Jannik Sinner è fiscalmente residente a Monte Carlo (Monaco), non in Italia. Questo significa che, secondo la legge, paga le tasse nel Paese dove vive la maggior parte dell’anno e dove ha i suoi interessi principali, come casa, lavoro o famiglia. Se una persona vive davvero all’estero, non è obbligata a pagare le tasse in Italia sui soldi guadagnati fuori dal Paese.
Il Principato di Monaco è noto per il suo sistema fiscale vantaggioso: non impone tasse sul reddito personale, quindi chi vi risiede legalmente paga poco o nulla sui propri guadagni. È per questo che molti sportivi e personaggi internazionali scelgono di stabilirsi lì.
Nel caso di Sinner, tutto è perfettamente regolare. Non evade nulla, rispetta le leggi fiscali internazionali e paga le imposte dove risiede. Non è un “furbo”, ma semplicemente un atleta che sfrutta una norma legale, come fanno altri professionisti del suo livello, da Lewis Hamilton a Novak Djokovic.
È importante anche ricordare che il tennis è molto diverso da altri sport, come quelli olimpici o federali, in cui gli atleti vengono spesso stipendiati dallo Stato attraverso corpi sportivi come la Polizia, l’Esercito o le Fiamme Gialle. I tennisti professionisti, invece, non ricevono alcun supporto pubblico: devono pagare tutto di tasca propria, dagli allenamenti agli spostamenti, dai coach al team tecnico. Nel caso di Sinner, lui e la sua famiglia hanno investito personalmente fin dall’inizio della carriera, senza aiuti statali o finanziamenti federali. Ogni suo risultato è quindi frutto del merito personale, del sacrificio economico e di un percorso costruito con mezzi propri.
Le polemiche nascono perché in Italia il pagamento delle tasse è spesso percepito come un dovere morale oltre che legale. Alcuni pensano che un campione italiano, soprattutto così amato, dovrebbe contribuire al Paese dove è nato e cresciuto.
In sintesi, la situazione di Sinner è chiara: legalmente tutto è in regola, non evade, e ha costruito da solo la propria carriera senza ricevere soldi pubblici. Moralmente, per qualcuno, la sua scelta di vivere e pagare le tasse a Monaco può essere discutibile, ma resta una decisione coerente, legittima e indipendente.
Chi quindi invoca una presunta “immoralità” nella sua scelta, lo fa con leggerezza e scarsa comprensione dei fatti: un atteggiamento più vicino alla superficialità del giudizio che alla lucidità del pensiero.

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