Il 22 maggio 2025 segna una data storica per la scienza e l’innovazione tecnologica in Italia. Presso il Politecnico di Torino è stato ufficialmente acceso il primo computer quantistico IQM installato sul territorio nazionale, uno dei soli dodici presenti al mondo. Una svolta che proietta Torino e l’Italia intera nell’élite della ricerca internazionale nel campo del quantum computing, candidando la città a diventare uno dei poli europei di eccellenza nel settore.
Un progetto di sistema: università, ricerca e industria
Il nuovo computer quantistico, un sistema a cinque qubit prodotto dalla finlandese IQM Quantum Computers, è il frutto di una collaborazione strategica tra il Politecnico di Torino, la Fondazione LINKS – ente strumentale della Fondazione Compagnia di San Paolo – e l’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRiM). Il dispositivo è stato installato nel data center dell’Ateneo, e sarà messo a disposizione del mondo della ricerca, dell’industria e della formazione accademica.
“Con questa macchina inauguriamo un vero hub dell’innovazione quantistica – ha dichiarato il Rettore del Politecnico, Stefano Corgnati –. Questo progetto non solo rafforza i legami tra accademia e tessuto industriale, ma ci consente di costruire percorsi formativi all’avanguardia e contribuire attivamente allo sviluppo tecnologico del territorio”.
Cos’è un computer quantistico e perché è così rivoluzionario?
A differenza dei computer tradizionali, che operano con bit (0 o 1), i computer quantistici utilizzano i qubit (quantum bit), che grazie ai fenomeni di sovrapposizione e entanglement possono trovarsi contemporaneamente in più stati. Questa caratteristica consente di eseguire operazioni simultanee su una molteplicità di configurazioni, aprendo la strada a calcoli di enorme complessità in tempi drasticamente inferiori.
Il quantum computing promette di rivoluzionare settori strategici come:
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Crittografia e cybersecurity, rendendo obsolete molte tecniche di cifratura attuali.
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Finanza, per ottimizzare portafogli complessi e prevedere mercati.
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Farmacologia, grazie alla simulazione accurata delle molecole.
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Logistica e trasporti, con la risoluzione rapida di problemi di ottimizzazione.
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Intelligenza artificiale, mediante l’integrazione con algoritmi di apprendimento quantistico (Quantum Machine Learning).
Una macchina delicata ma potentissima
La sofisticata macchina quantistica torinese richiede condizioni ambientali estreme per funzionare. All’interno di un criostato avanzato, i qubit operano a 20 millikelvin, ovvero una temperatura prossima allo zero assoluto (-273,15°C), ben 100 volte più fredda dello spazio profondo. Questa temperatura è necessaria per preservare la coerenza quantistica, condizione fondamentale per eseguire i calcoli con precisione.
L’intero sistema occupa uno spazio di circa 4 metri quadrati per 3 metri di altezza, e dispone di schermature elettromagnetiche e antivibrazioni che garantiscono un ambiente ultra-stabile per il funzionamento dei circuiti quantistici superconduttivi.
L’apporto dell’INRiM e le sfide della metrologia quantistica
Il coinvolgimento dell’INRiM, uno dei più autorevoli centri italiani per la ricerca metrologica, è cruciale. Come ha spiegato il presidente Pietro Asinari, “l’Istituto è impegnato nello sviluppo di strumenti di misura innovativi per migliorare le prestazioni dei qubit superconduttivi. Nonostante i progressi, le macchine quantistiche soffrono ancora di errori e perdita di coerenza. Il nostro obiettivo è superare questi limiti attraverso tecniche avanzate di calibrazione e diagnostica”.
La ricerca metrologica, infatti, gioca un ruolo chiave nel passaggio dai prototipi sperimentali a sistemi affidabili e scalabili. INRiM, allineandosi con i principali programmi europei, contribuisce così a costruire standard e protocolli comuni, fondamentali per il progresso dell’intero settore.
Torino come punto di riferimento europeo
Con l’accensione di questo computer quantistico, Torino diventa una delle pochissime città in Europa a disporre di un accesso diretto e fisico a una tale tecnologia. Ciò rappresenta un’opportunità straordinaria sia per l’ambito scientifico che per il mondo produttivo.
Marco Cantamessa, presidente della Fondazione LINKS, sottolinea la visione strategica del progetto: “Ragionare in un’ottica di sistema ci permette di attirare a Torino non solo grandi aziende, ma anche competenze e talenti europei. Possiamo costruire un ecosistema quantistico competitivo, con ricadute concrete sul territorio”.
Gli fa eco Stefano Buscaglia, direttore generale della stessa fondazione, che conferma l’interesse già espresso da numerose aziende: “Con l’accompagnamento dei nostri ricercatori, molte imprese stanno esplorando il potenziale del quantum computing per affrontare problemi oggi ritenuti intrattabili. È una rivoluzione che riguarda anche l’industria”.
Una rivoluzione che passa dalla formazione
Oltre alla ricerca e all’industria, il progetto ha un’importante valenza didattica. A partire dal 2023, più di 60 studenti hanno preso parte al Master in Quantum Computing o si sono iscritti al nuovo corso di Ingegneria Quantistica del Politecnico di Torino. Complessivamente, oltre 30 tra docenti, ricercatori e dottorandi sono già coinvolti nelle attività legate al progetto.
Questa integrazione tra formazione, ricerca e trasferimento tecnologico rappresenta un modello virtuoso per preparare le nuove generazioni ad affrontare le sfide dell’informatica del futuro.
Accesso diretto, senza barriere
Un aspetto cruciale di questa iniziativa è la possibilità di accedere fisicamente al computer quantistico, senza dover ricorrere a simulatori remoti o piattaforme cloud, spesso onerose e poco flessibili. Questo vantaggio renderà Torino una meta privilegiata per lo sviluppo di applicazioni quantistiche sperimentali, permettendo di testare in loco algoritmi e soluzioni innovative.
Un progetto in linea con le strategie nazionali ed europee
L’operazione si inserisce nel più ampio quadro delle strategie nazionali sulla transizione digitale e sull’innovazione tecnologica, così come nei piani europei per la sovranità tecnologica. L’Unione Europea ha infatti stanziato fondi consistenti per la creazione di un ecosistema quantistico continentale, con l’obiettivo di competere con Stati Uniti e Cina nella corsa al dominio del calcolo quantistico.
Torino, con questo progetto, si posiziona al centro di questa visione, diventando uno dei nodi cruciali dell’Europa quantistica.
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