La normativa italiana impone a datori di lavoro e lavoratori un percorso formativo strutturato e continuo per garantire ambienti di lavoro salubri e sicuri. Il Decreto Legislativo 81/2008, integrato dall’ Accordo Stato-Regioni del 2025, delinea i soggetti interessati, i contenuti minimi, le tempistiche e le modalità di erogazione della formazione. L’obbligo coinvolge tutte le categorie di lavoratori, inclusi dirigenti, preposti, collaboratori occasionali e figure specialistiche come RSPP e RLS, con aggiornamenti periodici fondamentali per mantenere elevati standard di prevenzione.
La formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro costituisce un requisito imprescindibile per prevenire incidenti e salvaguardare il benessere dei dipendenti. In Italia, il quadro normativo è regolato dal Decreto Legislativo 81 del 2008, noto come Testo Unico sulla Sicurezza, che impone ai datori di lavoro l’obbligo di fornire una formazione adeguata e specifica sulla sicurezza a ogni lavoratore inserito nell’organizzazione produttiva.
Questa normativa si applica a tutti i lavoratori, compresi quelli con rapporti atipici o occasionali, e prevede due distinti momenti formativi: uno generale, volto a fornire nozioni basilari sui rischi e le misure di prevenzione, e uno specifico, calibrato in base alle peculiarità dell’attività svolta. La durata dei corsi varia in funzione del livello di rischio dell’azienda, che può essere classificato come basso, medio o alto, con moduli che spaziano da un minimo di quattro fino a dodici ore.
L’Accordo Stato-Regioni del maggio 2025, ha uniformato i contenuti e le modalità di erogazione della formazione a livello nazionale. Esso stabilisce che la formazione generale debba durare almeno quattro ore, mentre quella specifica si modula in base al grado di pericolosità dell’ambiente lavorativo. Per i ruoli con responsabilità particolari, come i dirigenti e i preposti, è previsto un percorso formativo distinto e più articolato: i dirigenti devono seguire corsi di almeno sedici ore, mentre i preposti integrano la formazione con un modulo di almeno dodici ore. Questi profili sono soggetti a un aggiornamento obbligatorio biennale per il preposto e quinquennale per il dirigente.
Le figure specializzate nella sicurezza, quali il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP), il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) e gli addetti alle emergenze, devono affrontare percorsi formativi più complessi e prolungati. L’RSPP, ad esempio, frequenta corsi che si estendono per decine di ore con aggiornamenti ogni cinque anni, mentre l’RLS è tenuto a seguire un corso iniziale di almeno 32 ore e a partecipare annualmente a sessioni di aggiornamento, la cui durata varia in base alla dimensione aziendale. Gli addetti alle emergenze ricevono una formazione mirata, comprensiva di prove pratiche e simulazioni di evacuazione, adeguata al rischio specifico dell’impresa.
Per quanto riguarda le tempistiche, la legge prescrive che la formazione debba essere completata prima dell’inizio dell’attività lavorativa o, al massimo, entro sessanta giorni dall’assunzione. Nei casi di mansioni ad alto rischio, è fortemente raccomandato che la formazione sia terminata prima dell’accesso ai luoghi di lavoro. Ogni variazione significativa dell’attività svolta, l’introduzione di nuove attrezzature o il trasferimento in reparti con rischi differenti impongono un aggiornamento tempestivo della formazione.
Le modalità di erogazione possono essere in presenza, tramite aula virtuale sincrona o attraverso piattaforme e-learning. Quest’ultima è ammessa solo per determinati moduli, come la formazione generale dei lavoratori o i corsi per dirigenti. Le sessioni pratiche, fondamentali per addestrare gli addetti al primo soccorso o all’antincendio, devono necessariamente svolgersi in presenza. Ogni corso si conclude con una verifica dell’apprendimento e il rilascio di un attestato, che certifica la partecipazione e la validità della formazione.
La tracciabilità rappresenta un elemento cruciale per la conformità normativa: datori di lavoro devono custodire accuratamente registri, firme di presenza, valutazioni finali e attestati. Spesso, le aziende adottano software di gestione per monitorare scadenze e pianificare aggiornamenti, facilitando così l’adempimento degli obblighi di legge e la preparazione in vista di eventuali ispezioni.
La formazione obbligatoria in sicurezza non si configura come un mero adempimento burocratico, bensì come un investimento strategico per promuovere una cultura aziendale orientata alla prevenzione e alla responsabilità condivisa. Mantenere aggiornate le competenze permette di ridurre il rischio di incidenti, migliorare la qualità degli ambienti di lavoro e rispettare rigorosamente la normativa vigente.
La normativa italiana impone un percorso formativo articolato e continuo rivolto a tutte le categorie di lavoratori, con contenuti e durate differenziate in base ai rischi e alle responsabilità. La tempestività, la metodologia e la documentazione sono elementi imprescindibili per garantire la validità della formazione, che rappresenta uno strumento indispensabile per costruire un ambiente di lavoro sicuro e consapevole.