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Gli studenti del liceo Valsalice premiati al MIT di Boston per la loro auto a guida autonoma

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Un gruppo di otto studenti del liceo scientifico Valsalice di Torino ha ottenuto un prestigioso riconoscimento al concorso internazionale organizzato dal Massachusetts Institute of Technology (MIT), una delle più autorevoli università di ricerca al mondo. I giovani torinesi hanno progettato e costruito il miglior modello di auto a guida autonoma in scala ridotta, con una lunghezza massima di 20 centimetri, risultando i primi a livello internazionale.

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La squadra, composta da sette studenti di terza superiore e uno di quarta – tra cui una sola ragazza – ha partecipato a un corso extracurricolare di programmazione, fermandosi ogni settimana a scuola per due ore in più. Il loro obiettivo era realizzare la scheda di controllo più efficiente per un modellino di automobile in grado di muoversi autonomamente, affrontare ostacoli, mantenere la stabilità e viaggiare alla velocità ottimale.

Dopo nove mesi di impegno e lavoro, il gruppo è volato a Boston per confrontarsi con squadre provenienti da tutto il mondo, tra cui partecipanti dal Giappone e dalla Grecia. Il team torinese era l’unico rappresentante dell’Italia e si è classificato al primo posto tra le squadre internazionali, raggiungendo anche il terzo posto assoluto nella competizione che includeva anche gruppi statunitensi.

Non è la prima volta che il liceo Valsalice partecipa a questo tipo di sfide, ma quest’anno il risultato è stato particolarmente positivo grazie alla dedizione di tutti i partecipanti. Il progetto è stato seguito da due docenti di Fisica, Francesco Garino (coordinatore dell’iniziativa) e Francesco Romano, affiancati dal professore di Storia e Filosofia Sergio Sereno, che – pur insegnando materie umanistiche – ha dimostrato grande competenza in ambito ingegneristico.

Oltre al premio e al successo, ciò che gli studenti portano a casa è il sentimento di orgoglio per aver rappresentato l’Italia in un contesto così prestigioso, come sottolinea il professor Garino, e l’entusiasmo per l’atmosfera di condivisione e confronto creata con gli altri studenti internazional

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