Siamo abituati a pensare alla Terra come qualcosa di stabile, immutabile nel suo profilo. Ma il nostro pianeta è tutt’altro che statico: le placche tettoniche si muovono continuamente, e nel corso di centinaia di milioni di anni queste lente trasformazioni hanno riscritto la mappa del mondo.
In passato, i continenti che oggi conosciamo erano uniti in un’unica massa terrestre chiamata Pangea. Poi si sono separati, dando vita agli attuali oceani e continenti. Ma cosa succederà in futuro? La scienza ha una risposta affascinante, e ce la mostra grazie a ricostruzioni animate.
In questo video, pubblicato da Business Insider e basato sul lavoro del geologo Christopher Scotese, vediamo come apparirà la Terra tra 250 milioni di anni, quando i continenti si fonderanno nuovamente in un unico supercontinente chiamato Pangaea Proxima.
Secondo le proiezioni avanzate dal paleogeografo Christopher Scotese (Northwestern University), il nostro pianeta tornerà a unire i continenti in un’unica mastodontica massa terrestre – la cosiddetta Pangaea Proxima o Ultima.
Le tappe della fusione
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Tra 50 milioni di anni
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L’Europa e l’Africa si avvicineranno, chiudendo il Mediterraneo.
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L’Australia si fonderà con l’Asia sud‑orientale.
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La California si muoverà verso nord, “scivolando” lungo la costa pacifica fino ad avvicinarsi all’Alaska.
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Tra 100 milioni di anni
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L’Atlantico comincerà a ridursi: le dorsali medio‑atlantiche cederanno il passo ai nuovi margini a subduzione, agevolando la collisione tra Europa, Africa e Americhe
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Tra 250 milioni di anni
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L’Atlantico si chiuderà quasi del tutto.
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Nord e Sud America si uniranno all’Africa e all’Europa, avvolgendo l’antico Mar della Tethys e creando un vasto bacino marino interno. Nascerà così Pangaea Proxima, circondata da un nuovo oceano globale chiamato “Neopanthalassan Ocean”
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Conseguenze geologiche e climatiche
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Orogenesi: massive catene montuose sorgeranno lungo i nuovi punti di convergenza, presumibilmente più alte dell’Everest .
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Clima estremo: l’interno della supercontinente diverrà arido, con deserti estremi e temperature fino a 55 °C
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Effetti sugli ecosistemi: la formazione del supercontinente potrebbe contribuire a un drastico calo della biodiversità, avvicinandosi a un nuovo evento di estinzione di massa .
Tra scienza e ipotesi
Sebbene basate su trend osservabili, queste proiezioni restano molto speculative, poiché profonde dinamiche del mantello terrestre e nuove zone di subduzione potrebbero modificare radicalmente gli scenari . Scotese stesso ammette che si tratta più di un esercizio mentale – affascinante – che di certezza assoluta .
Perché studiare un’altra Pangea?
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Comprendere la ciclicità dei supercontinenti aiuta a collocare la nostra epoca in un contesto geologico più ampio.
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Offre spunti sulle dinamiche climatiche e biologiche future: come evolve il pianeta sotto compressione continentale?
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Il confronto con eventi passati, come la catastrofe paleozoica del Permiano-Triassico, aiuta a predire potenziali rischi per la biodiversità globale .
L’idea che fra 250 milioni di anni la Terra possa ospitare una nuova supercontinente alimenta la nostra curiosità – unendo in un unico continente geografie, culture e climi futuri. Resta un’ipotesi, ma uno degli strumenti più potenti per capire come piccoli movimenti tettonici possano trasformare interi ecosistemi nel tempo profondo.
Quale sarà il destino dell’umanità, dell’Europa, dell’Italia fra milioni di anni? Non possiamo saperlo, ma questo esercizio di immaginazione ci aiuta a collocare la nostra storia in una scala temporale che travalica la nostra vita.