Il Comitato norvegese per il Premio Nobel ha scelto di assegnare il riconoscimento del Premio Nobel per la Pace 2025 a María Corina Machado, figura di spicco dell’opposizione venezuelana, “per la sua instancabile opera a favore dei diritti democratici del popolo venezuelano e per la sua lotta per una transizione giusta e pacifica da una dittatura verso la democrazia”.
Chi è María Corina Machado
Maria Corina Machado è una leader politica venezuelana che da anni si batte contro il regime di Nicolás Maduro. Dopo essere emersa come protagonista dell’opposizione, nel 2023 ha vinto le primarie dell’alleanza democratica (Plataforma Unitaria) con l’intento di correre nelle elezioni presidenziali del 2024, ma è stata declarata ineleggibile dal Consiglio Elettorale controllato dal governo venezuelano.
Nonostante le costanti intimidazioni, le manovre legali contro di lei, e la necessità di vivere nascosta per timore di persecuzioni, Machado ha continuato a denunciare le violazioni dei diritti umani, l’assenza di libertà di stampa, la manipolazione elettorale e l’autoritarismo crescente.
Motivazioni del premio
Nel conferire il Nobel per la Pace, il Comitato norvegese ha voluto mettere in luce:
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la dedizione personale di Machado nel difendere i diritti civili e politici, anche a costo della sua libertà e sicurezza;
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il suo ruolo nel promuovere una transizione pacifica verso la democrazia, nonostante le condizioni avverse create dal regime di Maduro;
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il segnale internazionale che questa scelta lancia: la comunità globale, secondo il Comitato, non può restare indifferente davanti al deterioramento delle istituzioni democratiche e allo stato di repressione nel quale versa la Venezuela.
Contesto politico e reazioni
Nel luglio 2024 si sono svolte elezioni presidenziali che l’opposizione contesta fortemente, denunciando irregolarità e mancanza di trasparenza. Il governo di Maduro ha dichiarato la vittoria, ma osservatori e gran parte dell’opposizione sostengono che i risultati siano stati alterati o comunque non riconducibili a processi elettorali liberi e equi.
Machado è dovuta restare nascosta all’interno del paese, temendo arresti o peggio. Il suo candidato “sostituto”, Edmundo González Urrutia, è uscito dal paese dopo che era stato emesso un mandato d’arresto nei suoi confronti.
Le reazioni internazionali al premio sono state largamente positive, con vari governi, ONG per i diritti umani e istituzioni che vedono in Maria Corina Machado un bastione della speranza per un cambiamento pacifico. Al contempo, è attesa la reazione del governo venezuelano, che tradizionalmente reagisce con rigetto o accuse contro l’opposizione quando ottiene riconoscimenti esterni.
Significato del riconoscimento
Il Nobel per la Pace conferito a Machado assume diverse valenze:
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Simbolica: gratificare chi, anche sotto pressione estrema, non rinuncia a denunciare le ingiustizie e le violazioni del diritto.
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Politica: un monito verso il regime di Maduro, affinché consideri l’idea che la comunità internazionale continua a osservare, giudicare e prende posizione.
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Mobilizzante: per l’opposizione interna, per la società civile, per i venezuelani, un incoraggiamento a non cedere alla paura.
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Diplomatica: rafforza la posizione di chi sostiene che le elezioni e le istituzioni non possono essere svuotate di legittimità attraverso meccanismi autoritari.
Criticità e sfide future
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Anche con il riconoscimento internazionale, la realtà in Venezuela resta segnata da crisi economica, violazioni sistematiche dei diritti umani, limitazioni alle libertà fondamentali.
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Il regime controlla fortemente le istituzioni chiave: giustizia, sistema elettorale, forze di sicurezza. Il cammino verso una democrazia piena è lungo e tortuoso.
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Serve un piano concreto che permetta la partecipazione popolare, elezioni libere e controllo internazionale per garantire che i voti contino davvero.
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Rischio di repressione aumentata contro i dissidenti o chi protesta, specie dal momento che il riconoscimento internazionale può essere sfruttato dal governo per propaganda interna, dipingendo l’oppositore come “strumento straniero”.
L’assegnazione del Premio Nobel per la Pace 2025 a María Corina Machado rappresenta una dichiarazione forte: la democrazia non è solo un valore astratto, ma una conquista che richiede coraggio, coerenza e sacrificio. In un momento storico in cui autoritarismi, esclusioni politiche e repressione spingono molti all’opacità, il caso venezuelano — e la leadership di Machado — mostrano che resta possibile decidere di non tacere.
Questo premio potrebbe costituire una svolta, non tanto per cambiare da sola la situazione in Venezuela, quanto per far sentire più deciso il respiro della solidarietà internazionale, dare forza morale all’opposizione, e ricordare che il cammino verso la democrazia è una strada condivisa, che spesso si percorre nonostante tutto.
In copertina foto di Alexcocopro, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons