Medicina

L’effetto Streisand degli antivaccinisti: non esiste cattiva pubblicità

Roberto Burioni

Qualche giorno fa è avvenuto un episodio curioso. Un gruppo anti-vax si è organizzato su Facebook per screditare il libro di Roberto Burioni “Il vaccino non è un’opinione; per farlo hanno deciso di assegnare in massa un feedback negativo al libro sul portale di AMAZON  (valutandolo una stellina su cinque) lasciando una recensione negativa così da abbassare il rating del libro e comprometterne la vendita. L’azione collettiva a discapito del libro è stata segnalata con tweet da David Puente:

Come riportato nel tweet sul sito di Amazon è possibile recensire un prodotto anche senza averlo acquistato (nella fattispecie equivale a lasciare un commento ad un libro senza averlo letto); il punteggio complessivo non fa un distinguo tra le recensioni lasciate da utenti di cui è stato verificato l’acquisto e le recensioni non verificate. Perciò, nel momento in cui scriviamo, il libro di Burioni ha ben 48 valutazioni minime (1 stella). Tuttavia andando a vedere nello specifico le recensioni è possibile applicare il filtro ‘recensioni verificate’; scopriamo così che delle 48 recensioni con una valutazione pari ad una stella solamente 4 appartengono ad utenti il cui acquisto è stato verificato. Si nota inoltre che le rimanenti 44 recensioni, lasciate da utenti che non hanno acquistato il libro, si collocano in un intervallo temporale di pochi giorni (la maggior parte è stata lasciata in data 1 giugno, stessa data del post con la chiamata alle armi agli anti-vax).

Ed è qui che entra in gioco l’effetto Streisand. Una volta diffusasi la notizia dopo pochi giorni scatta una reazione opposta, travolgente e più incisiva: in pochi giorni piovono recensioni entusiaste del libro, recensioni che assegnano il massimo punteggio (5 stelle); tale controffensiva ha però una grossa differenza dal tentativo di sabotaggio ad opera degli anti-vax: in questo caso su 163 valutazioni pari a 5 stelle ben 151 corrispondono ad utenti il cui acquisto è stato verificato. Il fatto che, anche il questo caso, un gran numero di recensioni siano state lasciate nello stesso giorno (seppur da acquisti verificati) potrebbe significare che le persone che avevano acquistato il libro ma non recensito si sono attivate a seguito del tentativo di screditarlo.

DI SEGUITO LE RECENSIONI POSITIVE AL LIBRO DI BURIONI 

DI SEGUITO LE RECENSIONI NEGATIVE AL LIBRO DI BURIONI 

Quello degli antivaccini è, probabilmente, l’argomento che meglio rappresenta il problema delle fake news su Internet e che trova un insensato, quanto numeroso, seguito di persone. Il fenomeno degli antivax si inserisce nel contesto che vorrebbe come logica per Internet quella del “uno vale uno” a prescindere dalle competenze personali, meriti, riconoscimenti, esperienza ecc; una situazione tanto utopica quanto surreale dato che nella vita quotidiana, off-line, ci si rivolge agli esperti piuttosto che affidarsi al parere di uno sconosciuto (quando si sta male si chiede al medico, quando il rubinetto perde acqua si chiede all’idraulico e così via). Spesso e volentieri a sostegno della logica “uno vale uno” ci si appella ad un distorto concetto di democrazia universale, al dare voce a tutti, ignorando le conseguenze di una tale estremizzazione pronta a soprassedere alle competenze del singolo, perdendo così di vista la verità e spianando la strada alla disinformazione. Il co-fondatore di Twitter (e poi di Medium) Evan Williams in una recente intervista rilasciata al New York Times ha dichiarato:

Una volta pensavo che il mondo sarebbe stato automaticamente migliore una volta che ognuno fosse stato libero di parlare liberamente e scambiare informazioni ed idee. Mi sbagliavo”.

L’episodio delle recensioni al libro di Burioni, oltre ad essere una dimostrazione del già menzionato effetto Streisand e delle politiche opinabili di Amazon per valutare un prodotto, mostra quanto l’argomento vaccini sia sentito e quanta disinformazione ruoti intorno a questo delicato tema; fa riflettere inoltre sul ruolo che oggi rivestono i social network. La Rete è parte integrante del processo di allarmismo e disinformazione; tale clima di diffidenza venutosi a creare ha portato gli Stati Uniti ad inserire l’Italia nelle mete a rischio a causa dell‘epidemia di morbillo. Intorno al tema anti-vaccini vi è una presa di posizione da così netta e inamovibile da essere quasi dogmatica, una convinzione sorda alla logica, ai dati e in generale alla scienza.

Che la scienza non sia onnisciente e abbia dei limiti lo si può inferire, per esempio, dalla relazione di indeterminazione di Heisenberg (non ci è dato di poter conoscere contemporaneamente posizione e impulso di una particella), così come i teoremi di incompletezza di Godel (intuitivamente rappresentati da “questa frase non è dimostrabile”, cioè, rozzamente, determinati sistemi contengono affermazioni di cui non è possibili dimostrare la verità o la falsità, quindi di fatto contengono un’ignoranza non colmabile all’interno del sistema stesso); insomma resta valido il motto “so di non sapere” di Socrate. La scienza non è perfetta e può sbagliare, l’errore fa parte del processo stesso su cui si basa la scienza; tuttavia il processo scientifico ha in sé degli anticorpi che la tutelano dalla diffusione di falsità o errori poiché una scoperta scientifica, per essere annunciata come tale, necessita di una verifica indipendente atta a controllare la correttezza della metodologia e dell’elaborazione dei risultati. L’aumentare della diffidenza verso la scienza è probabilmente uno degli aspetti più inquietanti e va combattuta facendo della buona divulgazione (e confidando nel buon senso e nel raziocinio delle persone).

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