Luigi D’Alife, con il suo documentario The Milky Way – Nessuno si salva da solo, consegna al pubblico un’opera di straordinaria potenza visiva e umana, capace di intrecciare passato e presente per raccontare una storia universale di solidarietà, resistenza e dignità.
Di giorno, le montagne tra Clavière e Monginevro sono attraversate da migliaia di sciatori in vacanza sulla neve nel comprensorio sciistico “La Via Lattea”; di notte, sono percorse di nascosto tra i boschi da decine di migranti che lasciano l’Italia per proseguire il loro viaggio oltre il confine con la Francia.
“The Milky Way” è la storia di solidarietà degli abitanti e dei pericoli affrontati dai migranti, raccontata attraverso scorci di vita e graphic novel animate sullo sfondo del mondo di montagna nella consapevolezza che – qui come in mare – nessuno si lascia da solo.
Presentato il 30 aprile al Liceo Norberto Rosa nell’ambito del Laboratorio della Narrazione e del Linguaggio Cinematografico “Light Box”, il film ha offerto agli studenti un’occasione unica per confrontarsi con una narrazione che non solo documenta, ma invita a riflettere profondamente sulle dinamiche migratorie e sull’umanità che emerge nei momenti di crisi.
La proiezione, seguita da un dibattito con il regista e Davide Rostan, uno dei protagonisti, ha amplificato l’impatto del film, trasformando l’esperienza in un momento di crescita collettiva.
In questa recensione, intendo lodare l’iniziativa del Liceo Norberto Rosa e le finalità del documentario, evidenziando come The Milky Way rappresenti un esempio luminoso di cinema impegnato, capace di educare, ispirare e costruire ponti tra culture e generazioni.
Un progetto educativo di valore inestimabile
L’iniziativa del Liceo Norberto Rosa di ospitare la proiezione di The Milky Way si inserisce in un percorso educativo che va oltre la semplice trasmissione di conoscenze, puntando a formare cittadini consapevoli e critici. Il Laboratorio “Light Box” dimostra una visione lungimirante, scegliendo un’opera che non solo esplora il linguaggio cinematografico, ma affronta temi complessi come la migrazione, la solidarietà e l’identità culturale.
Portare un documentario come questo nelle aule scolastiche significa offrire agli studenti strumenti per decodificare la realtà contemporanea, spesso distorta da narrazioni mediatiche semplicistiche o polarizzanti.
La presenza di Luigi D’Alife e Davide Rostan al dibattito post-proiezione ha aggiunto un ulteriore livello di profondità, permettendo ai giovani di confrontarsi direttamente con chi ha vissuto e raccontato queste storie.
Questo approccio dialogico trasforma l’esperienza cinematografica in un atto di partecipazione attiva, dove le domande, le riflessioni e le emozioni degli studenti diventano parte integrante del processo narrativo.
Lodevole è anche la scelta di un film che, pur affrontando un tema globale, si radica nel contesto locale delle Alpi occidentali, un territorio familiare agli studenti piemontesi. Questo radicamento geografico e culturale permette ai giovani di sentirsi coinvolti e di comprendere che le grandi questioni globali si intrecciano con la vita quotidiana delle loro comunità.
Un documentario che riscrive la narrazione migratoria
The Milky Way si distingue per il suo approccio originale e rispettoso nel raccontare la migrazione attraverso le Alpi tra Italia e Francia, un confine che D’Alife trasforma da linea divisoria a spazio di connessione.
Il film si concentra sul comprensorio sciistico “La Via Lattea”, un luogo di contrasti stridenti: di giorno, meta di turisti e sciatori; di notte, teatro di viaggi pericolosi intrapresi da migranti che sfidano il freddo, il buio e i controlli delle autorità francesi.
Questo dualismo visivo diventa una metafora potente: mentre il mondo del privilegio si diverte sulle piste, un’umanità invisibile lotta per la sopravvivenza nei boschi. D’Alife non si limita a documentare questa realtà, ma la contestualizza storicamente, mostrando come le Alpi siano state per secoli un luogo di passaggio e scambio.
L’uso di graphic novel animate, curate da Emanuele Giacopetti, è una delle scelte stilistiche più innovative del film. Queste sequenze ricostruiscono l’emigrazione italiana degli anni ’50, creando un parallelo tra il passato e il presente e sottolineando un messaggio universale: nessuno è estraneo al viaggio. La narrazione si arricchisce ulteriormente grazie alle interviste agli abitanti delle valli, agli attivisti e ai migranti stessi, che danno voce a una comunità solidale che rifiuta l’indifferenza e sceglie di agire.
La solidarietà come atto di resistenza
Uno degli aspetti più commoventi del documentario è la celebrazione della solidarietà come forza trasformativa.
D’Alife mette in luce l’umanità di chi, tra gli abitanti delle valli occitane, decide di non voltarsi dall’altra parte. Persone come Davide Rostan, che nel film emerge come figura di riferimento, incarnano un modello di resistenza non violenta, radicato in valori antichi di mutuo soccorso.
La comunità occitana diventa il simbolo di un’Europa possibile, dove l’accoglienza non è un’eccezione, ma una pratica quotidiana.
Questa solidarietà non è idealizzata: è mostrata nella sua complessità. Gli abitanti delle valli non sono eroi senza macchia, ma persone comuni che scelgono di agire nonostante i rischi, le denunce e le multe.
Il film rende omaggio a questa rete di mutuo aiuto, che si oppone alla militarizzazione del confine e alle politiche di chiusura dell’Europa, offrendo una contro-narrazione che celebra l’empatia e la condivisione come antidoti alla paura e all’isolamento.
Un cinema che educa e ispira: Luigi D’Alife e il collettivo SMK Factory
Prodotto dal collettivo SMK Factory, The Milky Way è un esempio di cinema indipendente che sfida le convenzioni del mainstream.
Finanziato da una campagna di crowdfunding con 466 coproduttori, il film dimostra che un progetto nato dalla passione e dall’impegno collettivo può avere un impatto straordinario.
La regia di D’Alife, la fotografia di Nicola Zambelli e il montaggio di Angelica Gentilini danno vita a un’opera al contempo poetica e incisiva.
La distribuzione attraverso la piattaforma OpenDDB riflette l’etica del progetto: rendere accessibile una storia che il circuito commerciale potrebbe ignorare. Questo approccio democratizza l’accesso alla cultura, come dimostrato dall’evento al Liceo Norberto Rosa.
Un messaggio universale per le nuove generazioni
Il sottotitolo Nessuno si salva da solo incapsula il cuore del film: la convinzione che la salvezza individuale sia inseparabile dalla collettività.
Un messaggio potente per le nuove generazioni, che vivono in un mondo segnato da crisi globali – climatiche, economiche, migratorie – e hanno bisogno di narrazioni capaci di ispirare speranza, responsabilità e azione.
Un film che non offre soluzioni semplicistiche, ma invita a interrogarsi sul significato di confine, sul valore della solidarietà e sul proprio ruolo nella società.
The Milky Way – Nessuno si salva da solo è un documentario che unisce rigore estetico, profondità etica e un messaggio di speranza.
L’iniziativa del Liceo Norberto Rosa ne amplifica la portata, dimostrando che il cinema può essere uno strumento di trasformazione sociale.
Questo film non è solo da vedere, ma da vivere, discutere e portare avanti, perché le storie che racconta appartengono a tutti noi. Come ricorda la frase conclusiva:
“Bisogna camminare insieme, perché nessuno si salva da solo, né qui né altrove.”
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