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Maturità 2025: Telmo Pievani e la sfida dell’Antropocene

Il testo di Telmo Pievani ci interroga tutti, non solo gli studenti. Viviamo in un’epoca in cui l’impatto dell’uomo sulla Terra è evidente e devastante. Ma siamo anche l’unica specie dotata degli strumenti culturali, tecnologici ed etici per cambiare rotta. Non è solo una questione di futuro, ma di presente. La maturità, in fondo, è proprio questo: la capacità di assumersi la responsabilità delle proprie azioni.

Il 18 giugno 2025 ha segnato l’inizio dell’Esame di Stato per oltre mezzo milione di studenti italiani. Tra le tracce proposte per la prima prova scritta di italiano, una in particolare ha attirato l’attenzione di studenti e docenti: la Traccia B3, appartenente alla Tipologia B (testo argomentativo), basata su un estratto dell’articolo Un quarto d’era del filosofo della scienza Telmo Pievani. Il testo, pubblicato originariamente sulla rivista Sotto il Vulcano, affronta con profondità e rigore una delle questioni più urgenti del nostro tempo: l’inizio dell’Antropocene, ovvero l’epoca geologica in cui l’attività umana è diventata la forza principale di trasformazione del pianeta.

Ma chi è Telmo Pievani, e perché il Ministero dell’Istruzione ha ritenuto significativo proporre un suo scritto all’interno di una prova tanto importante? Per rispondere a questa domanda occorre esplorare il profilo di un intellettuale che da anni si muove con agilità tra ricerca scientifica, divulgazione e riflessione etica.

Un pensatore tra filosofia e scienza
Telmo Pievani è professore ordinario di Filosofia delle Scienze Biologiche presso l’Università di Padova, dove dirige anche il Dipartimento di Biologia. Studioso dell’evoluzionismo darwiniano, ha saputo rendere accessibili al grande pubblico temi complessi legati alla teoria dell’evoluzione, alla biologia e alla sostenibilità ambientale. Non si limita però a una semplice funzione divulgativa: la sua riflessione è sempre accompagnata da una forte consapevolezza etica e da una sensibilità umanistica. In questo senso, Pievani incarna una figura rara nel panorama culturale italiano: quella dello scienziato-filosofo capace di parlare alle coscienze, non solo alle menti.

Ha partecipato a numerose trasmissioni televisive, come Atlantide su La7, condotta da Andrea Purgatori, dove ha offerto letture lucide e scientificamente fondate sull’attualità, dalla pandemia da Covid-19 alle crisi ambientali. Tra i suoi progetti recenti, il podcast “Sete”, in particolare l’episodio 8 intitolato L’inizio dell’Antropocene, rappresenta un esempio emblematico della sua capacità di intrecciare scienza, narrazione e impegno civile.

L’Antropocene: un’era geologica tutta umana
Nel testo proposto alla maturità 2025, Telmo Pievani invita a un esercizio di immaginazione scientifica e morale: cosa troverebbero gli archeologi del futuro scavando nei nostri strati geologici? Tra gli indizi del nostro passaggio sulla Terra, suggerisce, vi sarebbero microplastiche, ossa di animali d’allevamento intensivo (come i polli), tracce radioattive e un aumento spropositato di gas serra. Tutti segnali inequivocabili di un’epoca in cui l’uomo ha lasciato un’impronta profonda e, purtroppo, distruttiva.

L’Antropocene, concetto introdotto da alcuni geologi e ormai al centro di un ampio dibattito scientifico e culturale, non è solo una definizione tecnica. È una lente con cui osservare le trasformazioni ambientali, climatiche ed ecologiche causate dall’attività umana, soprattutto negli ultimi due secoli. Se la Terra ha conosciuto altre estinzioni di massa (cinque, finora), quella che rischiamo di innescare oggi sarebbe la prima provocata non da un meteorite o da cataclismi naturali, ma da una singola specie: la nostra.

Una riflessione per i giovani (e non solo)
La scelta di proporre un testo come quello di Pievani agli studenti dell’Esame di Stato non è casuale. In un’epoca segnata da crisi ecologiche, diseguaglianze e conflitti, la scuola italiana è chiamata non solo a formare, ma anche a responsabilizzare le nuove generazioni. Il messaggio è chiaro: la conoscenza scientifica da sola non basta, occorre accompagnarla a una rinnovata coscienza civica e a un senso di responsabilità collettiva.

Pievani sottolinea che la creatività e l’intelligenza che ci hanno permesso di modificare il pianeta sono le stesse che possiamo (e dobbiamo) impiegare per salvarlo. L’invito è a non arrendersi al fatalismo, ma a prendere atto della situazione e a reagire con coraggio. In questo senso, la scuola può diventare un luogo di trasformazione culturale, dove l’educazione ambientale non è una materia in più, ma una chiave di lettura del presente.

Un intellettuale del nostro tempo
Con una prosa limpida, documentata e coinvolgente, Telmo Pievani riesce a far dialogare scienza e letteratura, dati e valori, statistiche e visioni. I suoi libri – da La vita inaspettata a Serendipità – sono testi che parlano al lettore comune, ma che allo stesso tempo non rinunciano alla profondità della riflessione accademica. La sua attività pubblica rappresenta un modello di cittadinanza attiva: non si limita a denunciare i problemi, ma propone vie di uscita, soluzioni, approcci interdisciplinari e collaborativi.

La presenza del suo nome nella prima prova della maturità 2025 è quindi più che meritata: è il riconoscimento di una voce autorevole che sa unire scienza e impegno, senza mai rinunciare al rigore, né all’empatia.