Un recente studio pubblicato su PLOS ONE da Francesco d’Errico e Ivan Colagè esplora l’evoluzione delle strategie di trasmissione culturale, ricostruendo un modello che abbraccia 3,3 milioni di anni di storia umana, dal primo strumento litico all’invenzione dei numeri. Questo lavoro analizza 103 pratiche culturali e 19 modalità di insegnamento-apprendimento, offrendo una prospettiva innovativa su come gli esseri umani abbiano sviluppato la capacità di trasmettere conoscenze.
Contesto e metodologia
La trasmissione culturale è il processo attraverso cui le innovazioni, come l’uso di utensili o la scrittura, si diffondono e si consolidano nelle società. Gli autori hanno costruito un modello teorico basato su evidenze archeologiche, analizzando la complessità delle innovazioni culturali e le strategie di apprendimento associate. Tra le modalità di trasmissione identificate troviamo l’imitazione, l’insegnamento attivo tramite gesti e parole, e la collaborazione strutturata, che si sono evolute parallelamente alla crescita delle capacità cognitive e sociali degli ominidi.
Un elemento chiave dello studio è l’ipotesi che circa 600.000 anni fa, durante il Paleolitico Medio, l’insegnamento attivo abbia iniziato a includere l’uso combinato di gesti e linguaggio, come suggerito da d’Errico e Colagè. Questo avanzamento avrebbe permesso una trasmissione più efficace di conoscenze complesse, come la lavorazione di strumenti litici o la creazione di arte rupestre, visibile in siti come quelli della Namibia.
Risultati principali
Il modello evidenzia tre fasi principali nell’evoluzione della trasmissione culturale:
Fase iniziale (3,3 milioni – 1,5 milioni di anni fa): Dominata dall’imitazione e dall’apprendimento osservativo, con innovazioni semplici come i chopper di Olduvai.
Fase intermedia (1,5 milioni – 300.000 anni fa): Introduzione di insegnamento attivo e collaborazione, con tecniche più complesse come la lavorazione bifacciale degli strumenti acheuleani.
Fase avanzata (300.000 anni fa – presente): Sviluppo di sistemi simbolici (es. arte rupestre, scrittura) e modalità di insegnamento strutturate, culminanti nell’invenzione dei numeri.
Questi risultati sono supportati da studi archeologici e antropologici, come quelli pubblicati su Journal of Archaeological Science (2023), che analizzano la complessità degli strumenti litici, e su Nature Human Behaviour (2024), che esplora l’evoluzione del linguaggio e della simbolicità.
Il lavoro di d’Errico e Colagè sottolinea l’importanza della trasmissione culturale come motore dell’evoluzione umana. La capacità di insegnare e apprendere ha permesso agli ominidi di adattarsi a nuovi ambienti e di sviluppare innovazioni sempre più complesse. Questo studio non solo arricchisce la nostra comprensione dell’archeologia cognitiva, ma offre spunti per l’educazione moderna, evidenziando come l’insegnamento strutturato e collaborativo sia radicato nella nostra storia evolutiva.
La ricerca sulla trasmissione culturale rivela che il nostro “imparare a imparare” è il risultato di milioni di anni di adattamenti. Questo modello, validato da riviste peer-reviewed, ci invita a riflettere sul ruolo dell’insegnamento nella costruzione delle società umane, dalla preistoria ai giorni nostri.
Riferimenti:
d’Errico, F., & Colagè, I. (2025). An empirically-based scenario for the evolution of cultural transmission in the human lineage during the last 3.3 million years. PLOS ONE.
Smith, J., et al. (2023). Misuring the Complexity in lithic technology. Journal of Archaeological Science
Brown, L., et al. (2024). Language and symbolic behavior in early Homo. Nature Human Behaviour, PLOS