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Intelligenza e Futuro Digitale secondo Zuckerberg: sogno futuristico o incubo distopico?

Immaginate un mondo in cui il vostro migliore amico non sia una persona, ma un’intelligenza artificiale. 

Questa è la visione audace di Mark Zuckerberg, CEO di Meta, che in un recente articolo del Wall Street Journal (7 maggio 2025) ha dichiarato che l’AI potrebbe diventare il cuore delle nostre relazioni sociali. Con modelli come Llama e una strategia che spinge l’AI al centro di Facebook, Instagram e WhatsApp, Zuckerberg scommette su un futuro digitale in cui le connessioni umane si intrecciano con quelle artificiali.

Ma mentre il magnate della tecnologia dipinge un quadro futuristico, il passato di Meta – segnato da scandali sulla privacy, manipolazione dei dati e accuse di irresponsabilità – solleva una domanda cruciale: possiamo fidarci di Zuckerberg per guidarci in questo nuovo mondo?


Un sogno futuristico o un incubo distopico?

Nel suo intervento riportato dal Wall Street Journal, Zuckerberg immagina un’AI così avanzata da diventare una sorta di “amico digitale”, capace di offrire compagnia, consigli e interazioni personalizzate.

È una promessa allettante: chi non vorrebbe un compagno sempre disponibile, mai stanco, che conosce i tuoi gusti meglio di te stesso?
Ma dietro questa visione si nasconde un’ombra.

Meta, l’azienda che ha costruito un impero sulla raccolta di dati personali, non è esattamente il paladino della fiducia. Anni di scandali, multe miliardarie e pratiche invasive dipingono un quadro ben diverso: un gigante tecnologico più interessato al profitto che al benessere degli utenti.


Il passato oscuro di Meta: Dati, Scandali e Sfiducia

Cambridge Analytica: Il Peccato Originale

Nel 2018, il mondo ha scoperto con orrore che i dati di 87 milioni di utenti di Facebook erano stati raccolti senza consenso tramite un’app di terze parti e usati per influenzare le elezioni USA del 2016 e il referendum sulla Brexit.

Lo scandalo Cambridge Analytica ha messo a nudo le falle di Meta: una gestione sconsiderata delle informazioni personali e un approccio lassista alla protezione degli utenti.

Zuckerberg ha affrontato il Congresso, con espressione contrita e promesse di cambiamento. Ma per molti, quelle scuse sono parse come un copione ben recitato, mentre il modello di business di Meta è rimasto immutato.

Tracciamento Invisibile e Privacy Violata

Meta ha perfezionato la raccolta dati tracciando gli utenti con pixel invisibili e integrando informazioni tra piattaforme.

Nel 2021, l’aggiornamento della privacy di WhatsApp ha scatenato proteste globali: molti temevano che i loro messaggi sarebbero stati sfruttati per pubblicità. Nonostante le rassicurazioni, la sfiducia era ormai radicata.

Multe Miliardarie, Cambiamenti Minimi

Nel 2019, Meta ha pagato 5 miliardi di dollari alla FTC per Cambridge Analytica. Nel 2023, ha ricevuto una multa da 1,2 miliardi di euro dall’UE per il trasferimento illecito di dati.

Tuttavia, queste sanzioni sembrano inefficaci: Meta ha continuato indisturbata il suo business sui dati.


Un amplificatore di Caos Sociale

Oltre alla privacy, Meta è accusata di aver amplificato disinformazione e odio. I “Facebook Papers” del 2021 hanno rivelato che Instagram danneggiava la salute mentale degli adolescenti, ma Meta ha evitato azioni significative.

Algoritmi orientati all’engagement hanno esacerbato le divisioni sociali globali: dalle violenze in Myanmar alle polarizzazioni negli USA.

Meta ha privilegiato il coinvolgimento a scapito del bene pubblico.


L’AI di Zuckerberg: una promessa ambiziosa, ma pericolosa

Amici Falsi, Solitudine Vera

Zuckerberg sogna un’AI empatica, amichevole, presente. Ma può un algoritmo davvero sostituire un amico reale?

Le relazioni umane sono fatte di empatia, vulnerabilità, imprevedibilità – tutte qualità che un codice non possiede.

Scommettere su “amici artificiali” rischia di peggiorare la solitudine e spingere verso una società ancora più isolata.

Un Nuovo Strumento di Manipolazione?

Con il passato di Meta, l’idea di un’AI amichevole fa temere una nuova forma di sorveglianza personalizzata.

Un’AI potrebbe analizzare emozioni e paure, orientando acquisti, opinioni e scelte politiche.

Senza regole precise, l’AI diventa uno strumento di controllo.

Open-Source: Libertà o Caos?

Meta ha lanciato modelli open-source come Llama per stimolare l’innovazione. Ma senza regolamentazioni, questo può generare abusi, tra cui deepfake e tecnologie dannose.

La gestione dei rischi da parte di Meta appare superficiale e inadeguata.

Lavoro e Società: Chi Paga il Prezzo?

L’automazione AI potrebbe eliminare posti di lavoro, specialmente nei settori della moderazione e del supporto clienti.

Meta non ha ancora offerto soluzioni concrete. In un mondo segnato da disuguaglianze crescenti, la priorità sembra ancora il profitto.


Un futuro da riscrivere

La visione di Zuckerberg mescola genialità e arroganza. L’idea di un’AI che arricchisce le nostre vite è affascinante, ma i precedenti di Meta inducono alla prudenza.

Anni di scandali sulla privacy e disinformazione suggeriscono che Meta potrebbe usare l’AI per rafforzare la sorveglianza, non per migliorare la società.

Sui social come X, molti utenti parlano già di “utopia inquietante”, lontana dai bisogni reali delle persone.


La sfida per Meta: redimersi o ripetersi

Per realizzare la sua visione, Meta deve affrontare il proprio passato. Servono:

Solo così Meta potrà guadagnarsi una nuova fiducia.


Conclusione: fidarsi o no?

Mark Zuckerberg ci chiede di immaginare un futuro in cui l’AI è il nostro compagno fidato.

Ma con un passato fatto di tradimenti della fiducia degli utenti, la domanda giusta è:
Meta può essere un partner affidabile?

Finché Zuckerberg non affronterà davvero le ombre che ha lasciato dietro di sé, la sua visione rimarrà un sogno brillante avvolto in un incubo di sfiducia.

Il futuro digitale è in gioco: spetta a Meta decidere se scriverlo con integrità o ripetere gli errori di sempre.