatier) è teoricamente possibile, ma non ancora dimostrato su larga scala.
Senza rifornimenti dalla Terra, una missione di ritorno resta un’incognita.


Probabilità attuali

Raggiungere Marte

Le probabilità di una missione umana entro il 2030 sono circa del 10-20%.
SpaceX potrebbe tentare un volo dimostrativo, ma la NASA e altre agenzie puntano a tempistiche più conservative (2035-2040).
I rischi tecnici, come guasti al razzo o al sistema di atterraggio, sono significativi.

Sopravvivere

Una volta atterrati:

  • La sopravvivenza a breve termine (qualche mese) in un habitat ben equipaggiato è plausibile: 50-60%

  • Per una permanenza prolungata (anni), le chance calano al 20-30%, a causa di radiazioni, dipendenza dai rifornimenti terrestri e fragilità psicologica

Un singolo malfunzionamento potrebbe trasformare gli astronauti in statue di ghiaccio marziane.


Prospettive tra 30 anni (2055)

Guardando al 2055, le probabilità di andare su Marte e sopravvivere migliorano sensibilmente, grazie ai progressi tecnologici e a una maggiore esperienza.
Tuttavia, trasformare Marte in una “seconda casa” per l’umanità resta una sfida titanica.

Propulsione avanzata

I razzi riutilizzabili saranno standard.
La propulsione nucleare termica o elettrica, in studio da DARPA e NASA, potrebbe ridurre il viaggio a 3-4 mesi.
Sistemi di ibernazione o criosonno potrebbero rendere il viaggio più sicuro e meno stressante.

Habitat e colonie

La stampa 3D con regolite marziana potrebbe permettere la costruzione di basi semi-sotterranee, protette dalle radiazioni.
Habitat modulari, con supporto vitale avanzato e coltivazioni autosufficienti, potrebbero sostenere piccole comunità.
L’energia nucleare (reattori compatti) o solare avanzata sarà cruciale.

Sopravvivenza a lungo termine

Sistemi per:

  • Produzione locale di cibo (serre avanzate)

  • Estrazione di acqua da ghiaccio sotterraneo

  • Produzione di carburante

…potrebbero ridurre la dipendenza dalla Terra.
La protezione dalle radiazioni (scudi magnetici artificiali, basi sotterranee) sarà più efficace.
Resterà però difficile la gestione psicologica e sociale di una colonia isolata.

Collaborazioni globali

NASA, ESA, Cina, India e aziende private come SpaceX collaboreranno o si sfideranno, accelerando i progressi.
Una base internazionale, simile alla ISS, è più probabile di una “città” alla SpaceX.

Sfide impreviste

Marte è imprevedibile: tempeste di polvere globali, guasti tecnici, problemi medici (bassa gravità di 0,38g) possono sempre complicare la situazione.
La colonizzazione su larga scala richiederà decenni oltre il 2055.


Probabilità nel 2055

Raggiungere Marte

Le missioni umane saranno probabilmente comuni, con una probabilità del 70-80%.
I viaggi saranno più sicuri, con razzi collaudati e traiettorie ottimizzate.

Sopravvivere

La sopravvivenza a lungo termine (anni) in colonie ben equipaggiate avrà una probabilità del 60-70%.
Una colonia autosufficiente resta però ambiziosa: 20-30% di possibilità.
Una “città marziana” con migliaia di abitanti? Ancora fantascienza.

Un viaggio da Terra a Marte: impatti sul corpo umano

Un viaggio da Terra a Marte, con le attuali tecnologie, richiede circa 6-9 mesi, a seconda della traiettoria e della finestra di lancio. Durante questo periodo, gli astronauti sono esposti a microgravità e a un ambiente confinato, con impatti significativi sul corpo umano. Di seguito, una spiegazione dettagliata delle condizioni fisiche, con particolare attenzione a ossa, muscoli e altri sistemi.


1. Condizioni fisiche generali

Adattamento alla microgravità

In assenza di gravità, il corpo non deve contrastare la forza gravitazionale terrestre, provocando adattamenti fisiologici. Gli astronauti possono inizialmente sperimentare nausea e disorientamento (space motion sickness), che solitamente scompaiono entro 1-2 settimane.

Esposizione alle radiazioni

Nello spazio profondo, l’esposizione a radiazioni cosmiche e particelle solari è più elevata, con un aumento del rischio di danni cellulari e, a lungo termine, di tumori. Le attuali protezioni sono limitate, e ciò rappresenta uno stress aggiuntivo per il corpo.


2. Impatto su ossa

Perdita di densità ossea

In microgravità, le ossa non ricevono il carico meccanico necessario a mantenerne la densità. Si può perdere 1-2% di densità ossea al mese, soprattutto in fianchi, colonna vertebrale e gambe. Dopo 6-9 mesi, la perdita può diventare significativa, aumentando il rischio di fratture.

Recupero

Il recupero della densità ossea richiede mesi o anni una volta tornati in un ambiente con gravità, e non sempre è completo.


3. Impatto sui muscoli

Atrofia muscolare

I muscoli delle gambe, della schiena e del core si indeboliscono rapidamente in assenza di gravità. Si può perdere fino al 20-30% della massa muscolare in 6-9 mesi, causando difficoltà motorie al ritorno sulla Terra o su Marte.

Esercizio fisico

Per contrastare l’atrofia, gli astronauti si allenano circa 2 ore al giorno usando tapis roulant, cyclette e dispositivi a resistenza come l’ARED. Tuttavia, l’atrofia non può essere completamente evitata.


4. Sistema cardiovascolare

Decondizionamento cardiovascolare

In microgravità, il cuore lavora meno per pompare il sangue, riducendo la capacità cardiovascolare. Il volume plasmatico può diminuire del 10-15%, causando debolezza o svenimenti al ritorno in gravità.

Spostamento dei fluidi (fluid shift)

I liquidi corporei si spostano verso la parte superiore del corpo, con gonfiore al viso e riduzione del volume nelle gambe. Questo fenomeno può aumentare la pressione intracranica, con possibili effetti sulla vista (sindrome VIIP).


5. Sistema nervoso e vista

Problemi visivi

Il 20-30% degli astronauti segnala alterazioni della vista a causa della pressione intracranica. Si possono verificare visioni offuscate o danni permanenti alla retina.

Coordinazione ed equilibrio

La microgravità altera il senso dell’equilibrio e la coordinazione motoria, richiedendo un periodo di riadattamento al ritorno in gravità.


6. Sistema immunitario

Riduzione delle difese

Radiazioni, stress e isolamento possono indebolire il sistema immunitario, aumentando la suscettibilità a infezioni. Tuttavia, le missioni spaziali sono progettate per minimizzare i rischi di contaminazione.


7. Aspetti psicologici

Stress mentale

La lunga permanenza in uno spazio ristretto, l’isolamento e la lontananza dalla Terra possono causare ansia, depressione o disturbi cognitivi. Gli astronauti ricevono supporto psicologico e specifico addestramento.

Disturbi del sonno

L’assenza di un ciclo giorno-notte naturale e lo stress possono disturbare il ritmo circadiano, compromettendo attenzione e prestazioni cognitive.


8. Adattamento su Marte

Una volta atterrati su Marte, la gravità parziale (0,38 g) fornisce un minimo stimolo meccanico utile a ridurre gli effetti della microgravità. Tuttavia, il corpo necessita comunque di tempo per adattarsi.

Gli astronauti potranno incontrare difficoltà motorie e affaticamento a causa della debolezza muscolare e osseaaccumulata. La gravità marziana, sebbene presente, non basta a prevenire completamente la perdita ossea e muscolarea lungo termine.


Mitigazione e contromisure

  • Esercizio fisico: fondamentale per contrastare l’atrofia muscolare e la demineralizzazione ossea.

  • Dieta: alimentazione ricca di calcio, vitamina D e proteine per sostenere la salute muscoloscheletrica.

  • Farmaci: in alcune missioni si testano bifosfonati per rallentare la perdita ossea.

  • Monitoraggio medico: controllo costante delle condizioni fisiche e psicologiche degli astronauti.


Conclusione

Dopo 6-9 mesi nello spazio, un astronauta può subire:

  • una perdita del 10-15% di densità ossea,

  • una riduzione del 20-30% della massa muscolare,

  • decondizionamento cardiovascolare,

  • alterazioni visive e cognitive

  • e stress psicologico.

Questi effetti sono parzialmente mitigabili tramite esercizio, dieta e supporto medico, ma il recupero completo può richiedere mesi in un ambiente con gravità. La gravità marziana, pur aiutando, non elimina del tutto i problemi. Una preparazione accurata e un monitoraggio continuo sono quindi essenziali per tutelare la salute degli astronauti in viaggi interplanetari.

Nel 2025, andare su Marte e sopravvivere è una scommessa ad alto rischio:

  • 10-20% per il viaggio

  • 20-30% per la sopravvivenza a lungo termine

Le tecnologie sono ancora immature e le incognite molte.

Nel 2055, grazie ai progressi tecnologici, le missioni saranno più fattibili:

  • 70-80% per il viaggio

  • 60-70% per la sopravvivenza

Una colonia autosufficiente resta un obiettivo complesso, con probabilità più basse.

Le visioni grandiose di certi imprenditori spaziali, pur ispirando, tendono a sottovalutare le sfide pratiche. Marte non è un posto per improvvisazioni.
Per ora, meglio esercitarsi a coltivare patate in un simulatore, come in The Martian.

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