Gravita Zero: comunicazione scientifica e istituzionale

Dieta Mediterranea: quella di oggi è ancora un modello da seguire?

La dieta mediterranea è stata spesso citata per la sua azione di prevenzione verso le malattie cardiovascolari, di contrasto al diabete, sovrappeso e obesità, di prevenzione e cura oncologica e favorente la longevità. Se oggi Ancel Keys tornasse nei paesi che prese come riferimento per postulare la dieta mediterranea del Seven Countries Study, da cui emerse l’importante ruolo della nutrizione e della scelta degli alimenti per la prevenzione delle malattie cardiovascolari, rimarrebbe sconcertato! Nulla oggi è più come lo aveva osservato (e mangiato) lui. Infatti, quasi tutti gli alimenti che elogiò come protettivi oggi sono potenzialmente pericolosi per la salute: basti pensare a come la raffinazione dei cereali e degli zuccheri in generale, sia responsabile, negli ultimi 15 anni, dell’aumento della sensibilità verso il glutine, dell’aumento della malattia diabetica, delle dislipidemie e di una tendenza all’obesità sempre crescente.

Semplicemente oggi l’industrializzazione, la globalizzazione e la raffinazione rendono di difficilissima attuazione la dieta mediterranea, complice anche la comunicazione mediatica e pubblicitaria e la ricerca di soluzioni alimentari facili, veloci e altamente palatabili che tutti noi rincorriamo.

Ma la dieta mediterranea non dovrebbe essere solo cibo…anzi forse quest’ultimo è solo il mezzo con cui condividere, socializzare, scambiare, insegnare, nutrire la parte più profonda di noi. Ed invece il cibo oggi nutre solo le cellule…e male!

L’alimentazione è oggi tra le prime cause di malattia a livello mondiale.

Nel libro “Nutrire la salute con la dieta mediterranea” vengono passati in rassegna i caposaldi della dieta mediterranea: grano, olio, vino, carne, pesce, latte e formaggi, uova, legumi, frutta e verdura.

Abbiamo intervistato l’autore del libro, il dottor Rolando Alessio Bolognino, biologo nutrizionista in campo oncologico e di prevenzione, responsabile di progetti di ricerca con il policlinico Agostino Gemelli di Roma e l’università Tor Vergata di Roma , esperto in alimentazione sportiva, relatore e moderatore a convegni nazionali e internazionali su temi di nutrizione ed esperto scientifico in diverse trasmissioni televisive, professore al Master di I livello in Scienze della Alimentazione e Dietetica Applicata presso l’Università degli Studi di Roma ” La Sapienza ” e professore al Master Internazionale di II livello in Terapia Integrata e Riabilitazione in Oncologia presso l’Università degli Studi di Chieti “Gabriele D’Annunzio”:

 


Dottor Rolando Alessio Bolognino

La mia passione per la divulgazione è la parte più stimolante del mio lavoro, amo comunicare e i miei pazienti lo sanno. Sono convinto che la comunicazione non sia enunciare dati o formule ma capire a chi stai parlando e sintonizzarsi con lui. Con il libro è stata una bella sfida: parlare di temi scientifici , citando le evidenze più recenti con un tono spesso ironico e sarcastico, è secondo me il modo migliore per incuriosire e divertire il lettore. Anche perché oggi tutti parlano di nutrizione…evitare i luoghi comuni è d’obbligo!                     

Oggi tutti parlano di diete, tutti hanno quella miracolosa che potrà aiutare l’uomo nella (recente) lotta verso il sovrappeso e obesità. Poi alla fine si parla sempre delle solite diete iperproteiche , con nomi fantasiosi e accoppiamenti “magici”, ma che di fondo hanno effetti a lungo andare insostenibili. Ma se un modello non può essere definitivo ed ha tanti effetti collaterali perché prenderlo a modello? Mi piaceva parlare di qualcosa oggi è diventato quasi un “brand” ridandogli la dignità che merita. Secondo la dieta mediterranea “vera” esprime il concetto di dieta che nutre….la maggior parte delle diete commerciali ci denutre!

Per arrivare a più persone possibile! Un libro da poter portare in tasca è qualcosa che tieni in borsa o nello zaino, che leggi sull’autobus, è poco autocelebrativo, non spaventa. Non credo che lo spessore del contenuto sia proporzionale a quello delle pagine.

Ne parlo spesso nelle conferenze sulla prevenzione oncologica: la carne rossa, se consumata in quantità eccessiva, sia come frequenza settimanale che come porzionatura, tende ad aumentare l’infiammazione, anche per via di uno zucchero il NEU5GC proprio di questo tipo di carne. Ma questa è anche la posizione dell’OMS, fonte ben più autorevole di me. Questo argomento è ben trattato nel libro.

Un prezzo più alto ci dice solo che spendiamo di più! Il punto di vista è differente: se costa troppo poco (cioè 2,99€ come molte offerte propongono) non può certamente essere olio di oliva extravergine fatto con olive italiane. Dovremmo “spendere tempo” per vedere da chi acquistiamo l’olio, valutare la bontà delle olive e dell’impianto di molitura. Una volta che questi parametri sono sicuri abbiamo finito la ricerca.

È un problema complesso. La risposta più facile sarebbe: “eliminiamo ormoni e farmaci e mangiamo carni e pesci sicuri”. Ma gli allevamenti hanno un equilibrio delicato, spesso la malattia di un capo, per legge , prevede l’abbattimento dell’intero pascolo. Stessa cosa per i pesci. Dovremmo noi consumatori chiedere meno all’industria del cibo. Ridurremmo il problema dell’iperproduzione (con tutto quel che comporta per l’ecologia), del sovrappeso/obesità e degli sprechi.

La strada è sicuramente quella del cambiamento. In Inghilterra è vietata la pubblicità di fastfood in televisione e giornali. Oggi la prevenzione inizia facendo la spesa in maniera corretta. Il “ready to eat”, soprattutto quello a basso costo come quello dei fast food, baratta qualità con praticità, ma lo scambio lo paghiamo in termini di problemi per la salute. Anche in un’ottica di risparmio economico sulla salute pubblica i fast food rappresentano un problema per l’eccesso in sale, zucchero, nitrati, nitriti, grassi saturi, ecc. In una patatina di un noto marchio sono stati trovati 17 ingredienti, tra cui un diserbante. Ma se ordino patatine fritte mi aspetto di trovare solo quell’ingrediente (oltre al sale e l’olio)….non un laboratorio di chimica

Me lo auguro. Questo è il senso con cui l’ho scritto. Sapere che c’è differenza tra i grani antichi e i grani moderni, scoprire le differenze tra pesce pescato e allevato, divenire consapevoli di come il neuromarketing condiziona il nostro potere di scelta degli acquisti, conoscere il peso che le nostre scelte hanno sul pianeta è veramente importante. 

E poi se “siamo quello che mangiamo” come facciamo a non conoscere cosa mettiamo a tavola?

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