Gravita Zero: comunicazione scientifica e istituzionale

Giovanissimo “genio del Mensa”: cosa dice davvero la storia di Joseph Harris-Birtill

La foto in copertina è di pura fantasia

Negli ultimi giorni ha fatto il giro dei media la storia di Joseph Harris-Birtill, descritto come un bambino prodigio britannico entrato nel Mensa a soli 2 anni e 182 giorni, con capacità intellettive eccezionali e abilità linguistiche e matematiche straordinarie. Sebbene la vicenda abbia affascinato il pubblico, è importante distinguere tra fatti verificati e dichiarazioni dei genitori o del marketing editoriale.

Il record del Mensa: vero, ma con precisazioni

È vero che Joseph è stato accettato come membro di Mensa, diventando il più giovane registrato nel Guinness World Records per il sesso maschile. Tuttavia, il Messaggio secondo cui l’ammissione “implica un QI di almeno 132” o il superamento del 98° percentile non è accompagnato da dati pubblici verificabili. Non è stato reso noto il punteggio esatto né il test specifico che ha superato, e quindi ogni affermazione sulla misura precisa del suo QI resta non confermata.

Le abilità straordinarie: dichiarazioni non verificate

Secondo i genitori, Joseph avrebbe letto ad alta voce un libro dall’inizio alla fine a 1 anno e 9 mesi, contava fino a 10 in cinque lingue, conosceva l’alfabeto greco e stava studiando la tavola periodica e il codice Morse. Tutte queste affermazioni provengono esclusivamente dai genitori e dai comunicati legati al record. Non esistono studi indipendenti o osservazioni scientifiche pubblicate che possano confermare questi dati. In altre parole, siamo di fronte a una narrazione di famiglia, non a un fatto verificato dalla comunità scientifica.

Lo sviluppo precoce: tra mito e realtà

Si legge anche che Joseph abbia pronunciato la prima parola a 7 mesi e abbia fatto il primo rotolamento a cinque settimane. Sebbene questi eventi possano essere possibili, non sono così straordinari da risultare necessariamente indicativi di un genio universale. Le cronache dei bambini molto piccoli spesso enfatizzano tappe dello sviluppo in modo sensazionalistico.

I rischi della spettacolarizzazione

Raccontare i bambini come “geni in miniatura” può generare false aspettative, pressioni sui piccoli e interpretazioni distorte dello sviluppo infantile. Le associazioni come Mensa offrono supporto e comunità, ma l’ingresso in un gruppo di persone con alto QI non trasforma automaticamente un bambino in un prodigio in tutte le aree della vita.

Joseph Harris-Birtill è certamente un bambino precoce, e l’ingresso nel Mensa a due anni è un evento insolito e degno di nota. Tuttavia, gran parte delle affermazioni sui suoi talenti specifici — dalla lettura alla matematica, dal multilinguismo alla conoscenza della tavola periodica — rimangono dichiarazioni non verificate dei genitori. La storia, così come è stata raccontata, miscela fatti reali con esagerazioni narrative, creando un’immagine di “bambino genio” più da cronaca sensazionalistica che da evidenza scientifica.