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Infiammazione e invecchiamento: una realtà biologica o il riflesso del mondo industrializzato?

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Per decenni, la scienza ha considerato l’inflammaging — ovvero l’infiammazione cronica di basso grado che accompagna l’invecchiamento — come un processo biologico inevitabile e universale. Questa condizione è stata associata a un aumento dei livelli di citochine pro-infiammatorie, come l’interleuchina-6 (IL-6), e della proteina C-reattiva, marcatori noti per essere correlati a molte patologie tipiche dell’età avanzata, tra cui demenza, diabete di tipo 2, aterosclerosi e fragilità fisica. Tuttavia, una nuova ricerca pubblicata il 30 giugno 2025 sulla prestigiosa rivista Nature Aging, e raccontata dalla giornalista scientifica Miryam Naddaf, solleva dubbi su questa apparente universalità.

Lo studio, condotto dal Columbia Aging Center, mette in discussione il presunto carattere biologico dell’inflammaging, ipotizzando invece che si tratti di un fenomeno ambientale e culturale, tipico del mondo industrializzato. A supporto di questa tesi, i ricercatori hanno confrontato i livelli di infiammazione sistemica in diverse popolazioni del mondo, osservando risultati sorprendenti.


Cos’è davvero l’inflammaging?

L’inflammaging è un termine nato per descrivere una condizione che, sebbene silente e a bassa intensità, altera profondamente il sistema immunitario e accelera la comparsa di malattie croniche. Si pensava che fosse una conseguenza inevitabile del deterioramento cellulare: cellule senescenti, stress ossidativo, alterazioni mitocondriali e perdita della funzione immunitaria con l’età sono state identificate come concause. In questo quadro, ogni essere umano sarebbe soggetto a una lenta “combustione” interna, guidata dall’infiammazione.

Ma se questa condizione non si riscontra in tutte le popolazioni mondiali, è legittimo chiedersi se sia davvero intrinseca al nostro corpo o se invece derivi dal nostro modo di vivere.


Cosa dice il nuovo studio?

Il Columbia Aging Center ha analizzato due gruppi di popolazioni indigene: i Tsimane della Bolivia e gli Orang Aslidella Malesia. Queste comunità, pur vivendo in ambienti difficili e avendo una limitata accessibilità ai servizi sanitari moderni, mostrano un paradosso: anche in età avanzata, i loro livelli di infiammazione sistemica sono nettamente inferiori a quelli riscontrati tra gli anziani italiani (studio InCHIANTI) e di Singapore, rappresentanti di società avanzate e altamente urbanizzate.

La differenza non sembra legata alla genetica, ma piuttosto al contesto ambientale e sociale. Dieta, attività fisica, esposizione a patogeni e stress psicosociale sono stati identificati come elementi chiave in grado di influenzare lo stato infiammatorio dell’organismo.


Il ruolo dello stile di vita e dell’ambiente

Nelle società industrializzate, l’inflammaging sembra essere favorito da una dieta ipercalorica ricca di zuccheri, grassi saturi e cibi ultra-processati. Questo tipo di alimentazione induce un persistente stato di meta-infiammazione, ovvero un’infiammazione metabolica cronica che prepara il terreno a numerose malattie croniche.

Un altro elemento cruciale è lo stress sociale, derivato da isolamento, pressione lavorativa, esclusione e solitudine. Questi fattori sono noti per alterare l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, aumentando la produzione di cortisolo, un ormone che — se cronicamente elevato — favorisce l’infiammazione.

Paradossalmente, l’esposizione frequente a patogeni che caratterizza le popolazioni indigene sembra esercitare un effetto di “allenamento” sul sistema immunitario, modulandone la risposta in senso meno iperattivo. In altre parole, vivere in un ambiente più naturale e meno igienizzato potrebbe contribuire a un equilibrio immunitario migliore rispetto alla sovra-protezione immunitaria tipica delle società industriali.


Implicazioni per la salute e la ricerca

I risultati dello studio aprono nuove prospettive nella ricerca sull’invecchiamento. Se l’inflammaging non è una componente inevitabile della senescenza, si apre lo spazio per interventi preventivi che agiscono sui fattori ambientali e comportamentali.

Diete ricche di antiossidanti, attività fisica regolare, relazioni sociali solide e tecniche di gestione dello stress potrebbero diventare strumenti fondamentali per ritardare l’insorgenza di malattie legate all’età. Inoltre, la farmacologia sta esplorando il potenziale dei senolitici, farmaci capaci di eliminare cellule senescenti, come ulteriore arma contro i danni dell’infiammazione cronica.


I limiti dello studio e i nodi da sciogliere

Come ogni studio comparativo su scala globale, anche questa ricerca presenta limiti metodologici. Il numero di individui analizzati nelle popolazioni indigene è relativamente ridotto e vi sono molte variabili confondenti, tra cui differenze genetiche non completamente controllate e la possibilità che alcune infezioni croniche possano mascherare l’infiammazione legata all’età.

Inoltre, le condizioni di vita delle popolazioni indigene non sono facilmente riproducibili nei contesti urbani: suggerire un “ritorno alla natura” non è una soluzione praticabile, ma comprendere quali elementi protettivi siano replicabili è una sfida fondamentale per la geroscienza del XXI secolo.


Conclusione: invecchiare bene è (anche) una questione ambientale

L’inflammaging, da tempo considerato una sorta di “costo inevitabile” del passare degli anni, potrebbe essere in realtà un prodotto del nostro stile di vita moderno. L’evidenza che popolazioni non industrializzate non mostrino lo stesso grado di infiammazione sistemica ci invita a rivalutare profondamente il concetto stesso di invecchiamento.

In un’epoca in cui la durata della vita si è allungata ma la qualità dell’invecchiamento resta incerta, è fondamentale promuovere politiche di salute pubblica orientate alla prevenzione, alla sostenibilità e all’equilibrio psico-fisico.

La sfida è ambiziosa: non solo vivere più a lungo, ma vivere meglio. E per farlo, dobbiamo guardare al di là della biologia e considerare il ruolo cruciale che l’ambiente gioca nella nostra salute.


Fonti:

  • M. Naddaf, “Ageing linked to inflammation only in industrialized world”, Nature Aging, 30 giugno 2025.

  • Columbia Aging Center, Nature Aging (2025).

  • Studio InCHIANTI (Italia).

  • Ricerche precedenti sulla senescenza cellulare e l’infiammazione cronica (Mayo Clinic, 2018).

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