Censurare un editore innocente? Un modo perfetto per farlo conoscere a tutti
C’è una regola base del marketing: più cerchi di nascondere qualcosa, più quella cosa diventa famosa.
È il famoso effetto Streisand: tenti di far sparire un’informazione… e finisci per regalarle un megafono.
Eppure, ogni tanto qualcuno ci casca ancora e prova a escludere per esempio una casa editrice che non ha commesso alcun reato da una fiera del libro, convinto che così “si eviteranno problemi”.
Risultato? Ne crea molti di più. E più visibilità e più successo per lei!
Il paradosso della fiera “Più libri più liberi”
Il tutto diventa ancora più risibile quando succede in una manifestazione che si chiama — tenetevi forte — “Più libri più liberi”.
Un nome che promette libertà di idee, confronto, pluralismo.
Poi però accade che qualcuno chieda che un editore venga allontanato… senza alcun motivo legale. Solo per questioni ideologiche.
È un po’ come organizzare una festa per celebrare l’amicizia… e poi vietare l’ingresso a qualcuno perché non ci piace il suo taglio di capelli.
Perché censurare è inutile (e controproducente)
L’idea è sempre la stessa: “Così nessuno parlerà più di loro”.
E invece succede l’opposto.
Più se ne parla, più la gente vuole capire, più l’editore diventa conosciuto.
È l’unico tipo di pubblicità che funziona anche senza ufficio stampa: basta una censura ingiustificata.
I libri non mordono
Dovremmo ricordarlo tutti:
i libri non fanno paura.
Sono oggetti fatti di carta e idee, e non c’è bisogno di proteggerci da loro.
Se un libro è brutto, i lettori lo ignorano.
Se è interessante, lo leggono.
Semplice.
Non serve una commissione a decidere al posto nostro cosa possiamo vedere in una fiera.
Più libertà, davvero
Se vogliamo che “Più libri più liberi” non diventi “Meno libri più censure”, allora la strada è una sola:
lasciare spazio a tutti gli editori innocenti, anche a quelli che non piacciono a tutti.
Perché la cultura cresce con il confronto, non con le porte chiuse.
E ogni tentativo di zittire qualcuno senza un vero motivo finisce sempre nello stesso modo:
un applauso in più per l’effetto Streisand.
Passaggio al Bosco è un progetto editoriale libero che ha scelto di non dipendere dai dogmi del mercato. … Il libro per noi non è un prodotto commerciale, ma un patrimonio di idee e visioni.

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