Obiettivi del laboratorio e materiali
L’obiettivo è doppio. Da una parte, allenare competenze narrative di base: ideare personaggi credibili, costruire ambienti, organizzare la trama, usare i dialoghi con naturalezza, revisionare il testo. Dall’altra, coltivare fiducia e piacere della scrittura: ogni incontro alterna gioco, guida e momenti di libera espressione.
Il laboratorio richiede poco: uno spazio tranquillo, tempi definiti, materiali semplici. La struttura a “mini-missioni” evita la pagina bianca e fa sentire i bambini sempre in movimento. Ogni attività prevede un output breve e concreto (una scheda, un paragrafo, una vignetta dialogata) così i progressi sono visibili e motivanti.
Quaderno, schede personaggi, dadi-storia, timer
Il quaderno è il “taccuino d’avventura”: si scrive solo su un lato delle pagine per lasciare margine a correzioni e disegni. Le schede personaggi sono fogli con campi facili: nome, età, difetto divertente, desiderio, piccolo segreto. I dadi-storia servono a dare nuove idee quando l’ispirazione tentenna: immagini o parole da combinare in tre minuti. Il timer (10–12 minuti) dà ritmo: partire, fermarsi, rileggere. Tempi brevi mantengono l’attenzione e rendono il lavoro leggero.
Letture d’appoggio per stimolare idee
Ogni incontro si apre con una mini-lettura di pochi minuti: un incipit brillante, un dialogo, una descrizione sensoriale. Le letture non servono a “copiare lo stile”, ma a nutrire l’immaginazione e a notare come fanno gli autori a farci vedere, sentire, aspettare. Se cerchi spunti che piacciano davvero ai 10enni, ecco alcuni consigli di lettura per bambini di 10 anni selezionati per varietà di temi e livelli: avventura, mistero gentile, humor, quotidiano.
Suggerimento pratico: dopo la lettura, chiedi ai ragazzi cosa li ha colpiti “con gli occhi, con le orecchie, con il naso”. Un aggettivo, un dettaglio, un suono: bastano tre dettagli concreti per accendere una pagina.
Settimana 1 – Personaggi e ambienti
La prima tappa è dare un cuore alla storia: chi la vive e dove si muove.
Giochi di caratterizzazione (difetti, desideri, segreti)
Un personaggio convince quando vuole qualcosa ma ha un difetto che lo intralcia, e magari un segreto che lo complica. In 8 minuti compila la scheda base, poi proponi il gioco “io mai”: ogni bambino scrive tre piccole cose che il personaggio non farebbe mai. Questo chiarisce voce, limiti e tono. Chi vuole condivide una riga ad alta voce: gli altri dicono una qualità che hanno percepito (coraggioso? pasticcione? timido?), così la caratterizzazione si rafforza.
Ambienti reali e fantastici: brainstorming guidato
Si passa all’ambiente. Chiedi di scegliere se restare nel reale (scuola, parco, cortile) o varcare il fantastico (stazione sulla Luna, biblioteca sott’acqua). Con una “mappa sensoriale” si scrivono tre cose visibili, due suoni e un odore. In cinque minuti ogni bambino ottiene un fondale vivo. Concludi con una domanda: cosa manca in questo luogo? Quella mancanza diventa spesso il gancio per la trama.
Settimana 2 – Trama e conflitto
Qui si impara che una storia è un percorso: si parte, succede qualcosa, si prova a rimediare.
La mappa in tre atti: inizio, imprevisto, soluzione
Disegna tre colonne sul quaderno: inizio (routine), imprevisto (cosa rompe l’equilibrio), soluzione (come si prova a rimettere le cose a posto). Ogni colonna accoglie solo due frasi chiare. La regola d’oro: il protagonista deve scegliere almeno una volta, non subire soltanto. A fine sessione, ogni storia ha uno scheletro pronto per muoversi.
Twist gentili e finali aperti
A 10 anni i colpi di scena funzionano se sono “gentili”: sorprendono senza spaventare. Proponi una carta “e se…?” per cambiare prospettiva (e se il cattivo volesse in realtà aiutare? e se l’oggetto perduto parlasse?). Il finale aperto è un ottimo allenamento: chiude un ciclo ma lascia una porta accostata. Invita i ragazzi a scrivere l’ultima riga come se fosse la prima di un nuovo capitolo.
Settimana 3 – Dialoghi e ritmo
Il dialogo fa respirare la pagina e accende la voce dei personaggi.
Voci diverse, interiezioni, onomatopee
Si parte con una prova rapida: stessa frase detta da tre personaggi diversi. Cambiano parola chiave, interiezione, pausa. Le onomatopee (“toc”, “splash”, “grr”) sono spezie da usare con misura: evocano senza appesantire. Regola semplice: niente discorsi lunghissimi; alterna battute brevi e gesti, così il lettore “vede” oltre che “sentire”.
Alternare azione e descrizione
Per il ritmo, proponi la sequenza 1–1–1: una riga di azione (“corre alla porta”), una di sensazione (“il cuore batte forte”), una di dettaglio visivo (“la maniglia è gelida”). Ripeti per tre cicli. In pochi minuti la pagina prende velocità e profondità. Se un paragrafo risulta lento, togli un aggettivo e aggiungi un verbo concreto.
Settimana 4 – Revisione e piccola pubblicazione
Qui la storia trova la sua forma migliore e incontra i lettori.
Editing con checklist per 10enni
La checklist deve essere amichevole: punteggiatura dei dialoghi a posto? i verbi sono chiari? il personaggio decide qualcosa? l’ambientazione si vede? Ogni punto si spunta con colori diversi. Introduci il “taglia 10%”: si rilegge e si prova a togliere parole inutili. È un gioco di pulizia, non una punizione: il testo diventa più brillante e scorrevole.
Mini-lettura ad alta voce e copertina fai-da-te
Si organizza una mini-lettura di classe: tre minuti a voce alta, applauso, un commento gentile (“mi è piaciuto quando…”). Poi si crea la copertina: titolo, illustrazione, quarta di copertina con due righe senza spoiler. Le storie si raccolgono in un PDF o in un piccolo fascicolo. Il risultato è tangibile, da portare a casa e sfogliare con orgoglio.
Coinvolgere la classe o il gruppo
La partecipazione cresce quando i ruoli ruotano. Ognuno prova a essere, a turno, narratore (legge un pezzo), illustratore (disegna una scena), editor (fa due domande utili: cosa ti ha colpito? dove ti sei confuso?). Le coppie cambiano a ogni attività, così le dinamiche restano fresche e tutti sperimentano punti di vista diversi. Tieni sempre bene a mente il fatto che il feedback è sempre specifico e gentile.
Rotazione dei ruoli: narratore, illustratore, editor
Stabilisci una griglia semplice per quattro incontri. Nel primo, A legge a B che disegna; nel secondo, B legge a C che fa l’editor; nel terzo, C legge ad A, e così via. In questo modo ciascuno riceve ascolto, un’immagine della propria scena e due domande di qualità. La storia cresce perché cambia aria.
Valutazione: come misurare crescita e divertimento
Valutare un laboratorio creativo non significa dare voti alla fantasia. Si misurano progressi, dedizione e consapevolezza.
Rubriche semplici, autovalutazione, feedback pari
Una rubrica in tre livelli (in crescita – buono – ottimo) aiuta a fissare criteri trasparenti: chiarezza della trama, coerenza del personaggio, uso del dialogo, capacità di revisione. L’autovalutazione chiude il cerchio: “di cosa vado fiero?”, “qual è l’ambito in cui vorrei crescere?”. Il feedback tra pari si impara con frasi-cornice: “ho capito bene…”, “mi chiedo se…”. Se i volti tornano sorridenti e i quaderni si riempiono, la metrica più importante – il divertimento – sta funzionando.