Gravita Zero: comunicazione scientifica e istituzionale

Visibilità online delle aziende nel 2026:  come evolveranno le Ricerche su Google e AI

Il contesto: un ecosistema digitale in rapido cambiamento

L’economia digitale italiana è sempre più connessa. Secondo il Digital Report 2025 di We Are Social, il 90 % della popolazione è online e trascorre quasi sei ore al giorno su Internet. Le ricerche di marca e di prodotto si spostano sui social: 32 % degli utenti usa i social network per informarsi, e questi canali sono ormai una delle principali fonti di ricerca sui brand, affiancandosi ai motori di ricerca e alle recensioni; un utente su quattro dichiara di scoprire nuovi marchi tramite pubblicità online.

In questo panorama, i motori di ricerca continuano a dominare. Dati StatCounter mostrano che a settembre 2025 Google detiene oltre il 92 % della quota di mercato in Italia, mentre Bing non supera il 4,3 %. Gli italiani, quindi, continuano a “cercare” soprattutto su Google, ma allo stesso tempo aumenta l’uso di chat generative e assistenti vocali per reperire informazioni e ispirazioni.

Numeri globali: Google gigante, AI in forte crescita

L’Italia e l’adozione dell’IA: opportunità e sfide

L’intelligenza artificiale è già entrata nelle aziende e nel quotidiano dei lavoratori italiani:

Questi dati evidenziano un ritardo nell’adozione capillare, ma sottolineano anche che le imprese italiane stanno iniziando a cogliere i vantaggi dell’AI e che la formazione è un elemento chiave.

Cambiamenti nel motore di ricerca: dagli snippet agli AI Overviews

Google sta integrando sempre più l’intelligenza artificiale nelle proprie pagine dei risultati. Le AI Overviews, ovvero riassunti generativi che appaiono in alto nelle SERP, sono già disponibili in Italia e in altri Paesi europei. Alcuni aspetti importanti:

Fonte dati: 

Come ottimizzare per l’AI Overview

  1. Rafforzare la SEO tradizionale – I siti che compaiono tra i primi 10 risultati organici sono i più citati dalle AI Overviews. Occorre quindi lavorare su contenuti di qualità, link building e ottimizzazione tecnica.
  2. Struttura e dati ricchi – L’uso di schema.org, FAQ, dati strutturati e markup semantico facilita la comprensione dei contenuti da parte degli algoritmi e aumenta la probabilità di essere citati.
  3. Contenuto con carattere umano – Le AI privilegiano paragrafi che rispondono in modo chiaro alla query e aggiungono valore, ad esempio attraverso aneddoti, esempi e riferimenti. Un linguaggio conversazionale e inclusivo aiuta il modello a capire il contesto.
  4. Anticipare i bisogni dell’utente – Fornire risposte a domande correlate e contenuti “how to”, creare sezioni con definizioni, tabelle e guide pratiche: tutto questo aiuta a soddisfare l’intento informativo, principale contesto d’uso delle AI Overviews.

Voice search e local SEO: l’occasione per le PMI

L’esplosione degli assistenti vocali (8,4 miliardi nel mondo) e l’uso crescente della ricerca vocale – con 20,5 % degli utenti globali che la utilizza – apre opportunità e sfide per le imprese italiane. La maggior parte delle ricerche vocali ha intenti locali (76 %); questo significa che i potenziali clienti chiedono “dove trovo un ristorante?” o “qual è il negozio più vicino?” direttamente al proprio assistente.

Per sfruttare questa tendenza occorre:

Perché agire ora: dati e previsioni per il 2028–2030

Intervista a un’agenzia SEO italiana: come muoversi adesso (senza farsi illusioni)

Per chiudere questo approfondimento, abbiamo chiesto a SEO BUSINESS, agenzia italiana specializzata in SEO e AI search, di sintetizzare un approccio pratico per il 2026: niente lista di servizi, solo metodo e priorità.

D. La mossa più urgente per un’azienda italiana oggi?
 R. “Diventare una fonte citabile. Google e gli assistenti AI riusano contenuti che possono verificare: pagine ‘sorgente’ con dati chiari, aggiornati, referenziati e marcati con schema.org. L’obiettivo non è solo ‘posizionarsi’, ma essere riutilizzati e menzionati nelle risposte.”

D. Da dove si parte, concretamente, senza stravolgere tutto?
 R. “Con un ciclo breve di 90 giorni. Primo: audit delle query che contano davvero e delle pagine ‘soldi’. Secondo: trasformare listini, specifiche, certificazioni e FAQ in pagine sorgente strutturate (single source of truth). Terzo: sistemare architettura e interlinking per far arrivare i crawler dove serve. Quarto: aprire una content supply chain che produce contenuti con E-E-A-T reale, fonti, tabelle ed estratti ‘riusabili’ dai modelli. Poi si misura e si itera.”

D. Come si misura il progresso nell’era delle risposte AI?
 R. “Oltre al traffico organico, guardiamo quattro indicatori: share of search sulle query strategiche; tasso di citazione del brand/URL nelle risposte AI; coerenza d’entità (nomi, prodotti, indirizzi, schede) tra sito, knowledge panel e profili; copertura dei dati strutturati. Se questi numeri salgono, la visibilità segue.”

D. L’errore che costa più caro nel 2025–2026?
 R. “Pubblicare pagine generiche ‘fatte dall’AI’ senza fonti e senza una pagina aziendale di riferimento. È rumore. Meglio meno contenuti, ma verificabili, aggiornati e strutturati.”

D. Il vostro principio guida in una frase?
 R. “Non scrivere per i motori: costruisci evidenze che i motori e i modelli possano citare.”

In pratica, il percorso consigliato è sobrio e misurabile: 90 giorni per mettere a terra le basi (pagine sorgente, architettura, dati strutturati), 90 giorni per espandere l’autorità tematica e il grafo di entità, e altri 90 per consolidare PR digitali e menzioni qualificanti. SEO BUSINESS applica questo approccio con un metodo interno di prioritizzazione per impatto e sforzo (B.O.S.S. – Budget Optimized SEO System), pensato per budget realistici e obiettivi verificabili.

Se il 2024–2025 ha mostrato che le ricerche si stanno ibridando fra risultati classici e risposte AI, il 2026 premierà chi avrà fatto un lavoro semplice ma rigoroso: diventare la fonte a cui i motori si appoggiano quando qualcuno chiede proprio quello che fate.