Il Politecnico di Torino si distingue nella terza edizione del Fondo italiano per la scienza, il programma nazionale promosso dal Ministero dell’Università e della Ricerca a sostegno della ricerca di alto livello. L’Ateneo torinese si è aggiudicato un finanziamento complessivo di 7,3 milioni di euro, che permetterà l’avvio di cinque progetti di ricerca distribuiti su diversi dipartimenti e settori disciplinari, spaziando dall’ingegneria aerospaziale alla pianificazione urbana, dalla fisica applicata all’architettura.
Dopo la valutazione e la selezione a livello nazionale, i progetti entrano ora nella fase di realizzazione. L’edizione di quest’anno ha premiato iniziative ritenute particolarmente innovative e di forte impatto scientifico.
Il primo progetto, intitolato Themas – Transport of Heat and Mass Across Surfaces, sarà diretto da Luca Brandt del Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture. L’attività di ricerca si concentrerà sullo studio di miscele fluide complesse e sui meccanismi di scambio di massa ed energia in relazione a superfici micro- e nano-strutturate, con possibili applicazioni in numerosi comparti industriali.
Per il settore dell’ingegneria aerospaziale, il coordinamento del progetto Fem2.0 – Second Generation Finite Element Method è affidato a Erasmo Carrera. L’iniziativa mira a innovare i metodi di calcolo oggi utilizzati per prevedere il comportamento strutturale di componenti e infrastrutture, sviluppando strumenti software più precisi e performanti.
Nel campo delle politiche territoriali si inserisce Gruhpp – Green Restitution for Urban Heritage Planning and Protection, guidato da Zachary Mark Jones e sviluppato all’interno del Dipartimento di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio. Il progetto analizzerà il contributo delle infrastrutture verdi e delle soluzioni basate sulla natura nella salvaguardia dei centri storici, sempre più esposti agli effetti dei cambiamenti climatici.
L’area dell’architettura è rappresentata da Superural – Resilient and Innovative Projects of Commoning in Marginal Areas, coordinato da Silvia Lanteri del Dipartimento di Architettura e Design. La ricerca approfondirà il concetto dei rural commons, ovvero risorse condivise nelle aree periferiche e marginali, valutando il loro potenziale nel generare nuovi modelli di organizzazione sociale e progettazione architettonica.
Completa il quadro Sandi – Superflow Stability: Exploring Dynamics in Inhomogeneous Superfluids, progetto diretto da Klejdja Xhani del Dipartimento di Scienza Applicata e Tecnologia. Lo studio sarà dedicato ai superfluidi non omogenei, una particolare fase della materia caratterizzata dall’assenza di attrito nel flusso, analizzandone la stabilità e le dinamiche interne attraverso l’uso di gas atomici ultrafreddi.
Nei prossimi anni i cinque gruppi di ricerca porteranno avanti le attività in parallelo, con potenziali ricadute in ambiti strategici quali energia, industria, pianificazione urbana, conservazione del patrimonio culturale, materiali avanzati e tecnologie quantistiche.

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