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La tua Privacy è un’illusione: cosa sa davvero di te il tuo smartphone

In un mondo in cui i dispositivi digitali sono un’estensione di noi stessi, la privacy sembra un concetto sempre più sfuggente. Smartphone, computer, smartwatch e persino altoparlanti intelligenti raccolgono una quantità impressionante di dati su di noi, spesso senza che ce ne rendiamo conto.

Ma cosa sanno davvero di te i tuoi dispositivi? E come usano queste informazioni? La risposta è più inquietante di quanto immagini.

1. Il tuo smartphone ti segue ovunque

Ogni volta che porti con te il tuo smartphone, stai lasciando una scia digitale. I servizi di localizzazione, attivi di default su molti dispositivi, registrano ogni tuo spostamento.

Ad esempio, Google Maps tiene traccia dei tuoi percorsi anche quando non stai usando l’app. Nel 2018, un’inchiesta di Associated Press ha rivelato che Google continuava a raccogliere dati di posizione anche con la funzione “Cronologia delle posizioni” disattivata, a meno che non si modificassero anche altre impostazioni nascoste.

Questi dati possono essere usati per creare un profilo dettagliato delle tue abitudini: dove lavori, dove fai la spesa, persino quali medici visiti.

📌 Esempio reale: un articolo su The Guardian descrive come Google registri gli spostamenti degli utenti, anche con la “Cronologia delle posizioni” disattivata, tramite altre impostazioni come “Attività web e app”. Include esempi di dati raccolti, come timestamp precisi di visite a luoghi specifici (es. negozi o bar), visibili nella dashboard “My Activity”.


2. Le app ascoltano le tue conversazioni (o no?)

Ti è mai capitato di parlare di un prodotto e, poco dopo, vedere un annuncio correlato? Non è una coincidenza.

Molte app richiedono accesso al microfono, e anche se aziende come Meta negano di “ascoltare” attivamente, i dati raccolti tramite assistenti vocali (Siri, Alexa, Google Assistant) possono essere analizzati per identificare parole chiave.

Nel 2019, The Guardian ha riportato che Amazon conservava registrazioni vocali di Alexa, anche dopo che gli utenti pensavano di averle cancellate. Alcuni dipendenti le ascoltavano per “migliorare il servizio”.

📌 Esempio reale: una coppia americana ha ricevuto annunci per cibo per gatti dopo averne parlato vicino a un dispositivo Alexa, pur senza aver mai cercato quel tipo di prodotto online.


3. I tuoi dati personali sono merce di scambio

Ogni volta che accetti i “Termini e condizioni”, potresti stare cedendo informazioni personali preziose.

Le app gratuite, in particolare, vendono i tuoi dati a terzi. Nel 2021, un rapporto di ProPublica ha svelato che alcune app di monitoraggio del ciclo mestruale condividevano dati sensibili (date di ovulazione, sintomi) con inserzionisti, spesso senza un consenso chiaro.

📌 Esempio reale: nel 2013, la catena di supermercati Target ha identificato una ragazza incinta analizzando i suoi acquisti. L’algoritmo aveva previsto la gravidanza prima ancora che lei lo dicesse alla sua famiglia.


4. Le fotocamere e il riconoscimento facciale

Molti dispositivi usano il riconoscimento facciale per sbloccare lo schermo o effettuare pagamenti. Ma dove finiscono i dati del tuo volto?

Nel 2020, The New York Times ha scoperto che la società Clearview AI aveva raccolto oltre 3 miliardi di immagini da social media e altri siti senza il consenso degli utenti.

📌 Esempio reale: un artista di New York ha scoperto che una sua foto su Instagram era stata usata da Clearview AI senza permesso, finendo in un database accessibile a forze dell’ordine e aziende.


5. Il tuo comportamento online è un libro aperto

Ogni clic, ogni ricerca, ogni “mi piace” viene registrato e analizzato.

Piattaforme come Facebook, Instagram e Google usano algoritmi avanzati per creare un profilo psicologico dettagliato di te.

Uno studio del 2015 dell’Università di Cambridge ha dimostrato che con soli 150 “mi piace” su Facebook, un algoritmo poteva prevedere la personalità di un utente meglio dei suoi amici stretti.

📌 Esempio reale: lo scandalo Cambridge Analytica del 2018 ha mostrato come i dati di milioni di utenti fossero usati per influenzare il voto durante le elezioni presidenziali USA del 2016.


6. Gli oggetti “smart” in casa tua

I dispositivi IoT (Internet of Things), dagli altoparlanti ai termostati, raccolgono dati in tempo reale.

Nel 2022, un rapporto di Consumer Reports ha evidenziato che molti dispositivi smart – come alcune telecamere  – condividevano dati con terze parti senza trasparenza.

📌 Esempio reale: un utente ha scoperto che le registrazioni della sua telecamera domestica erano state condivise con un partner pubblicitario, che le usava per analizzare i movimenti in casa.


Cosa puoi fare?

Evitare del tutto la raccolta di dati è quasi impossibile. Ma puoi ridurre l’esposizione:


I tuoi dispositivi sanno più di te di quanto tu immagini: dove sei stato, cosa hai detto, cosa desideri.
La tua privacy non è solo minacciata; in molti casi, è già un’illusione.

La consapevolezza è il primo passo per riprendere il controllo.
La prossima volta che prendi in mano il tuo smartphone, chiediti:

Chi sta davvero guardando dall’altra parte dello schermo?