Al Salone del Libro di Torino, cuore pulsante dell’editoria italiana, da alcuni anni sta crescendo un movimento editoriale che merita tutta l’attenzione possibile: è quello del self publishing, una forma di autopubblicazione che si sta trasformando da nicchia marginale a fenomeno editoriale strutturato e sorprendentemente efficace. A guidare questa trasformazione è Sara Speciani, responsabile dell’area Pro del Salone e ideatrice del progetto Self Publishing, uno spazio dedicato agli autori indipendenti che, grazie a una selezione rigorosa, trovano finalmente un contesto professionale in cui farsi conoscere e crescere.
“Abbiamo creato questo progetto per valorizzare l’autoproduzione,” racconta Sara Speciani. “Prima gli autori self si univano alla buona in piccoli stand senza un criterio di qualità. Ora, invece, passano una selezione, imparano a gestirsi, si supportano tra loro e i risultati si vedono: molti autori fanno sold out già nei primi giorni di fiera.”
A stupire è anche il cambiamento nella percezione del pubblico. Se un tempo l’autore autopubblicato veniva visto con scetticismo, oggi genera file interminabili di lettrici in cerca di un autografo o di una foto. Fenomeni come il romance e il fantasy dominano il mercato, soprattutto grazie a una nuova generazione di scrittrici capaci di costruire comunità fedeli sui social e online.
L’impatto del pubblico femminile è forte e crescente. “C’è una leggera prevalenza di donne,” spiega Speciani, “soprattutto nel romance, sia tra chi scrive che tra chi legge. Nel fantasy o nella saggistica invece ci sono più uomini, ma è quasi un equilibrio.”
Tra le protagoniste di quest’edizione c’è l’autrice Giulia Visioli della saga “Il cuore di Vanora”, che racconta con emozione il suo sold out già al terzo giorno: “È stato emozionante vedere le mie lettrici arrivare e dirmi che mi seguivano da tempo e aspettavano di vedermi dal vivo. È un’esperienza che mi porterò nel cuore.”
Ivi Betty è invece l’autrice del libro “Rete d’amore“. Il primo di una serie in quanto è già annunciata l’uscita del secondo volume dal titolo “Rete d’odio”. I personaggio dei due libri si conoscono e attendiamo così la serie di intrecci particolarmente intriganti
Altrettanto entusiasta una giovane autrice di urban fantasy, Giusy Currò, che ha presentato tutti e tre i volumi della sua saga Dhamphir in un cofanetto, anch’esso quasi esaurito: “Il Salone ha sempre la sua magia. È un luogo dove i sogni di noi scrittori self prendono forma, dove possiamo parlare con i lettori, stringere mani, ascoltare storie.”
Nel cuore di quest’energia creativa c’è anche il Collettivo Scrittori Uniti, un esempio concreto di mutualismo editoriale. Ne fa parte Manuela Chiarottino, che spiega così la filosofia del gruppo: “Tutti promuovono i libri di tutti. Ogni autore si ferma allo stand, vende e presenta anche le opere degli altri. È un modo per dare visibilità anche a case editrici piccole o a chi non potrebbe permettersi uno stand singolo.” Tra i titoli esposti si trovano thriller, romance, fantasy, libri per bambini e poesia, tutti selezionati con attenzione per garantire una qualità adeguata.
Il collettivo non si limita a vendere: pubblica anche una rivista, dove ciascun membro scrive articoli, racconti, approfondimenti sul mondo della scrittura e dell’editoria. Alcuni, come Chiarottino stessa, lavorano anche come editor o ghostwriter, offrendo una panoramica completa del mondo letterario indipendente.
Ma quali sono gli obiettivi futuri di questa fucina di scrittura libera e indipendente?
Per Speciani, l’ambizione è chiara: “Vogliamo una libreria self sempre più professionale. E vogliamo costruire un ponte solido con gli editori tradizionali. Sempre più spesso infatti gli editori scoprono nel self publishing autori talentuosi che sanno promuoversi in modo efficace. Una combinazione vincente per entrambi.”
Anche fuori dal Salone, il fermento non si ferma. L’organizzazione è attiva con altri eventi come Portici di Carta, e ha avviato collaborazioni, come quella con Parma per progetti scolastici. Ma per ora il focus rimane su Torino, dove la dimensione self trova terreno fertile e un pubblico affamato di storie nuove e autentiche.
Il self publishing oggi non è più solo una scorciatoia o un’alternativa disperata all’editoria classica. È un laboratorio vivace di sperimentazione, uno spazio dove l’autore non solo scrive, ma costruisce il proprio percorso con consapevolezza, impegno e uno sguardo sempre più professionale. E se i risultati sono quelli che si sono visti al Salone del Libro di Torino 2025, allora è evidente: la rivoluzione silenziosa del self publishing è appena cominciata, ma già detta le sue regole.