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Festival di Venezia: il 28 agosto brilla tra emozioni e titoli di rilievo

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La giornata al Festival del Cinema di Venezia del 28 agosto è stata intensa e ricca di titoli attesi

Dal nostro inviato al Festival del Cinema di Venezia 2025
Alberto Invernizzi

Il film più discusso è stato Bugonia, diretto da Yorgos Lanthimos con Emma Stone e Jesse Plemons, presentato in concorso. È una dark comedy fantascientifica che racconta la vicenda di due complottisti che rapiscono una potente CEO convinti che sia un’aliena intenzionata a distruggere la Terra. Bugonia è un remake in lingua inglese del film sudcoreano Save the Green Planet!, e ha proseguito sulle tinte crude e satiriche già presenti in Kinds of Kindness, questa volta declinate forse con un tono ancora più disturbante.

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Emma Stone, che si è rasata a zero per il ruolo, ha fornito una performance potente e asettica, in linea con il personaggio freddo e controllato. Jesse Plemons, nel ruolo di un uomo paranoico e tormentato, ha messo in mostra la sua abilità nell’esprimere ossessione e fragilità, risultando l’interprete più memorabile del film. La colonna sonora orchestrale di Jerskin Fendrix ha contribuito a creare un’atmosfera claustrofobica e tesa. Lo stile di Lanthimos rimane fedele al suo linguaggio visivo: dark humor, immagini disturbanti, esplorazione dell’assurdo e del grottesco.

Un altro film presentato in concorso è stato Jay Kelly, diretto da Noah Baumbach. Il film ruota attorno a Jay Kelly, una star hollywoodiana interpretata da George Clooney, che vive una fase di crisi personale e professionale. Attraverso un viaggio in Italia e in Francia, il protagonista si confronta con il peso della fama, con rapporti familiari complicati e con il proprio passato.

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Clooney offre un’interpretazione elegante e malinconica, ma sembra interpretare più sé stesso che Jay Kelly. Adam Sandler, nel ruolo del manager Ron, è convincente in un registro drammatico non abituale per lui, offrendo una performance forte ma non memorabile. La sceneggiatura ha i tratti di una classica produzione Netflix: costruita per attirare grazie a un cast di grande richiamo, ma priva della forza narrativa necessaria.

Alberto Invernizzi
nostro inviato alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
Biennale di Venezia

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