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Giorgia Meloni e il Futuro dell’Europa

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La storia di Giorgia Meloni è quella di una donna che si è fatta strada in un panorama politico dominato da uomini e da élite. Nata nel 1977 a Roma, è cresciuta nel quartiere popolare di Garbatella, un contesto che ha plasmato la sua identità e il suo approccio combattivo alla politica.

L’articolo del Time racconta un episodio emblematico della sua infanzia: l’incendio che distrusse la casa di famiglia, un evento che, secondo la sorella Arianna, le ha dato “più coraggio”. Meloni stessa scherza sul simbolismo della “fiamma” che ha segnato la sua vita, un chiaro richiamo al logo del Movimento Sociale Italiano (MSI), partito neofascista in cui ha mosso i primi passi politici a soli 15 anni.

La sua ascesa è stata tutt’altro che lineare. Dopo l’ingresso nel Fronte della Gioventù, l’ala giovanile del MSI, Meloni ha abbracciato una controcultura di destra in un’Italia dove la sinistra dominava il panorama culturale. La sua militanza giovanile è stata segnata da posizioni radicali, come le lodi a Benito Mussolini espresse da adolescente, dichiarazioni che ancora oggi le vengono rinfacciate.

Tuttavia, la fondazione di Fratelli d’Italia (FdI) nel 2012, insieme a ex membri di Alleanza Nazionale, ha segnato l’inizio di una trasformazione. Da partito marginale con appena il 2% dei consensi nel 2013, FdI è diventato il primo partito italiano nel 2022, con il 30% dei voti, grazie alla leadership carismatica di Meloni e alla sua capacità di capitalizzare il declino di rivali come Matteo Salvini.


Un nuovo nazionalismo per l’Europa

L’intervista al Time dipinge Meloni come l’architetta di un “nuovo nazionalismo”, che cerca di conciliare orgoglio identitario e integrazione europea.

“Dobbiamo difendere ciò che siamo, la nostra cultura, la nostra identità, la nostra civiltà”,
ha dichiarato, opponendosi a un “globalismo omogeneizzante” percepito come minaccia.

A differenza di altri leader populisti come Viktor Orbán, Meloni si è posizionata come una eurorealista: a favore dell’UE e della NATO, ma critica su alcune politiche. Questo approccio le ha permesso di guadagnare credibilità internazionale, rendendola una figura chiave nel nuovo equilibrio europeo.

Sul piano internazionale, Meloni ha colpito per la sua fermezza. Ha sostenuto l’Ucraina con l’invio di armi e la difesa del presidente Volodymyr Zelensky, prendendo le distanze dalle sue precedenti simpatie per la Russia.

Ha costruito relazioni strategiche sia con Donald Trump, che ha definito “un combattente, come me”, sia con leader europei come Ursula von der Leyen. Il Time menziona anche il suo rapporto con Elon Musk, che l’ha definita “autentica, onesta e sincera”, pur smentendo ogni coinvolgimento diretto con SpaceX in ambito di sicurezza nazionale.


Politiche interne: pragmatismo o conservatorismo radicale?

In Italia, Meloni ha governato mescolando pragmatismo e fede ideologica.
Una delle sue promesse più controverse — il blocco navale per fermare l’immigrazione irregolare — è stata abbandonata in favore di accordi con Paesi terzi.

Tuttavia, le sue posizioni su famiglia tradizionale e diritti civili restano fortemente conservatrici: è contraria a matrimonio e adozioni omosessuali e definisce “ridicole” le quote di genere. Questi aspetti, uniti a retoriche considerate xenofobe e islamofobe, continuano a generare forti critiche.

Nonostante ciò, la sua popolarità resta alta. FdI ha superato il 30% nei sondaggi, consolidando la sua posizione. Il referendum del 2025 su cittadinanza e diritti dei lavoratori — che Meloni ha scelto di non votare — ha registrato una bassa affluenza, interpretata come vittoria tattica. Anche questo dimostra la sua capacità di mantenere una coalizione stabile, pur tra frizioni con Lega e Forza Italia.


Le ombre del passato

Nonostante i successi, il passato neofascista di Meloni continua a incombere sulla sua immagine. Il Time dedica ampio spazio alle sue origini nel MSI e al suo sostegno giovanile a Giorgio Almirante, figura controversa legata al regime fascista.

Meloni ha cercato di prendere le distanze, vietando il saluto romano e moderando la linea del partito, ma il dubbio sulla sua trasformazione resta. Durante l’intervista, ha sfidato il giornalista con una domanda diretta:

“C’è qualcosa del fascismo che la mia esperienza ti ricorda?”

Una provocazione che rivela consapevolezza ma anche volontà di ridisegnare la propria narrazione.

Il Time sottolinea che il timore non risiede tanto nel comportamento attuale di Meloni, quanto nel potenziale delle forze nazionaliste che rappresenta. Il suo “nuovo nazionalismo” potrebbe ispirare altri movimenti di estrema destra in Europa, come avvenuto con il MAGA Movement negli USA.

Viene anche citato il riferimento a Ernest Renan, filosofo nazionalista e antisemita, come esempio delle radici ideologiche che alimentano la visione di Meloni.


Un ritratto ambivalente

Meloni emerge come una leader che sfida le aspettative. Ha trasformato un partito marginale in modello per la destra europea, guadagnandosi riconoscimenti internazionali come il Global Citizen Award dell’Atlantic Council.

Tuttavia, il ritratto resta ambivalente: il suo pragmatismo è lodato, ma le sue radici ideologiche e le sue posizioni conservatrici generano inquietudine.

Il Time chiude con una nota di cautela: il futuro dell’Europa potrebbe dipendere da come Meloni gestirà il delicato equilibrio tra integrazione democratica e nazionalismo identitario.


Dove sta portando l’Europa?

Giorgia Meloni incarna le contraddizioni del nostro tempo:
una populista istituzionalizzata, una nazionalista europeista, una leader di destra che dialoga con progressisti.

Il suo successo evidenzia abilità politica fuori dal comune, ma le sue radici e la sua retorica lasciano domande apertesul progetto a lungo termine.

Come suggerisce il Time, il timore non è tanto ciò che Meloni fa oggi, ma il precedente che sta creando per un’Europa sempre più frammentata. Il suo percorso, come quello dell’Europa che sta contribuendo a modellare, resta un work in progress, osservato con attenzione, tra speranza e preoccupazione.

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