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Come diventare Interior Designer: guida completa per fare carriera con un corso riconosciuto

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Spesso si fa confusione: c’è ancora chi pensa che l’interior designer sia semplicemente la persona che sceglie i mobili e accosta i colori delle pareti. In realtà, è un vero e proprio progettista di spazi, qualcuno capace di mescolare estetica, funzionalità e benessere psicologico con la stessa naturalezza con cui un musicista compone una melodia.

Ogni ambiente che frequentiamo – che sia casa nostra, un bar pieno di atmosfera, uno studio professionale o una boutique di tendenza – è frutto di scelte studiate al dettaglio. Scelte che, nella maggior parte dei casi, non si notano a occhio nudo ma fanno tutta la differenza: l’orientamento di una poltrona, la luce che filtra da una finestra o la posizione strategica di una parete divisoria.

Il lavoro dell’interior designer va ben oltre la “bella estetica”: è una continua soluzione di problemi pratici. Migliorare la fruizione degli spazi, studiare i percorsi, rendere la luce naturale protagonista, inserire tecnologia in modo discreto, oppure progettare ambienti accessibili e comodi anche per chi ha necessità specifiche. Insomma, è una professione molto concreta e tutt’altro che superficiale.


Che cosa fa, nel concreto, un interior designer?

Chi pensa che sia tutto glamour e cataloghi di arredamento si sbaglia. Ecco una panoramica delle attività quotidiane di un interior designer:

  • Ascolta le esigenze del cliente, anche quelle non dette, e le trasforma in idee reali.

  • Disegna schizzi, planimetrie e render 3D, per dare forma a ciò che prima era solo nella testa.

  • Sceglie materiali, colori e finiture, cercando coerenza con lo stile e con l’identità del progetto.

  • Studia la luce, sia quella artificiale che quella naturale, per creare atmosfere su misura.

  • Coordina le persone coinvolte: artigiani, fornitori, tecnici, tutti devono muoversi in sincronia.

  • Segue il progetto fino alla fine, supervisionando i lavori e risolvendo gli imprevisti.

Il suo calendario? Un mix frenetico di call con architetti, giri per showroom, ore di progettazione al PC e sopralluoghi nei cantieri (sì, anche sotto la pioggia). È un mestiere fatto di testa e pancia, precisione e sensibilità.


Come si diventa interior designer?

Università e accademie: la strada classica

Chi vuole una preparazione completa e strutturata può scegliere corsi universitari come Architettura, Design o le Accademie di Belle Arti. Sono percorsi intensi, dove si affrontano la storia dell’arte, le tecniche di progettazione e si fanno esperienze sul campo grazie a laboratori e stage. Molti architetti scelgono di specializzarsi in interior design con esami opzionali o una tesi ad hoc.

Corsi professionali: praticità e concretezza

Per chi preferisce imparare in modo più pratico e diretto, esistono corsi professionalizzanti. Uno su tutti è il Corso di Interior Design riconsciuto proposto dall’Accademia Telematica Europea, che offre un master molto concreto: si studiano i materiali, la luce, i software di progettazione 3D e si lavora su casi reali. È perfetto per chi vuole mettersi subito in gioco, anche senza una laurea alle spalle.

Specializzazioni e corsi brevi

Ci sono anche percorsi più mirati e intensivi, come master o corsi brevi dedicati a settori specifici: retail, hospitality, design sostenibile… Sono ottime occasioni per trovare la propria nicchia e diventare “quello bravo in…” (e no, non è poco!).

Imparare da soli? Assolutamente sì, ma con costanza

Il mondo del design non sta mai fermo. Le tendenze cambiano, i materiali si evolvono, le tecnologie si aggiornano. Chi fa questo lavoro deve avere fame di novità: workshop, video online, conferenze, fiere internazionali… tutto serve per rimanere aggiornati. E poi ci sono i software: principalmente HomeStyler, ma anche SketchUp … oggi non basta avere buone idee, bisogna saperle raccontare bene, anche digitalmente.


Il portfolio: più delle parole, contano le immagini

Puoi avere mille titoli e certificati, ma se non hai un portfolio che mostra cosa sai fare, rischi di passare inosservato. Anche se sei agli inizi, puoi crearlo con progetti personali, simulazioni, o piccole collaborazioni. L’importante è che mostri come pensi e come trasformi le idee in spazi reali. È la tua firma visiva, e spesso è ciò che fa scattare la scintilla con un cliente o uno studio.


In quali settori può lavorare un interior designer?

La casa è solo l’inizio. Questa professione apre le porte a mondi molto diversi, ognuno con il suo linguaggio:

  • Retail design: creare negozi e showroom che invoglino all’acquisto senza dire una parola.

  • Hospitality: progettare spazi in cui ogni dettaglio contribuisce a un’esperienza memorabile.

  • Uffici e coworking: ambienti di lavoro dove le persone si sentano ispirate e non solo produttive.

  • Allestimenti temporanei: stand fieristici, eventi, mostre – tutto ciò che vive per poco ma lascia il segno.

  • Home staging: valorizzare immobili in vendita o in affitto, spesso con budget minimi ma massimo effetto.

  • Design sostenibile: materiali naturali, attenzione all’ambiente e progetti “green” ma belli.

Molti designer decidono di specializzarsi in uno di questi settori e crearsi una propria identità professionale, ben riconoscibile.


Quanto guadagna un interior designer?

Parliamoci chiaro: non esiste una cifra fissa, tutto dipende da dove lavori, quanta esperienza hai e in che modo ti muovi nel mercato. Ma per dare un’idea:

  • Appena inizi: potresti guadagnare attorno ai €20.000 lordi annui, spesso come assistente.

  • Con qualche anno sulle spalle: lo stipendio può salire tra i €30.000 e €35.000.

  • Senior: chi lavora in città grandi o in contesti di lusso può arrivare a €50.000 o €60.000 e oltre.

  • Freelance: tutto è più incerto, ma anche più flessibile. Se riesci a costruirti una rete e una reputazione, puoi guadagnare molto di più. Ma non è automatico.

All’estero, specie nei Paesi del Nord Europa e in quelli anglosassoni, le retribuzioni sono tendenzialmente più alte. E sì, c’è anche più apertura mentale verso chi lavora da remoto o in modo ibrido.


Pro e contro della professione

Cosa c’è di bello in questo lavoro?

  • La libertà di creare.

  • La soddisfazione di vedere un’idea prendere forma reale.

  • La varietà di progetti e ambienti.

  • La possibilità di lavorare in autonomia.

  • Le connessioni che si creano con aziende, architetti, artigiani.

  • Un settore in crescita, spinto anche dalle nuove esigenze abitative.

E le sfide?

  • La concorrenza, che è tanta e preparata.

  • L’obbligo (piacevole ma costante) di restare aggiornati.

  • La gestione di budget, tempi, clienti… mica sempre tutto rosa e fiori.

  • Le difficoltà economiche dei primi anni, specie per i liberi professionisti.


Ma allora… perché fare davvero l’interior designer?

Perché non si tratta solo di disegnare interni. Si tratta di creare spazi che cambiano il modo in cui le persone vivono, si muovono, si sentono. È un lavoro fatto di empatia, creatività e precisione, in equilibrio tra testa e cuore.

Se ami l’idea di migliorare concretamente la vita delle persone attraverso l’ambiente in cui vivono o lavorano, allora sì: questa potrebbe essere la tua strada.

E se sei in cerca di ispirazione, idee e magari un punto di partenza, la rivista Interiorissimi è uno di quei posti da cui cominciare a sognare – ma con i piedi ben piantati per terra.

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