Nel numero di Pagine Libere dedicato alla “Comunicazione” mi è stato chiesto di scrivere un articolo sulla Comunicazione Scientifica. Ho quindi deciso di intitolarlo “La Comunicazione Scientifica nell’era di Trump”.
L’era digitale ha reso le informazioni accessibili come mai prima, ma anche infinitamente più vulnerabili a falsità, distorsioni e manipolazioni. Fake news, disinformazione e misinformation non sono incidenti occasionali: sono diventati parte integrante dell’ecosistema informativo, con effetti diretti sulla salute pubblica, sul clima e sulla fiducia collettiva nella scienza.
Le fake news, costruite per ingannare, si diffondono grazie a titoli e immagini sensazionalistiche. Lo scandalo del 1998 sul legame inventato tra il vaccino MMR e l’autismo ha alimentato movimenti antivaccinisti che ancora oggi ostacolano le campagne di immunizzazione. Durante il COVID-19, teorie come il virus “creato in laboratorio” o le cure miracolose a base di idrossiclorochina hanno messo in ombra le evidenze, rallentando la risposta sanitaria.
La disinformazione è un’arma politica ed economica: dagli studi finanziati negli anni ’90 da alcune compagnie petrolifere per minimizzare il cambiamento climatico, fino alle campagne organizzate contro i vaccini a mRNA, spesso alimentate da attori statali per dividere e destabilizzare.
La misinformation, invece, è figlia di errori e semplificazioni. Credere che le mascherine fermassero del tutto il virus, o che i vaccini garantissero immunità immediata, ha creato confusione e discussioni polarizzate, soprattutto in un contesto di scarsa alfabetizzazione scientifica.
Poi c’è la manipolazione dell’informazione, che non inventa bugie ma piega i fatti. Come nel caso del Vioxx, farmaco venduto come sicuro mentre si occultavano rischi cardiaci, o nel negazionismo climatico che usa un inverno rigido per negare il riscaldamento globale. Oggi, l’Intelligenza Artificiale ha aggiunto un nuovo livello di complessità con i media sintetici: video e immagini manipolati da algoritmi che possono rendere indistinguibile il vero dal falso. Tecniche come sockpuppet, sealioning e astroturfing vengono già usate per screditare ricerche e creare l’illusione di un dibattito scientifico inesistente.
In questo quadro, l’era Trump rappresenta un punto di rottura. Già durante il suo primo mandato, Trump aveva attaccato la scienza negando il cambiamento climatico, ritirando gli USA dall’Accordo di Parigi e promuovendo cure mediche prive di fondamento. Con il ritorno alla Casa Bianca nel 2025, insieme al vicepresidente Vance e al Department of Government Efficiency (DOGE), ha avviato una campagna senza precedenti contro agenzie scientifiche e università.
Il National Institutes of Health è stato il primo bersaglio: miliardi di dollari tagliati, grant congelati e personale ridotto. A marzo 2025 la National Science Foundation ha licenziato il 12% dei dipendenti. L’amministrazione giustifica i tagli accusando le università di gonfiare l’Indirect Cost Rate (ICR), cioè i costi indiretti della ricerca, usando però dati manipolati. Nella realtà, i tassi attuali sono in linea con gli standard internazionali e coprono spese imposte da oltre 270 normative federali, molte delle quali servono a garantire sicurezza e qualità.
Gli attacchi si estendono anche al mondo accademico: un ordine esecutivo di febbraio 2025 ha bloccato fondi federali alle università che mantengono programmi di diversità o obblighi vaccinali. Tredici atenei, tra cui MIT e Cornell, hanno fatto causa, ma la strategia di Trump mira chiaramente a centralizzare il potere scientifico e ridurre l’autonomia della ricerca.
Questo scontro ha radici profonde. Trump ha storicamente diffuso disinformazione scientifica: dal definire il riscaldamento globale “bufala cinese” al manipolare rapporti del CDC durante la pandemia, fino all’incontro con figure antivacciniste come Robert F. Kennedy Jr. Ha anche ridotto drasticamente i comitati consultivi dell’EPA, cancellato dati sull’inquinamento e promosso politiche che favoriscono settori industriali inquinanti.
Eppure, questa crisi apre un’opportunità per l’Europa. Con i tagli e la polarizzazione americana, molti scienziati potrebbero cercare ambienti più stabili e meritocratici. L’Unione Europea dispone di programmi come Orizzonte Europa (95,5 miliardi di euro) e il Consiglio Europeo della Ricerca, ma investe ancora solo il 2,2% del PIL in ricerca, contro il 2,8% degli USA e la crescita della Cina.
Per attrarre i migliori ricercatori, l’Europa deve ridurre la frammentazione tra Stati membri, semplificare la burocrazia, offrire stipendi competitivi e investire in infrastrutture scientifiche. La Germania, che destina il 3,1% del PIL alla R&S, dimostra che il traguardo è possibile.
In un mondo dove la verità viaggia più lentamente delle menzogne, la comunicazione scientifica non è più un dettaglio per specialisti: è una condizione essenziale per proteggere la democrazia, la salute pubblica e il futuro dell’innovazione.
L’articolo completo è stato pubblicato sulla rivista Pagine Libere nel numero di marzo aprile 2025 “Comunicazione”
Aggiornamento del 10 agosto 2025
Mentre scriviamo, Kennedy Jr., Segretario della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti d’America nella seconda amministrazione Trump, annulla la ricerca sui vaccini, definendoli “inefficaci e costosi”.
La comunità scientifica internazionale esprime crescente preoccupazione per la decisione del dipartimento della Salute degli Stati Uniti, guidato da Robert F. Kennedy Jr., di eliminare 500 milioni di dollari di finanziamenti destinati alla ricerca e sviluppo di vaccini a RNA messaggero (mRNA) contro virus come l’influenza, il Covid-19, tumori e altre malattie. Molti esperti ritengono questa scelta dettata da motivazioni ideologiche, prive di basi scientifiche, che potrebbero compromettere la capacità di risposta a future pandemie e aumentare la diffidenza verso i vaccini, con conseguenze gravi in termini di sofferenze e decessi evitabili.
I vaccini a mRNA, frutto di oltre un decennio di studi, funzionano fornendo alle cellule le istruzioni per produrre proteine virali che stimolano la risposta immunitaria. Questa tecnologia ha rappresentato una svolta fondamentale durante la pandemia di Covid-19, salvando milioni di vite e ottenendo importanti riconoscimenti scientifici.
Nonostante ciò, da tempo i no-vax attaccano questa tecnologia, sostenendo che sia poco efficace e comporti seri rischi per la salute.
L’infettivologo Matteo Bassetti ha commentato su X che “quando l’ideologia no-vax prende il posto della scienza”, rifiutare i vaccini a mRNA è come scegliere di andare a cavallo invece di usare l’automobile. Ha definito Kennedy Jr. un pericolo per la salute pubblica, paragonandolo a un lupo tra un gregge di pecore.
Anche l’immunologo Robin Shattock dell’Imperial College di Londra ha criticato duramente la decisione, sostenendo che questa scelta ridurrà la capacità degli Stati Uniti di affrontare future pandemie e sarà strumentalizzata da chi diffonde false informazioni sulla sicurezza dei vaccini, contraddicendo il metodo scientifico basato sulle evidenze. La tecnologia mRNA, ha ricordato, offre vantaggi reali non solo contro le malattie infettive, ma anche nella cura di tumori, malattie autoimmuni e genetiche.
Il pediatra David Elliman, professore onorario all’University College di Londra, ha sottolineato che non si tratta solo di un passo indietro nello sviluppo dei vaccini a mRNA, ma di una decisione con ripercussioni globali sui programmi vaccinali. In un momento in cui le vaccinazioni stanno diminuendo nel mondo, ha aggiunto, è fondamentale basarsi sulle evidenze scientifiche e non su convinzioni ideologiche, che rischiano di causare sofferenze e morti evitabili, soprattutto tra i bambini.
Riferimenti bibliografici
Health in the age of disinformation – The Lancet
Editorial – Volume 405, Issue 10474, p173, January 18, 2025
https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(25)00094-7/fulltext
Combattere la disinformazione – Commissione Europea
https://commission.europa.eu/strategy-and-policy/coronavirus-response/fighting-disinformation_it
Walter Quattrociocchi, Antonella Vicini
Misinformation. Guida alla società dell’informazione e della credulità
Franco Angeli, 2016
Walter Quattrociocchi
Liberi di crederci. Informazione, internet e post-verità
Codice, 2018
Walter Quattrociocchi
Polarizzazioni. Informazioni, opinioni e altri demoni nell’infosfera
Franco Angeli, 2023
Claudio Pasqua
La Scienzah dei complottisti. Perché crediamo ai complotti
Gravità Zero Edizioni, 2025
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