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Referendum: 4 Fake News della CGIL sul Lavoro smontate da Luciano Capone

“Le affermazioni non supportate dai dati falsano il confronto democratico e rischiano di spingere gli italiani a votare per abrogare norme che funzionano. La verità, nel caso in cui la si consideri ancora un valore, è che il mercato del lavoro italiano ha dei punti deboli, ma sta migliorando.” (Luciano Capone, Il Foglio, 2025)

L’articolo di Luciano Capone, pubblicato su Il Foglio con il titolo Il lavoro migliora, da anni, grazie alla flessibilità. Quattro fake news smontate da Panetta,  (potete leggere l’articolo completo su Facebook) si concentra sul referendum sul lavoro promosso dalla CGIL, previsto per l’8-9 giugno 2025, e critica aspramente le affermazioni del leader della CGIL, Maurizio Landini, sul mercato del lavoro italiano. Capone sostiene che la CGIL stia diffondendo disinformazione, presentando un quadro catastrofico del mercato del lavoro per spingere gli italiani a votare a favore del referendum, che mira a modificare alcune norme, come quelle sui contratti a tempo determinato.
L’autore utilizza i dati del Rapporto Annuale 2024 della Banca d’Italia per confutare quattro specifiche affermazioni attribuite a Landini, definendole false e fuorvianti.
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Iniziamo spiegare in sintesi quali siano le Tesi principali dell’autore:
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  1. Confutazione delle affermazioni di Landini:
    • Aumento della precarietà e dei contratti a termine: Landini sostiene che la precarietà lavorativa sia aumentata in modo senza precedenti, con una crescita dei contratti a tempo determinato. Capone cita la Banca d’Italia, che evidenzia come la crescita occupazionale nel 2024 sia stata guidata da contratti a tempo indeterminato, con una riduzione dei contratti a termine, specialmente tra i giovani (15-24 anni), scesi al livello più basso degli ultimi 17 anni.
    • Crescita occupazionale dovuta al part-time: Landini afferma che l’aumento dell’occupazione sia dovuto principalmente a un incremento dei lavori part-time, spesso involontari. Capone smentisce questa tesi, riportando che il part-time involontario è diminuito al minimo storico (51,3% dei lavoratori part-time nel 2024, contro il 65,6% nel 2019, secondo ISTAT), e che l’occupazione a tempo pieno è cresciuta in modo significativo.
    • Diminuzione delle ore lavorate: Landini sostiene che, nonostante l’aumento degli occupati, le ore lavorate siano diminuite, indicando un lavoro di qualità inferiore. Capone controbatte con i dati della Banca d’Italia, che mostrano un aumento delle ore lavorate del 2,1% nel 2024, superiore alla crescita dell’occupazione (1,6%), con un incremento generalizzato, soprattutto tra i giovani.
    • Peggioramento del mercato del lavoro con contratti instabili: Landini descrive un mercato del lavoro trasformato in peggio, con più contratti a termine e instabili. Capone evidenzia che, secondo i dati amministrativi, le trasformazioni da contratti a termine a contratti stabili hanno superato le nuove attivazioni di contratti a termine dal 2022, e che l’occupazione è cresciuta grazie a contratti a tempo indeterminato, non a quelli precari.
  2. Critica alla disinformazione della CGIL: Capone accusa la CGIL di diffondere “falsità interessate” per promuovere il referendum, sostenendo che le loro affermazioni non siano supportate dai dati. Egli ritiene che tali narrazioni distorcano il confronto democratico e possano spingere gli italiani a votare per abrogare norme, come quelle del Jobs Act, che invece funzionano, contribuendo a una crescita occupazionale robusta.
  3. Riconoscimento delle criticità esistenti: Pur criticando la CGIL, Capone riconosce che il mercato del lavoro italiano presenta problemi, come le disparità regionali (soprattutto nel Mezzogiorno) e i salari bassi. Tuttavia, sottolinea che il mercato del lavoro è in miglioramento, grazie anche alle misure del PNRR, e che le affermazioni di Landini esagerano i problemi per scopi politici.
  4. Difesa del mercato del lavoro attuale: L’autore sostiene che i dati della Banca d’Italia dimostrano un mercato del lavoro “robusto”, con una crescita occupazionale sostenuta nel 2024, anche in presenza di una crescita economica più debole. Egli enfatizza che le riforme, come il Jobs Act, hanno favorito una maggiore stabilità lavorativa, contrariamente a quanto sostenuto dalla CGIL.
Capone conclude che le affermazioni della CGIL sono non solo false, ma anche pericolose, poiché rischiano di spingere gli italiani a sostenere un referendum basato su una visione distorta della realtà. Egli invita a considerare i dati oggettivi, che mostrano un mercato del lavoro in miglioramento, pur con alcune sfide da affrontare, e sottolinea l’importanza della verità per un confronto democratico informato.

IL NOSTRO FACT CHECKING 

Affermazione 1: Posizione della CGIL: Maurizio Landini sostiene che la precarietà lavorativa è aumentata significativamente, guidata da un aumento dei contratti a tempo determinato (temporanei).

Verifica dei fatti:

Verdetto: Falso. L’affermazione di Landini (CGIL) di un “aumento senza precedenti della precarietà” dovuto a un aumento dei contratti a tempo determinato non è supportata dai dati. Sia la Banca d’Italia che l’ISTAT confermano che i contratti a tempo indeterminato hanno guidato la crescita occupazionale, mentre i contratti a tempo determinato sono diminuiti, in particolare per i lavoratori più giovani. La dipendenza della CGIL dai dati delle attivazioni lorde di contratti esagera la precarietà, ignorando le tendenze nette e le trasformazioni contrattuali.

Affermazione 2: “L’occupazione è aumentata, ma a causa della crescita dei lavori part-time.” Posizione della CGIL: Landini suggerisce che l’aumento dell’occupazione sia dovuto principalmente a un incremento dei lavori part-time, implicando un’occupazione di qualità inferiore.

Verifica dei fatti:

Verdetto: Falso. L’affermazione di Landini (CGIL) che la crescita occupazionale sia dovuta principalmente a lavori part-time è errata. Sebbene l’occupazione part-time sia aumentata, la crescita dell’occupazione a tempo pieno è comparabile o più forte, e il part-time involontario è diminuito significativamente, indicando una maggiore scelta dei lavoratori negli orari di lavoro.

Affermazione 3: “Il numero di occupati è aumentato, ma le ore lavorate sono diminuite.” Posizione della CGIL: Landini sostiene che, sebbene l’occupazione sia aumentata, le ore lavorate totali siano diminuite, suggerendo un lavoro meno intensivo o di qualità inferiore.

Verifica dei fatti:

Verdetto: Falso. L’affermazione che le ore lavorate siano diminuite mentre l’occupazione è aumentata è errata. I dati della Banca d’Italia e dell’ISTAT mostrano che le ore lavorate totali sono aumentate nel 2024, insieme alla crescita occupazionale. Il lieve calo delle ore lavorate per dipendente è coerente con i miglioramenti della produttività e non supporta la narrativa di una riduzione dell’intensità lavorativa.

Affermazione 4: “Il mercato del lavoro si è trasformato in peggio, con più contratti instabili e a tempo determinato rispetto a prima.”

Posizione della CGIL (secondo l’articolo): Landini sostiene che il mercato del lavoro sia peggiorato, con un aumento dei contratti instabili e a tempo determinato rispetto ai periodi precedenti.

Verifica dei fatti:

Verdetto: Falso. L’affermazione che il mercato del lavoro sia peggiorato a causa di più contratti instabili e a tempo determinato non è supportata dalle prove. I dati della Banca d’Italia, dell’ISTAT e di Confindustria mostrano costantemente uno spostamento verso contratti a tempo indeterminato, una riduzione dei contratti a tempo determinato e una stabilizzazione del mercato del lavoro, in particolare per i lavoratori più giovani.

Contesto aggiuntivo e analisi critica

PER CONCLUDERE 

Tutte e quattro le affermazioni attribuite alla CGIL e criticate nell’articolo sono false sulla base dei dati disponibili:

Il Rapporto Annuale 2024 della Banca d’Italia, i dati sul mercato del lavoro del terzo trimestre 2024 dell’ISTAT e l’indagine di Confindustria del 2023 mostrano costantemente un mercato del lavoro robusto con un’occupazione in aumento, un incremento delle ore lavorate e uno spostamento verso contratti a tempo indeterminato. La campagna referendaria della CGIL sembra basarsi su dati obsoleti o presentati in modo selettivo, come le attivazioni lorde di contratti, che esagerano la precarietà. Tuttavia, le loro preoccupazioni più ampie sui salari e le disparità regionali evidenziano problemi validi non completamente affrontati nell’articolo. Per informazioni accurate sul mercato del lavoro, gli elettori dovrebbero consultare fonti primarie come ISTAT e la Banca d’Italia piuttosto che affidarsi esclusivamente alle narrazioni della CGIL o di Capone.

Spiegazione dei dati ISTAT

I dati ISTAT citati nel fact-checking provengono principalmente dal rapporto sul mercato del lavoro del terzo trimestre 2024, che fornisce un’istantanea dettagliata delle tendenze occupazionali in Italia. Ecco una spiegazione chiara e concisa dei dati rilevanti:

Significato dei dati ISTAT:

I dati ISTAT mostrano un mercato del lavoro in miglioramento, con una crescita occupazionale robusta, un aumento dei contratti a tempo indeterminato e una riduzione della precarietà. Tuttavia, persistono sfide come la stagnazione salariale e le disparità regionali, che sono preoccupazioni legittime sollevate dalla CGIL, anche se non direttamente legate alle loro affermazioni sulla precarietà.

Politiche del lavoro dell’Unione Europea

Le politiche del lavoro dell’Unione Europea (UE) mirano a promuovere l’occupazione, migliorare le condizioni di lavoro e garantire la protezione sociale in tutti gli Stati membri, con un approccio che bilancia flessibilità e sicurezza (il cosiddetto modello di “flexicurity”). Di seguito, un’overview delle principali politiche del lavoro dell’UE, con riferimento al contesto italiano e alle informazioni tratte dal rapporto EURES menzionato nel fact-checking:

System: altri Stati membri dell’UE, affidandosi alla contrattazione collettiva per determinare i salari. Questo sistema ha contribuito a mantenere salari stabili ma relativamente bassi rispetto alla media UE (€2.791/mese in Italia contro €3.417/mese nella media UE27 nel 2023, secondo il rapporto EURES).

Contesto italiano e referendum CGIL:

PER RIASSUMERE

I dati ISTAT del terzo trimestre 2024 evidenziano un mercato del lavoro italiano in miglioramento, con una crescita occupazionale guidata da contratti a tempo indeterminato, una riduzione del part-time involontario e un aumento delle ore lavorate. Questi dati smentiscono le affermazioni della CGIL di una precarietà in aumento, come sostenuto nell’articolo di Capone. Le politiche del lavoro dell’UE, attraverso strumenti come l’EES, le direttive sui contratti e il PNRR, supportano la transizione verso un mercato del lavoro più stabile e inclusivo, ma l’Italia deve ancora affrontare sfide come la stagnazione salariale e le disparità regionali. La campagna referendaria della CGIL riflette alcune di queste preoccupazioni, ma le sue affermazioni sulla precarietà appaiono esagerate alla luce dei dati disponibili.

In copertina: Claudio Riccio’s photo, licensed as Attribution-NonCommercial-ShareAlikeLearn more about this license.