Gravita Zero: comunicazione scientifica e istituzionale

La forza nascosta: scienziate nella fisica e nella storia

Lo Spettacolo teatrale al Complesso Aldo Moro dell’Università di Torino

venerdì 1 ottobre, alle ore 18.00, lo spettacolo “La Forza Nascosta” va in scena dal vivo al Complesso Aldo Moro dell’Università di Torino. L’opera, nata dall’interazione di un gruppo di ricercatrici Fisiche, Storiche e Teatrali, celebra il contributo femminile alla Scienza e ne diffonde i molteplici valori. Lo spettacolo offre una visuale sulla Fisica del ‘900 attraverso gli occhi di quattro scienziate, Marietta Blau, Chien-Shiung Wu, Milla Baldo Ceolin e Vera Cooper Rubin, che ne sono state protagoniste non totalmente riconosciute, ma che meritano attenzione.

Dalle loro storie traspare un tessuto comune dal forte valore intellettuale ed umano, un’alchimia tra talento e determinazione, che le ha portate a raggiungere risultati scientifici fondamentali per la comprensione della natura. Dai metodi innovativi per rivelare l’essenza dei processi nucleari agli esperimenti sulle loro simmetrie nascoste, dalla natura sfuggente dei neutrini all’osservazione di galassie lontane. La loro vita si è intrecciata ai cambiamenti sociali e storici vissuti con coraggio ed entusiasmo da ognuna di loro, in un quadro internazionale caratterizzato da grandi sconvolgimenti. Lo spettacolo è un ottimo pretesto per riaccendere in ciascuno spettatore, uomo o donna, giovane o meno, il desiderio di cercare e riconoscere i semi di quella Forza Nascosta che spinge ad amare la Scienza, luogo di rispetto e di civile convivenza.

Lo spettacolo è stato ideato e promosso da un gruppo di ricercatrici della Sezione di Torino dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e del Dipartimento di Fisica dell’Università di Torino, Anna Ceresole, Nora De Marco, Simonetta Marcello e Nadia Pastrone, insieme a Emiliana Losma, esperta di storia delle donne, a Rita Spada, esperta in innovazione tecnologica, alla regista Gabriella Bordin e all’attrice Elena Ruzza.

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Si ringrazia Stefano Palmieri dell’Ufficio Stampa Università di Torino