Nel mondo del branding, l’energy branding non si riferisce semplicemente a bevande energetiche, ma piuttosto a quelle campagne che infondono energia emotiva, visiva e strategica nel posizionamento di un marchio. Si tratta di strategie che vanno oltre il prodotto, puntando a trasformare la percezione del pubblico — da commodity a simbolo, da funzionalità a esperienza, da transazione a relazione. In questo contesto, analizzeremo alcuni casi-studio significativi, riflettendo su come una buona campagna possa cambiare radicalmente la narrativa di un brand e offrire lezioni utili per chi opera nel marketing, magari con il supporto di un’agenzia specializzata come un’agenzia di marketing o consultando le offerte su sortlist.
Il posizionamento iconico: Red Bull
Uno dei casi più celebri di energy branding è senza dubbio Red Bull. Fin dagli esordi, il marchio ha costruito una narrativa potente attorno al concetto di energia, vitalità, avventura: non vende solo una bevanda, ma uno stile di vita. Come descrive la pagina Wikipedia, “Red Bull distributed free cases of the drink to college students …” e ha creato un universo estremamente attivo di sport estremi, eventi, media proprietari.
Il risultato è che la percezione del pubblico è diventata: “quando bevo Red Bull ottengo ali”, allo slogan “Red Bull gives you wings”. Quel “ali” non è solo un’immagine figurativa, ma un modo di dire che il brand abilita qualcosa di più grande.
Lezione: posizionare il brand come “abilitante” e differenziante rispetto alla categoria consente di uscire dal gruppo. A chi rivolge la comunicazione? Giovani, avventurosi, urbani, ma anche chi desidera “spingersi oltre”.
Energia e sostenibilità: EDF e Enel
Nel settore dell’energia (intesa come utilità o produzione elettrica) il branding ha assunto una dimensione nuova: non più solo “forniamo energia”, ma “facciamo parte del cambiamento”. Ad esempio, un articolo evidenzia come EDF – con la campagna “If you don’t protect nature by using low-energy bulbs, who will?” ha cercato di elevare la comunicazione su un piano di responsabilità ambientale.
Analogamente, Enel ha adottato la campagna “Power of Change” per comunicare la sua transizione verso fonti rinnovabili e un futuro più pulito.
Lezione: quando un’azienda tradizionalmente percepita come “commodity” (energia) riesce a trasformarsi in “agente di cambiamento”, la percezione cambia, si sposta da fornitore a partner. In questo contesto, serve una strategia integrata: visual storytelling, media digitali, contenuti educativi.
Un caso creativo B2B: Vattenfall
Anche le aziende B2B possono sorprendere e cambiare percezione grazie a una campagna ben pensata. Vattenfall, azienda energetica svedese, ha lanciato una campagna che consisteva nel “face mist” prodotto con emissioni di idrogeno a zero fossile, presentata come cosmetico. Un’idea bizzarra, ma memorabile.
Il concetto: trasformare l’energia o l’emissione in qualcosa di tangibile, accessibile, quasi ludico. Così l’azienda comunica: “non siamo solo produttori di energia, stiamo guidando l’innovazione verso un mondo senza combustibili fossili”.
Lezione: rompere cliché e aspettative può essere una strategia potente per cambiare percezione. Anche un’azienda “seria” può usare una metafora creativa per uscire dalla categoria “noiosa”.
Il ruolo della comunicazione sostenibile
Molte campagne odierne puntano sulla sostenibilità come leva di percezione: non è solo “energia” ma “energia responsabile”. Un articolo sulle migliori campagne di marketing sostenibile cita brand come Kia (con la campagna “Hero’s Journey”), Adidas (per la collaborazione con Parley for the Oceans) e altri che ridefiniscono la propria immagine attraverso valori ambientali.
Lezione: un brand oggi deve rispondere anche alle attese di etica, trasparenza e impegno sociale. Non basta dire “siamo green” — bisogna mostrare come e perché.
Perché l’energy branding può cambiare percezione
La percezione cambia quando:
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Il messaggio è coerente con i valori del pubblico: oggi più che mai fanno breccia sostenibilità, innovazione, autenticità.
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Il brand si distingue nettamente dalla concorrenza: non “forniamo energia”, ma “dare potere” / “abilitiamo sogni” / “modifichiamo il mondo”.
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La comunicazione è multicanale e integra storytelling, immagini, esperienze reali.
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C’è una promessa e un gesto concreto: non solo parole, ma prove tangibili (come Enel, EDF, Vattenfall).
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Il pubblico viene coinvolto: partecipazione, co-branding, testimonianze.
Quali sono le sfide?
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Greenwashing: Quando l’impegno comunicato non trova riscontro nelle azioni, la percezione può peggiorare. Il concetto di greenwashing è ben documentato.
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Coerenza interna: Se l’azienda non allinea operazioni, marketing e cultura, la comunicazione apparirà vuota.
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Complessità del messaggio: Parlar di energia, sostenibilità, innovazione può risultare astratto: serve semplificare e storytelling connessi alla vita delle persone.
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Cambio culturale: Per molti pubblici l’energia è ancora invisibile o “praticità”: cambiare percezione richiede tempo.
Come applicare queste idee nel contesto italiano
Se un brand italiano — utility, startup energetica, marca consumer — vuole operare un salto di percezione, è utile affidarsi ad un’agenzia di marketing esperta che sappia orchestrare strategia, creatività e media. In Italia, tramite sortlist si può trovare facilmente un partner adatto: sul sito sono elencate molte agenzie, con filtri per settore, budget e risultati.
Alcuni suggerimenti pratici:
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Definire il posizionamento: qual è l’energia che offriamo? Quale cambiamento vogliamo generare?
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Creare una narrativa visiva: non solo “energia pulita”, ma “vita resa possibile”, “innovazione quotidiana”.
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Coinvolgere il pubblico: testimonial, storie di clienti, challenge digitali.
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Misurare e comunicare i risultati: es. riduzione emissioni, numero di clienti coinvolti, impatto sociale.
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Essere autentici: il pubblico italiano è particolarmente sensibile alla coerenza.
In un mondo saturato di messaggi, l’energy branding rappresenta una via potente per emergere: trasformare una “commodity” in un simbolo, un’azienda in un movimento, un prodotto in un’esperienza. Che si tratti di una bevanda come Red Bull, di una utility come Enel o EDF, o di una campagna creativa nel B2B come Vattenfall, il principio rimane: cambiare percezione richiede audacia, storytelling, coerenza e impegno reale. Per chi in Italia vuole intraprendere questo percorso, la scelta oculata di un’agenzia (attraverso la ricerca su sortlist) può fare la differenza.
Nel marketing di oggi, l’energia venduta non è solo kilowatt o caffeina: è emozione, identità, futuro.
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