“+88 Frequenze” è uno spettacolo che intreccia con rara eleganza arte e scienza, storia e invenzione, emozione e razionalità. Al centro della scena, la figura straordinaria di Hedy Lamarr: diva del cinema hollywoodiano e, al tempo stesso, mente brillante e visionaria, la cui invenzione – il Secret Communication System – avrebbe gettato le basi per le moderne tecnologie di comunicazione, dal Wi-Fi al Bluetooth.
88 frequenze, corrispondenti al numero dei tasti del pianoforte: queste le basi del Secret Communication System, presentato nel giugno 1941 da Hedy Lamarr (1914 – 2000) all’ufficio brevetti americano. La star di Hollywood, definita più volte come “la donna più bella del mondo“, stava chiedendo di brevettare un complicato sistema anti-radar. Inconcepibile, per i membri dell’Inventor’s Council, che l’attrice in topless del contestato film ESTASI potesse essere anche un genio dell’ingegneria bellica. Nel 1933, a 19 anni, aveva conosciuto il primo marito, industriale nel campo delle armi. Saranno proprio le conversazioni ascoltate in casa del “re delle munizioni” a darle le informazioni necessarie per pro-gettare, ottenuto il divorzio ed emigrata in America, un sistema per evitare che i siluri delle forze americane fossero intercettati dai nazisti.
Eliana Rotella costruisce una drammaturgia rigorosa ma poetica, che non si limita a raccontare la biografia di Lamarr, bensì ne esplora le risonanze simboliche e umane. Le 88 frequenze del titolo – come gli 88 tasti del pianoforte – diventano metafora della complessità della mente umana, capace di vibrare all’unisono tra estetica e ingegno, fragilità e potenza creativa.
La regia accompagna lo spettatore in un viaggio tra immagini evocative, suoni elettronici e proiezioni, dove la materia scientifica si trasforma in linguaggio teatrale: i concetti di frequenza, trasmissione, interferenza diventano strumenti narrativi, quasi personaggi invisibili che dialogano con la protagonista.
L’interpretazione (forte, intensa, mai didascalica) restituisce una Hedy Lamarr viva, complessa, attraversata dal desiderio di essere riconosciuta non solo come “la donna più bella del mondo”, ma come una mente capace di cambiare il corso della storia.
“+88 Frequenze” è, in definitiva, uno spettacolo che riesce a trasmettere conoscenza senza mai sacrificare la poesia. È teatro di parola e di pensiero, ma anche teatro dell’immagine e del suono, dove la scienza si fa emozione e la memoria di una donna dimenticata si accende di nuova luce.
Un omaggio necessario, un ponte tra discipline e sensibilità, che conferma la missione del progetto Teatro e Scienza: rendere visibile la bellezza del pensiero e l’intelligenza dell’arte.
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