I Premi Pulitzer 2024, i più importanti riconoscimenti del giornalismo statunitense, sono stati annunciati alla Columbia University di New York. Il grande protagonista di quest’anno è stato il New York Times, che ha ricevuto quattro premi per le sue inchieste su temi cruciali come la crisi del fentanyl, il comportamento dell’esercito americano e il tentato assassinio di Donald Trump durante la campagna per la rielezione. Il New Yorker ha ricevuto tre premi, confermandosi una delle voci più autorevoli nel panorama dell’informazione.
Per il secondo anno consecutivo, ProPublica ha ricevuto la medaglia d’oro per il servizio pubblico, grazie a un’inchiesta realizzata da Kavitha Surana, Lizzie Presser, Cassandra Jaramillo e Stacy Kranitz. Il loro reportage ha portato alla luce i casi di donne incinte decedute per la mancanza di cure urgenti in Stati americani dove vigono leggi molto restrittive sull’aborto.
Il Washington Post è stato premiato nella categoria “breaking news” per la tempestiva copertura del tentato omicidio di Trump. Un riconoscimento è andato anche ad Ann Telnaes, vignettista satirica premiata dopo aver lasciato il giornale, in segno di protesta contro la decisione della redazione di non pubblicare una sua vignetta critica nei confronti dei leader della tecnologia, tra cui Jeff Bezos, proprietario del Post, accusati di sottomettersi a Trump.
In totale, i Pulitzer per il giornalismo sono stati assegnati in 15 categorie, a cui si aggiungono otto premi per le arti. Solo il vincitore del premio per il servizio pubblico riceve la medaglia d’oro; tutti gli altri vincitori ottengono un premio in denaro di 15.000 dollari.
Tra gli altri riconoscimenti al New York Times figurano il premio per il reportage esplicativo (assegnato ad Azam Ahmed, Christina Goldbaum e Matthieu Aikins per la loro analisi della politica americana in Afghanistan), per la fotografia di attualità (Doug Mills per le immagini relative al tentato omicidio), per il reportage internazionale (Declan Walsh e il team per un’inchiesta sul conflitto in Sudan) e per il reportage locale, quest’ultimo condiviso con il Baltimore Banner per la copertura della crisi da fentanyl a Baltimora (premiati Alissa Zhu, Nick Thieme e Jessica Gallagher).
Il New Yorker ha invece trionfato per i suoi commenti (Mosab Abu Toha e i suoi testi su Gaza), per il podcast investigativo “In the Dark” sull’uccisione di civili iracheni da parte delle forze americane, e per la fotografia di reportage (Moises Saman, con scatti dalla prigione siriana di Sednaya).
Tra gli altri vincitori: Reuters ha ricevuto un Pulitzer per un’inchiesta sul traffico di oppiacei, mentre il Wall Street Journalè stato premiato per aver indagato su Elon Musk, la sua crescente influenza sul movimento conservatore e i suoi rapporti con Vladimir Putin.
Per la narrativa, il Pulitzer è andato a Percival Everett per il romanzo James, una rilettura radicale di Le avventure di Huckleberry Finn dal punto di vista del personaggio afroamericano. Per il teatro, invece, ha vinto Branden Jacobs-Jenkins con l’opera Purpose, una dramma familiare che racconta l’autodistruzione di una famiglia nera benestante.
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