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La donazione degli organi salva la vita

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Atto di altruismo o scelta medica? I pro e i contro della donazione degli organi  

“Donare gli organi” è un atto di generosità, solidarietà ed etica verso le persone. La legge italiana garantisce l’anonimato del donatore, tutelandone la privacy. I trapianti offrono a pazienti con gravi patologie la possibilità di sopravvivere o migliorare la loro qualità di vita, prolungandola in molti casi, in base alle condizioni mediche.

È importante distinguere tra donatori di organi post mortem e donatori in vita.

I primi sono coloro che, dopo il decesso in ospedale, hanno espresso in vita il consenso alla donazione o per i quali il consenso è stato autorizzato dai familiari, secondo la legge. I secondi sono persone che scelgono di donare organi o tessuti durante la loro vita, rispettando criteri medici rigorosi. In genere, non possono donare persone con infezioni sistemiche acute, epatite B o C non controllata, HIV non trattato o altre condizioni che rendano il trapianto rischioso, salvo valutazioni specifiche.

In Italia, la donazione degli organi è regolata dalla legge n. 91 del 1999, nota come “Legge sulla donazione, il prelievo e il trapianto di organi e tessuti”. Questa legge stabilisce i principi fondamentali, tra cui il consenso informato, e garantisce una netta separazione tra l’accertamento della morte e il processo di donazione, rendendo le norme italiane tra le più rigorose al mondo. La donazione può avvenire in vita (es. rene, parte del fegato, midollo osseo) o post mortem.

Quali sono i pro e i contro della donazione?

I vantaggi includono la salvezza o il miglioramento della vita per il ricevente, la riduzione delle liste d’attesa e un senso di realizzazione etica per il donatore. I contro per la donazione in vita comprendono rischi chirurgici (es. per rene o fegato), dolore o complicanze nella donazione di midollo osseo (tramite ago o aferesi) e possibili impatti emotivi, come ansia o pressioni esterne. Per la donazione post mortem, i contro sono minimi per il donatore, ma possono riguardare aspetti organizzativi o etici, come il disagio di alcune famiglie nel prendere la decisione.

Gli organi donabili post mortem sono cuore, reni, fegato, polmoni, pancreas, intestino, oltre a tessuti come cornee, pelle, ossa, valvole cardiache e vasi sanguigni. L’espianto degli organi dopo la morte è autorizzato solo quando la morte cerebrale è accertata. L’accertamento avviene tramite una commissione di tre medici (medico legale, rianimatore, neurofisiopatologo) con esami clinici (es. assenza di riflessi e apnea) e, se necessario, strumentali (es. elettroencefalogramma o studi di flusso cerebrale). La legge richiede due valutazioni a distanza di almeno 6 ore.

 

Dott. Carmelo Tedeschi
Laurea in Scienze Pedagogiche

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