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Quali Paesi (oltre agli USA) impongono DAZI all’Italia?

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Negli ultimi anni, il commercio internazionale è diventato un terreno di scontro sempre più complesso, dove i dazi doganali non sono solo strumenti fiscali, ma anche leve politiche ed economiche. L’Italia, con il suo export di eccellenza – dal Made in Italy agroalimentare alla moda di alta gamma – si trova spesso nel mirino di politiche protezionistiche adottate da paesi extra-UE. Queste misure, motivate da esigenze di tutela delle industrie locali o da ritorsioni commerciali, incidono direttamente sulla competitività delle imprese italiane, costrette a fare i conti con barriere tariffarie che in alcuni casi superano il 200%.

1. Cina

  • La Cina ha avviato nel 2024 un’indagine antidumping sulle importazioni di prodotti lattiero-caseari (come formaggi, latte e panna) provenienti dall’Unione Europea in risposta ai dazi UE sulle auto elettriche cinesi ReutersSCMP.

  • Sempre nel 2025, ha introdotto dazi antidumping fino al 34,9 % su brandy dell’UE (soprattutto cognac), con alcune eccezioni a precisionate condizioni ReutersFrance 24.

2. Canada

  • Il sistema di “supply management” canadese stabilisce quote tariffarie (TRQ) con dazi molto elevati (tra 200 % e 300 %) solo per le importazioni che superano la quota consentita, situazione che nella pratica quasi mai si verifica Wikipedia+1FactCheck.orgBloomberg.

  • Quindi, benché tassi elevati siano previsti “sulla carta”, la maggior parte delle esportazioni  in Canada entra senza dazi grazie alle quote Connectés au Canadadepts.ttu.edu.

3. Svizzera

  • Le importazioni sono generalmente soggette a dazi modesti (media MFN intorno al 5 % o meno) Trade.gov. Tuttavia, i prodotti lattiero-caseari (come formaggio, latte, burro, yogurt) possono invece incorrere in dazi significativamente più alti, compresi tra il 15 % e il 40 %, a seconda della categoria zhengbackpack.comwits.worldbank.org.

  • Da parte statunitense, invece, è stata recentemente minacciata l’imposizione di una tariffa del 39 % su tutti i prodotti svizzeri, inclusi formaggi, anche se questa misura è in fase di negoziazione thedairysite.comTrade Compliance Resource Hub.


Importante: l’Italia è parte dell’Unione Doganale UE

  • I dazi imposti da paesi terzi riguardano generalmente tutta l’Unione Europea, non l’Italia da sola. Quindi, eventuali misure protezionistiche si basano sulle politiche commerciali comuni dell’UE, ma impattano comunque le esportazioni italiane.


Conclusioni e impatti

  • Dazi antidumping e protezionismo: Cina e altri paesi usano queste misure per tutelare le industrie domestiche, colpendo settori chiave dell’export italiano come agroalimentare e moda.

  • Cartellizzazione delle quote (Canada): quote limitate e dazi elevati sopra la soglia rendono difficile esportare in Canada, soprattutto per latticini.

  • Competitività ridotta: i dazi aumentano i costi per esportatori italiani, penalizzando prodotti “Made in Italy” su mercati esteri.

 

I dazi doganali e le misure protezionistiche adottate da paesi come Cina, Canada e Svizzera rappresentano una sfida significativa per le esportazioni italiane, in particolare per settori strategici come l’agroalimentare e la moda di alta gamma. Le indagini antidumping cinesi, le quote tariffarie canadesi e i dazi elevati sui lattiero-caseari in Svizzera, pur applicati al contesto dell’Unione Doganale UE, riducono la competitività del Made in Italy, aumentando i costi per gli esportatori e limitando l’accesso a mercati chiave. Per preservare la propria posizione sui mercati globali, l’Italia deve affidarsi a una strategia coordinata a livello UE, promuovendo negoziati commerciali che mitighino l’impatto di queste barriere e favoriscano un accesso più equo per i prodotti italiani di eccellenza.

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