E mo’ ce lo siamo tatuati per la vita.#slavaukraini pic.twitter.com/K7TIEejDpL
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) November 8, 2025
Il tryzub ha origini molto antiche e profonde nella storia dell’Europa orientale. Era già presente su monete, sigilli e stendardi della Rus’ di Kiev, una confederazione di principati slavi sorta nel IX secolo e considerata l’antenata storica dell’attuale Ucraina. All’epoca, il simbolo aveva probabilmente un significato dinastico, legato ai sovrani della dinastia dei Riurikidi, e veniva interpretato come un segno di potere e legittimità.
Dopo secoli di oblio, il tridente fu ripreso nel 1917, durante la breve esperienza della Repubblica Popolare Ucraina, nata in seguito al crollo dell’Impero zarista. In quel contesto, il tryzub divenne emblema della rinascita nazionale e della volontà di costruire uno Stato indipendente. Tuttavia, questa indipendenza ebbe vita breve: il territorio fu presto occupato dalle truppe bolsceviche e inglobato nell’Unione Sovietica.
Durante il periodo sovietico, il tryzub venne bandito, poiché ritenuto un simbolo di nazionalismo “borghese” e di opposizione al potere centrale di Mosca. Solo con il crollo dell’URSS nel 1991 e la proclamazione dell’indipendenza ucraina, il tridente fu ufficialmente restaurato nel 1992 come stemma dello Stato. Oggi è considerato uno dei più potenti simboli dell’identità nazionale ucraina, presente sulla bandiera presidenziale, sui documenti ufficiali e nelle insegne militari.
Il gesto di tatuarsi il tryzub, dunque, non è soltanto un segno di vicinanza politica, ma anche un richiamo alla continuità storica e culturale dell’Ucraina, alla sua lunga lotta per l’autodeterminazione e alla resilienza di un popolo che, da più di un millennio, difende la propria identità tra Oriente e Occidente.

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