Think Different. Se Steve Jobs fosse vivo oggi, avrebbe inserito anche lei tra i suoi “folli che cambiano il mondo”.
Sofia Corradi — la donna che ha creduto nel potere dell’educazione, del viaggio e dell’incontro — è una di quelle menti visionarie che non hanno solo immaginato un futuro diverso, ma lo hanno reso possibile.
Nel 1969, quando parlare di Europa unita era ancora un sogno lontano, Sofia Corradi pensò a qualcosa di rivoluzionario: un programma che permettesse agli studenti di spostarsi da un’università all’altra, imparando non solo sui libri, ma dalla vita, dalle persone, dalle culture.
Un’idea nata da una delusione personale — il rifiuto del riconoscimento dei suoi studi svolti alla Columbia University — che lei trasformò in una missione.
Per anni, bussò a porte che restavano chiuse, parlò a chi non voleva ascoltare. Ma non smise mai di crederci.
E nel 1987, dopo quasi vent’anni di ostinazione, tenacia e fede nella forza dei giovani, il sogno diventò realtà: nacque Erasmus.
Da allora, oltre 6 milioni di studenti hanno vissuto quell’esperienza.
Hanno preso un aereo per la prima volta, hanno pianto per nostalgia, hanno riso fino a notte fonda con sconosciuti che sarebbero diventati amici per sempre.
Hanno imparato a cavarsela da soli, a cucinare con pochi ingredienti e tanta creatività, a parlare lingue che non conoscevano e a capirsi anche senza parole.
E in quel percorso di crescita, hanno imparato anche qualcosa di più grande: che l’Europa non è solo un insieme di Paesi, ma una comunità di persone.
Che non esistono confini abbastanza forti da fermare la curiosità, la speranza, l’amore.
Che il mondo si cambia anche così — un viaggio alla volta, un incontro alla volta.
Oggi, mentre in tutta Europa migliaia di persone ricordano la propria esperienza Erasmus, condividendo foto e ricordi pieni di gratitudine, c’è un pensiero che attraversa tutti:
senza Sofia Corradi, forse non saremmo le persone che siamo diventate.
Perché lei ha dato forma a un’idea che ancora oggi continua a muovere milioni di cuori: la convinzione che conoscersi, imparare e condividere sia la strada più bella per costruire la pace.