Due piattaforme stanno attirando sempre più attenzione: ChatGPT di OpenAI e Perplexity AI. Entrambi offrono interazioni in linguaggio naturale, ma con approcci molto differenti: se il primo è pensato come un assistente personale e creativo, il secondo si impone come un motore di ricerca intelligente capace di interpretare e restituire informazioni aggiornate e affidabili. Capire queste differenze è essenziale per scegliere quale strumento adottare a seconda del tipo di attività da svolgere.
ChatGPT è stato sviluppato da OpenAI e si basa sulla tecnologia GPT (Generative Pre-trained Transformer), evolutasi oggi fino alla versione GPT-4-turbo. Il suo funzionamento si fonda su modelli pre-addestrati in grado di simulare una conversazione naturale, con capacità straordinarie nella scrittura, nella generazione di codice, nella sintesi di testi e perfino nella creazione di immagini e tabelle. È perfetto per attività che richiedono creatività, versatilità e uno stile fluido, come la redazione di articoli, email, racconti, oppure per spiegare concetti complessi con tono accessibile.
Perplexity, al contrario, nasce con una missione diversa: rivoluzionare la ricerca online. Il suo cuore tecnologico si basa su un’integrazione di modelli linguistici avanzati, come Claude 3 di Anthropic, GPT-4 di OpenAI, Mistral di Mistral AI e Llama 3 di Meta. Questo approccio multi-modello consente a Perplexity di analizzare il contesto delle domande in tempo reale, elaborando risposte coerenti, pertinenti e soprattutto aggiornate, attingendo direttamente a contenuti verificati e fonti affidabili come Wikipedia, riviste accademiche, articoli giornalistici, libri e banche dati open source. La differenza rispetto ai classici motori di ricerca è evidente: mentre Google restituisce una lista di link, Perplexity elabora direttamente le informazioni, offrendo sintesi pronte all’uso corredate da fonti cliccabili.
Una delle sue funzionalità più apprezzate è la possibilità di avviare ricerche conversazionali, grazie alla gestione dei cosiddetti “Thread”. L’utente può porre una serie di domande collegate, esplorando un argomento in profondità con un’interazione simile a quella con un esperto. Le conversazioni possono inoltre essere salvate e organizzate in “Collections”, un sistema utile per chi lavora in team, fa ricerca o desidera archiviare informazioni in modo strutturato e facilmente consultabile.
Dal punto di vista dell’interfaccia, Perplexity mantiene un’impostazione molto snella e orientata alla ricerca. Sebbene sia progettato principalmente in inglese, comprende perfettamente l’italiano e risponde con efficacia anche in lingue diverse, ampliando la sua accessibilità a un pubblico internazionale. Offre una versione gratuita con funzionalità base e l’accesso a modelli come Claude 3 Haiku, mentre con l’abbonamento Perplexity Pro si sbloccano strumenti avanzati, tra cui la possibilità di scegliere il modello LLM da utilizzare, caricare file per analisi personalizzate, generare immagini e accedere a API dedicate.
Sul piano della trasparenza e della tutela della privacy, Perplexity si distingue per la dichiarazione esplicita di non conservare i dati personali oltre i 30 giorni e di condividerli solo con partner strettamente connessi al servizio. Ogni risposta include riferimenti e link alle fonti, permettendo all’utente di verificare autonomamente l’attendibilità delle informazioni ricevute. È questo aspetto a renderlo particolarmente utile per studenti, ricercatori, giornalisti, professionisti e aziende, che possono così contare su un sistema capace di orientarsi nel caos informativo contemporaneo con rigore e velocità.
Perplexity è più di un motore di ricerca: è un assistente virtuale esperto, capace non solo di fornire dati aggiornati, ma anche di contestualizzarli e renderli comprensibili all’interno di un discorso strutturato. Questo lo rende uno strumento molto potente anche per compiti complessi come la generazione di codice, la stesura di report, l’analisi di documenti caricati e l’elaborazione di tabelle o formule matematiche. Sempre più imprese lo stanno integrando nei propri flussi decisionali come strumento di knowledge management e analisi rapida, migliorando l’efficienza e riducendo il tempo dedicato alle ricerche tradizionali.
Nel confronto con ChatGPT, emerge una distinzione netta ma complementare: se il primo è una piattaforma orientata alla creatività, alla scrittura e all’interazione personalizzata, il secondo è un motore di risposta documentata, perfetto per chi ha bisogno di informazioni precise, aggiornate e verificabili. ChatGPT permette una grande libertà nella generazione di contenuti originali, mentre Perplexity assicura affidabilità e sintesi, agendo come filtro intelligente tra l’utente e l’enorme quantità di dati online.
La vera rivoluzione di Perplexity sta nel fatto che l’informazione non viene solo cercata, ma compresa, selezionata, sintetizzata e restituita con trasparenza. In un’epoca dominata dalla frammentazione delle fonti e dal rischio di disinformazione, questa caratteristica lo rende uno degli strumenti più promettenti per chi lavora con la conoscenza.
In definitiva, la scelta tra ChatGPT e Perplexity dipende dall’intento dell’utente. Chi desidera un alleato per scrivere, creare, progettare o ideare troverà in ChatGPT uno strumento potente e flessibile. Chi ha bisogno di risposte rapide, citabili e aggiornate, soprattutto in ambito professionale o accademico, troverà in Perplexity un compagno di lavoro insostituibile. Sempre più persone li usano entrambi, per sfruttarne appieno le sinergie complementari: uno crea, l’altro verifica. Uno immagina, l’altro documenta.
Insieme, rappresentano il futuro dell’interazione uomo-macchina.
Comments